2021: ANNO INTERNAZIONALE DELLA FRUTTA E VERDURA

Ciò che mangiamo tutti i giorni determina la nostra salute, l’economia, i rapporti sociali e il nostro impatto sul pianeta. Deficit alimentari e sprechi sono due facce della stessa medaglia sulle quali l’Assemblea Generale dell’Uno chiede una maggiore consapevolezza
Una dieta salutare e una filiera corta, trasparente e senza sprechi sono fattori chiave non soltanto per il benessere dei singoli individui, ma hanno ricadute positive sull’intero ecosistema ecologico, economico, sociale e umano. E sono appunto questi i contenuti richiamati dall’Assemblea Generale dell’ONU con l’istituzione dell’Anno Internazionale della Frutta e della Verdura, abbreviato in AIFV, che ricorre proprio nel 2021. L’obiettivo è, appunto quello, di incoraggiare Stati membri e le organizzazioni delle Nazioni Unite (FAO, OMS) ad agire per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di frutta e verdura nella dieta e, contemporaneamente, di contribuire alla raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
La comunità scientifica è concorde nel sottolineare che una dieta equilibrata prevede almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, eppure nel 2021 ancora non se ne consuma abbastanza. Come ha evidenziato la stessa FAO nel consueto rapporto annuale dedicato allo stato della sicurezza alimentare, 3 miliardi di persone, nel mondo, non hanno la possibilità socio-economica di adottare una dieta salutare e, anzi, per 1 miliardo e mezzo è impossibile anche seguire un regime alimentare che raggiunga gli standard minimi di nutrienti essenziali. Ancora: 690 milioni di persone sono denutrite, 2 miliardi vivono in una perenne insicurezza alimentare. Dall’altra parte ci sono 38 milioni di bambini, con età inferiore ai 5 anni, che sono in sovrappeso.
3 miliardi di persone, nel mondo, non hanno la possibilità socio-economica di adottare una dieta salutare
Malnutrizione e obesità sono disturbi dell’alimentazione che hanno motivi diversi, ma sui quali è opportuno agire con la stessa determinazione. Nel mondo al momento non è in atto solo la pandemia da Covid-19, ma ci sono altre epidemie cominciate ben prima. E’ opportuno ragionarci, ognuno per la parte che gli compete, perché se per noi è difficile immaginare quali saranno le politiche che permetteranno di far sparire la fame nel mondo è comunque possibile intervenire per una dieta equilibrata e soprattutto per evitare gli sprechi. Perché le abitudini alimentari si ereditano in famiglia, come si eredita il colore dei capelli. E siamo così sicuri che i nostri figli seguano una corretta alimentazione? A quanto pare no.

L’Italia è tra i paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare con una percentuale di bambini in sovrappeso del 20,4% e di bambini obesi del 9,4%, compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4%
. Sono i dati relativi al 2019 elaborati da OKkio alla SALUTE. Secondo l’indagine dell’ISS, che ha coinvolto più di 50mila bambini e altrettante famiglie, i genitori hanno riportato che quasi un bambino su due non fa una colazione adeguata al mattino, uno su 4 beve quotidianamente bevande zuccherate/gassate e consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno. I legumi sono consumati meno di una volta a settimana dal 38% dei bambini e quasi la metà dei bambini mangia snack dolci più di 3 giorni a settimana. Esisterebbe il programma “frutta nelle scuole”, ma chi lo ha mai visto applicato? La scuola fa quello che può, ma – come si diceva – è dalle famiglie che dovrebbe arrivare il buon esempio perché, se i bambini si approcciano alle mense scolastiche con i gusti formati a casa, sarà difficile modificarli.
Nel 2019 sono finite nella spazzatura 931 milioni di tonnellate di cibo. Il 17% del totale prodotto nel mondo
Ho avuto occasione di vedere bimbi delle elementari uscire dalla mensa con la banana in mano e gettarla nel primo cestino disponibile (non parlo della raccolta differenziata nelle scuole, che meriterebbe un articolo a parte!). Se non avevi voglia di mangiarla, perché l’hai presa per poi buttarla? Nessuno spiega ai bambini che quello che loro buttano nel cestino potrebbe invece essere apprezzato da qualcun altro? Ciò dimostra chiaramente che a casa sprecano il cibo, e che i genitori non li sensibilizzano ricordando loro i bambini meno fortunati nel mondo. Secondo uno studio recente: Food Waste Index Report 2021 (del UNEP- WRAP Britannico) nel 2019 sono finite nella spazzatura 931 milioni di tonnellate di cibo. Il 17% del totale prodotto nel mondo. La metà è gettata da casa, poi dai ristoranti e infine dai rivenditori. Ma quello che sconcerta è che “buttano” di più i paesi a basso reddito: 91 kg pro capite/anno di cibo domestico. I paesi più ricchi buttano 79 kg e l’Italia arriva a 67 kg. Ecco il motivo di ridurre gli sprechi, almeno del 50%, entro il 2030.
Modificare questi atteggiamenti e comportamenti equivale a modificare lo stile di vita: questo è il mantra imperante. Come cambiare? Con attività fisica, frutta e verdura ai pasti e integratori per contrastare le carenze vitaminiche. Quindi una dieta varia ed equilibrata è la migliore cura a molti disturbi.

“Miraggi alimentari – 99 idee sbagliate su cosa e come mangiamo” di Marcello Ticca
Anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è intervenuta per raccomandare i 400 grammi giornalieri di frutta e verdura come antidoto di tante malattie. Per esempio, secondo i CDC Statunitensi, miliardi di persone soffrono di carenza di vitamina A, di acido folico, ferro, iodio necessari per un equilibrato sviluppo dell’organismo. La carenza di vitamine può causare malformazioni neonatali, disabilità e difficoltà di apprendimento, cecità, ritardo mentale, immuno-depressione, ridotta capacità di operare e lavorare, e perfino morte prematura.
Ogni settimana, in Italia ciascun cittadino spreca ben 700 grammi di cibo. Una quota molto elevata che per il Paese vale ben 15 miliardi di euro, pari all’1% del PIL
Marcello Ticca ha contribuito alla stesura di queste linee guida ma ha anche pubblicato un bel libro dal titolo pertinente: “Miraggi alimentari – 99 idee sbagliate su cosa e come mangiamo”. Ora, senza entrare nella demagogia e nell’opportunismo mediatico di certe ONG, a mio modesto parere non è vero che l’UE snobba la frutta e verdura, semmai sono gli stati che usano male i soldi destinati alla promozione di diete più equilibrate. Se non formiamo educatori, se non prepariamo gli insegnanti a “inculcare” (nel termine buono) sane abitudini alimentari, se i genitori non sapranno dare il buon esempio, tutte queste iniziative saranno inutili. E i bambini non hanno molto tempo e pazienza a disposizione: la fascia utile per intervenire è dai 3 ai 10 anni. Poi sicuramente qualcuno dirà: io ve lo avevo detto, ma i danni saranno già stati fatti. Forse aspettiamo che qualche influencer riesca a influenzare e modificare alcune abitudini, come avvenuto in Cina dove attraverso un canale e-commerce una “tipa” ha venduto in 4 minuti 300.000 confezioni di pomodorini a grappolo. Spero solo che questi cambiamenti si radicalizzino altrimenti saranno solo fuochi di paglia che si spegneranno con la stessa velocità con cui sono stati accesi. Per un cambiamento radicale e duraturo sul piano sociale e politico occorre creare il contesto sociale e politico. Senza, non abitueremo mai i bambini a consumare frutta e verdura, e creeremo adulti fragili e disagiati, che perpetreranno gli stessi errori commessi durante la propria infanzia con i loro figli. Spezziamo il cerchio, finché siamo in tempo.