Il futuro del “verde” sta nel vederlo sempre più “green”

La tavola rotonda “Quale manutenzione per il verde? Dal giardino al green: approcci diversificati per i diversi contesti” ha aperto un dibattito sul domani del patrimonio forestale e non solo quello
Si è parlato di “verde” venerdì 30 giugno all’Auditorium di Galzignano Terme, un tema tanto caro al territorio, anche alla luce degli importanti traguardi che l’area dei Colli Euganei si prefigge di raggiungere, nella tutela dell’ambiente collinare, attraverso i nuovi strumenti e i nuovi indirizzi ispirati dal riconoscimento di Riserva della Biosfera Mab Unesco, a cui lo stesso territorio è candidato. L’occasione si è presentata grazie alla tavola rotonda promossa da TESAF (Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università degli Studi di Padova) in sinergia con il Comune di Galzignano Terme e il Museo dei Colli Euganei, dal titolo “Quale manutenzione per il verde? Dal giardino al green: approcci diversificati per i diversi contesti”.
L’incontro, una sorta di road show delle eccellenze ambientali, è stato moderato da Lucia Bortolini, (professore associato TESAF), e ha avuto tra i relatori importanti esponenti del mondo accademico e professionale, come Giampaolo Barbariol del Gruppo Giardino Storico – Università degli Studi di Padova e Marco Magnano dell’Associazione Pubblici Giardini; esperti del settore “verde” privato, attivi a Galzignano ma considerati eccellenze internazionali , come Wilma Sturaro insieme a Stefano Contarin del Golf Club Padova e Armando Pizzoni Ardemani del Giardino Storico Monumentale di Villa Barbarigo.
Interventi di spicco sono stati quelli del presidente vicario del Parco Regionale dei Colli Euganei, Antonio Scarabello, e del sindaco di Galzignano Terme, Riccardo Masin, che ha portato un’esperienza concreta di gestione, che unisca i diversi aspetti tra pubblico e privato.
Il convegno ha posto al centro del dibattito un punto sostanziale, ma allo stesso tempo cruciale viste le emergenze portate dal cambiamento climatico, sul nuovo approccio a riguardo della gestione degli spazi verdi in futuro. “A prescindere che si tratti di aiuole comunali, di Giardini storici o di strutture sportive – ha precisato Giampaolo Barbariol del Gruppo Giardino Storico – Università degli Studi di Padova – lo sforzo che dobbiamo fare è quello di iniziare a vedere questi luoghi come un patrimonio diffuso, utile alla qualità della vita di tutti. Uno sguardo che non potrà prescindere dal rispetto e dalla conoscenza del paesaggio stesso nel quale questi spazi insistono. In Germania, ad esempio, per il verde pubblico e privato, si è iniziato a privilegiare la risorsa naturale, ossia all’utilizzo di piante e fiori autoctoni, tralasciando palme e altre essenze estranee. Questo significa imboccare una via difficile, sia perché la gestione richiede competenze diverse sia perché obbliga la collettività ad una revisione della propria idea su questi spazi”.
L’esempio più vicino alla vita di tutti è stato fornito dall’intervento di Marco Magnano, dell’Associazione Pubblici Giardini. “Finora l’erba che cresce tra le ‘piastre’ di un marciapiede del nostro comune di residenza l’abbiamo considerata una forma di degrado, un esempio di scarso rispetto al decoro cittadino. E’ su questa visione che insiste il maggior sforzo culturale nell’affrontare il domani di questa materia, perché quell’erba potrebbe comunque rappresentare una forma di biodiversità. Ciò non significa che i marciapiedi debbano diventare dei prati incolti, ma c’è una nuova dimensione del ‘bello’ e del ‘pubblico’ da raggiungere attraverso un diverso approccio al green. C’è bisogno di più verde nei contesti urbani e c’è la necessità di prendersene cura con più professionalità, nel rispetto della natura stessa dei luoghi”.

Wilma Sturaro insieme a Stefano Contarin del Golf Club Padova
Una via che in questi ultimi anni è già intrapresa negli ‘spazi verdi’ privati più importanti di Galzignano, ossia il Giardino storico di villa Barbarigo e il Golf Club Padova con buoni esiti. E se per il giardino monumentale di Valsanzibio ciò rappresenta una via quasi obbligata, visto che in questo caso il verde da tutelare è rappresentato da diverse e delicate essenze arboree e da siepi plurisecolari, meno scontato lo è per gli spazi dedicati al golf, che come ovvio rispondono alle logiche imposte da questo sport, piuttosto che alla tutela delle specie autoctone. “Eppure – ha confermato il green keeper del Golf Club Padova, – là dove si è potuto rispettare la coerenza della vegetazione locale gli esiti sono stati importanti anche per il richiamo e il mantenimento della fauna, incrementando la veridicità dei nostri spazi e rendendoli meno artificiali”.
La via verso un verde “più naturale” invece rischia di essere più complicata proprio nelle realtà pubbliche soprattutto se si parla di spazi urbani cittadini. Oltre a un sentimento per il decoro, che dovrà trovare nuovi equilibri estetici, ci sono anche gli aspetti legati alla manutenzione che richiederanno risorse oggi di difficile reperimento da parte delle amministrazioni locali.

Il presidente del Parco Regionale dei Colli Euganei, Antonio Scarabello
“E’ ovvio che l’argomento non tocca solo l’aspetto della sensibilità ambientale – ha chiarito il presidente del Parco Regionale dei Colli Euganei, Antonio Scarabello – ma richiama anche le oggettive difficoltà economiche in cui i piccoli comuni si trovano ad operare. L’impiego di essenze locali, la necessità di trovare loro nuove forme di decoro urbanistico, la loro gestione nelle forme obbligate della stagionalità implicano esperienze che oggi mancano a chi si occupa del verde pubblico, anche in ragione, appunto, alle risorse che i piccoli comuni possono elargire in queste forme di investimento. Gli affidi alle aziende competenti spesso avvengono attraverso il sistema del massimo ribasso economico e quindi è fuori discussione che possano includere quelle professionalità in grado di sviluppare progettualità specifiche. Oggi vale la regola generale ‘del più poto più risparmio’, ma si tratta di una cultura superata. Le nuove istanze dovrebbero piuttosto prendere in considerazione il rischio idrogeologico, il cambiamento climatico, la penuria di essenze verdi che in certi contesti rendono disagevole la vita cittadina. Quante piantumazioni sbagliate si vedono in giro, semplicemente perché non si prende in considerazione la successiva crescita delle piante? Quindi al problema economico si assomma anche quello culturale. La ricchezza di cui è portatore il paesaggio rappresenta una conquista recente, arrivata dopo la dittatura del cemento che per decenni ha seppellito l’identità dei luoghi. Ed è appunto sulla cultura che bisogna insistere, la scuola può essere una grande alleata, come Parco da anni stiamo lavorando su questo fronte. Ci vorrà forse ancora una generazione, ma nuovi cittadini saranno più consapevoli di ciò che li circonda e sapranno suggerire ai propri politici i temi sui quali sarà più opportuno e urgente investire”.
Constatazioni e auspici che sono stati condivisi dal primo cittadino di Galzignano, Riccardo Masin, la cui esperienza in materia si è formata in questi anni alla guida di uno dei comuni più verdi dell’area Euganea, contando nei 18 km quadrati di estensione municipale: diversi ettari a bosco spontaneo, due golf club, un orto botanico e un giardino monumentale che custodisce al proprio interno alcune delle essenze più fragili e longeve al mondo. “Queste osservazioni sono oggettive – ha precisato – Galzignano è un comune con poco più di 4.000 anime e ha un bilancio commisurato al suo numero di abitanti e non al suo patrimonio forestale. Quindi penso che sarà compito della politica a livello nazionale progressivamente togliere i costi, per la gestione del verde, della spesa corrente dei comuni e inserirla nella spesa in conto capitale, così da poter essere integrata anche con contributi e finanziamenti, qualora ve ne sia la necessità. Del resto se parliamo di alberi parliamo comunque di una popolazione, di una parte ‘viva’ della comunità che si assomma al resto della cittadinanza, e al tempo stesso gli stessi alberi sono patrimonio, un valore che qualifica la qualità e la salubrità della vita. Diventa quindi doveroso prendersene cura nelle forme più rispettose della loro natura. Per quanto riguarda Galzignano ci siamo dotati di un Piano del Verde che già ora prevede, per gli spazi pubblici, l’uso di essenze del territorio. Niente palme e niente pini marittimi, anche se siamo un comune turistico, anzi proprio perché siamo un comune collinare ci siamo posti il tema della sostenibilità ambientale con la piantumazione, soprattutto nelle aiuole, di essenze che non richiedono molta acqua. La rivoluzione verde è iniziata anche sugli Euganei, la grande presenza di un verde spontaneo non fornisce più l’alibi per gli abbattimenti ingiustificati, ma costituisce semmai l’imponibile che determina il valore del patrimonio forestale, un patrimonio che dovremmo tutelare perché chi verrà dopo di noi dovrà goderne nelle nostre stesse forme. Galzignano non è un comune isolato, ma è in forte connessione con il mondo attorno: abbiamo recepito la programmazione dell’Agenda 2030 in tema ambientale e le indicazioni fornite dai 17 SDGs delle Nazioni Unite. Una strategia comune a favore della biosfera a livello internazionale inizia proprio dai piccoli Comuni: è solo con piccole ma continuative azioni che si attuano i grandi cambiamenti.
Si auspica di poter replicare gli incontri come quello odierno al Museo dei Colli Euganei anche in altre aree dei Colli per fare dei Colli Euganei, insieme con il Parco Regionale, una vera hub d’eccellenza e ricerca dedicata all’ambiente”.
Nella foto di copertina, il sindaco di Galzignano Terme, Riccardo Masin