Il nome Correzzola deriva dal latino “Corrigium” che significa “sottile striscia di terra emersa dalle acque” ed anticamente e per molti secoli, il territorio si presentava impervio ed inospitale per la presenza di paludi e boschi. Dopo il mille iniziò però una parentesi di rinascita. Nel 1.129 la nobile famiglia Sanbonifacio, nella persona di Giuditta, vedova Manfredi ed erede dell’esteso fondo, alienò suoi beni della Corte di Concadalbero a favore dell’Abate del Monastero di Santa Giustina di Padova, ed in questo precario ed esteso fondo, i Monaci daranno l’avvio ad un millennio di prodigiosa bonifica e di organizzazione del territorio. Agli inizi del 1.400 i Monaci trasferirono il centro dell’Amministrazione da Concadalbero a Correzzola, qui, a ridosso di un’ansa del fiume Bacchglione, essenziale via di trasporto delle merci e famosa “Via del Sale”, diedero vita alla grandiosa “Corte Benedettina”. Oltre alla corte, i benedettini, fecero costruire una novantina di case coloniche in muratura coperte di coppi, ed eccezionalmente confortevoli per un’epoca in cui la soluzione abitativa più diffusa per i contadini erano i Casoni di paglia. Ma la vera rivoluzione dei benedettini fu l’organizzazione del territorio: essi suddivisero l’ampia possessione in cinque “gastaldie”, ciascuna affidata ad un gastaldo, ulteriormente suddivise in possessioni, ossia campi, che venivano date in affitto ai coloni, i quali vivevano nelle varie case coloniche di riferimento.