Forte San Felice

Dopo l’apertura al pubblico dello scorso anno l’impegno del Comitato Forte San Felice continua organizzando visite guidate durante l’estate

Erminio Boscolo Bibi
Tra i fondatori di “Chioggia. Rivista di studi e ricerche”, e stato promotore dell’associazione Comitato per il Forte San Felice e ne è presidente
E’ una storia antica quella che appartiene a Forte San Felice, ma a fianco di questa ne esiste una più recente che riguarda invece il suo futuro. Ne parliamo insieme a Erminio Boscolo Bibi, promotore e attualmente Presidente del Comitato per il Forte San Felice che in questi ultimi anni molto si è speso affinché questo immenso patrimonio legato alla storia della Città non andasse in rovina.
“Forte San Felice è sempre stato militare, perciò inaccessibile, e la gente comune poteva vederlo solo dall’esterno, camminando dai Murazzi intorno agli alti bastioni o navigando in barca ammirandone il superbo portale. Pochi sapevano cosa ci fosse nascosto dentro lo scrigno delimitato dai bastioni, tuttavia è sempre stato amato dai chioggiotti in quanto elemento insostituibile del paesaggio urbano. Da qui anche la necessità di arrestare il suo progressivo degrado a seguito dell’abbandono da parte della Marina Militare. Il Comitato Forte San Felice si costituì nel lontano 1999 proprio per il recupero del Forte e della sua apertura al pubblico, chiedendo che il Comune lo acquisisse”.
E’ da immaginare che non fu una cosa semplice, non lo è mai, di solito, con i siti di valenza storica che non rientrano tra quelli vincolati.
“No, non è stato facile ma per spingere gli Enti competenti ad attivarsi per la salvaguardia e il recupero del Forte decidemmo di utilizzare, prima nel 2014 e poi ancora nel 2016, lo strumento fornito dai censimenti sui Luoghi del Cuore che il FAI lancia ogni due anni nella speranza che una grande partecipazione dei cittadini potesse dare una spinta decisiva. E così è stato: l’adesione dei cittadini di ogni età, strato sociale e livello culturale è stata straordinaria: nel 2014 circa 18.000 firme/voti, 15° posto a livello nazionale, nel 2016 i voti sono saliti a 25.122 voti e la classifica al 9° posto a livello nazionale!”
Quindi il Forte è stato salvato dai chioggiotti?
“Esattamente, quel messaggio in termini di partecipazione venne gradualmente recepito dagli Enti competenti, da una parte la Marina militare autorizzò limitate visite guidate all’interno del Forte, dall’altra anche gli Enti territoriali iniziarono a cercare soluzioni percorribili che si sono concretizzate il 18 gennaio di quest’anno, con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra Comune di Chioggia, Ministero della Difesa, Provveditorato interregionale Opere Pubbliche, Agenzia del Demanio, Soprintendenza per una prospettiva concreta al recupero del Forte”.
Esiste già un iter procedurale con progetti legati al recupero o alla fruizione del Forte San Felice?
“Col protocollo d’intesa è stato siglato un impegno che coinvolgerà i vari Enti nelle proprie competenze, la parte forse più interessante è quella che riguarda l’ex-Magistrato alle Acque che si è impegnato a utilizzare le risorse previste per le misure compensative del MOSE nel recupero della parte monumentale passata al Demanio, questo da certezza all’avvio concreto del recupero”.
E il Comitato Forte San Felice?
“Il Comitato continuerà ad impegnarsi per coinvolgere sempre più persone tramite le visite guidate, convinto che con la conoscenza diretta di questo nostro patrimonio si rafforzi la partecipazione dei cittadini. Tra l’altro strepitosa è stata la partecipazione alle Giornate di Primavera 2018 del FAI, con circa un migliaio di visitatori, e sulla scorta di questo interesse abbiamo messo appunto un calendario di visite che riguarderà i prossimi mesi. Mai come ora il forte è stato dei chioggiotti”.
Da sette secoli indomito baluardo della difesa di Chioggia
Situato in una posizione unica tra mare, laguna e città, racchiude in sé una storia di 650 anni, da quando i Veneziani nel 1385 costruirono il castello della Luppa. Il pericolo occorso nella guerra contro i Genovesi (1378-81) con la presa di Chioggia e la minaccia mortale verso Venezia spinse il Senato a fortificare con un poderoso castello e un’alta torre quel punto strategico. Nel 1500, col nuovo pericolo dei Turchi, il castello fu circondato dagli imponenti bastioni con terrapieno che gli hanno dato la definitiva forma a stella: bastioni che sono uno dei prototipi delle fortificazioni cosiddette “alla moderna”(ora celebrate con l’istituzione nel 2017 del sito Unesco sulle fortificazioni veneziane) e su cui cresce da secoli la pianta della liquirizia.
L’opera di Andrea Tirali nel 1704 fu una delle ultime manifestazioni celebrative della potenza della Repubblica Serenissima
La costruzione del portale monumentale ad opera di Andrea Tirali nel 1704 fu una delle ultime manifestazioni celebrative della potenza della Repubblica Serenissima. Caduta la quale si succedettero Austriaci, napoleonici, ancora Austriaci, Regno d’Italia, i tedeschi nella seconda guerra mondiale, la Repubblica italiana con la Marina militare. Ognuno ci mise mano, ampliando e modificando a seconda delle nuove tecniche militari o esigenze geopolitiche: la ricchezza del Forte sta anche nella compresenza di testimonianze di tutte le varie epoche. Il Forte divenne una vera cittadella, ospitando sino a 350-400 persone. Fino al 1979, quando cambiata ormai la situazione geopolitica, il contingente della Marina Militare abbandonò il Forte, lasciandovi dentro soltanto la sede della Reggenza fari del compartimento marittimo di Chioggia: che significa ufficio ed alloggio del farista. Rimasto militare senza più la presenza dei militari, cominciò allora il suo degrado progressivo.
5 sabati pomeriggio per la visita al Forte:
– 11 maggio
– 6 giugno
– 15 giugno
– 7 settembre
– 21 settembre
Le visite si terranno su 4 turni per gruppi di 50 persone, con prenotazione on line obbligatoria dal sito www.comitatofortesanfelice.it digitando “Forte san Felice”. Allo stesso sito possono essere reperite ulteriori informazioni oppure sulla pagina Facebook di Forte San Felice.
Punto di ritrovo: Batteria San Felice darsena Mosella