Inizia il domani di uno zampillo d’acqua. Storia di Val Calaona
Un progetto del Comune di Baone per far uscire le antiche terme libere da decenni di oblio e di abbandono. Un gioiello dei Colli Euganei tornerà a vivere
a cura di Giada Zandonà
Uno zampillo di acqua calda sgorga da secoli in un lembo di terra custodito tra il Monte Cinto ed il Monte Lozzo. La Val Calaona il piccolo tesoro di terme all’aperto all’interno del Parco Regionale dei Colli Euganei, racchiusa dalle acque del canale Brancaglia e del Bisatto, che ha conosciuto vicissitudini travagliate, momenti di gloria e stati di abbandono. Sono in molti a conoscere le terme libere di Saturnia, nella dorata Toscana oppure i Bagni di San Filippo tra la Val d’Orcia ed il Monte Amiata, o ancora le Terme di Petriolo immerse nella riserva naturale del Basso Merse. Volani turistici che ogni anno richiamano migliaia di visitatori che amano godersi i benefici dell’acqua termale in luoghi non antropizzati ed a costo zero. Della Val Calaona invece da decenni non ne parla nessuno. Qualche traccia delle uniche terme libere dei Colli Euganei si ritrova in qualche sito web di incontri, in libri dedicati ai Colli, nelle aule dei tribunali per contenziosi tra Comune e privati.
Nel 1500 i cittadini di Este e dei comuni limitrofi avevano la consuetudine di utilizzare le terme di Val Calaona, con cure fatte direttamente nelle vasche a cielo aperto
La Val Calaona, dopo essere stata la culla di uno dei primi insediamenti umani del territorio euganeo, diviene un luogo adatto all’agricoltura grazie alle bonifiche della Serenissima Repubblica, con la particolare caratteristica di custodire delle fonti di acqua termale, già conosciute all’epoca per le loro caratteristiche salutari. Dal 1500 i cittadini di Este e dei comuni limitrofi avevano la consuetudine di utilizzare le terme all’aperto, con cure fatte direttamente nelle vasche a cielo aperto e libere per tutti. I benefici termali però venivano ridotti dalle precarie condizioni sanitarie del luogo e per questo nei primi decenni dell’800 la Deputazione di Este propose la costruzione di uno stabilimento con vasche interne e camerini. Cominciò in questo periodo un passamano della struttura e delle terme tra privati, Comune e Provincia, che si è concluso solo nell’ottobre dello scorso anno.
Il dott. Yieronimus, medico provinciale che visitò le Terme il 3 luglio 1895 scriveva «Un grande baraccone costruito con tanto lusso di ferro, anche nei pavimenti, in mezzo al quale si trovava la cosiddetta vasca comune per il bagno dei poveri. Una bolgia infernale, un vero e proprio pericolo per la salute pubblica. In essa l’acqua non si rinnova mai». Una situazione non diversa da quella in cui versano oggi le due vasche termali ancora presenti, con l’unica differenza che gli “ospiti” sono davvero esigui. Però ci sono! Infatti, se ci si addentra nei canneti che circondano la vasca più grande, si trovano le tracce del passaggio di alcuni bagnanti che hanno attrezzato il luogo con scalette, teli e spazio relax.
Si tratta di qualche persona davvero coraggiosa, perchè visitare la Val Calaona oggi significa mettere piede in un luogo di macerie e sporcizia. Lo stabilimento ottocentesco si mostra fatiscente ed è arrivato ad accogliere colonie di colombi, pipistrelli e qualche sfortunato che ha improvvisato un giaciglio di fortuna. Ciò che però colpisce di più sono i resti di un’enorme serra, costruita oltre un decennio fa in questo luogo proprio per utilizzare l’acqua calda per le coltivazioni e lasciata all’abbandono totale. Pezzi di vetro, ferro, tubi, strutture, vasi e macerie sono i protagonisti, purtroppo, del paesaggio.
Visitare la Val Calaona oggi significa mettere piede in un luogo di macerie e sporcizia tra colonie di colombi, pipistrelli, pezzi di vetro, ferro e tubi di un passato recente
Una valle che dovrebbe custodire un tesoro e che andrebbe valorizzata, dato il suo importante valore sia dal punto di vista storico che da quello ambientale. Qualche momento di gloria nel passato lo ha anche conosciuto, quando lo stabilimento termale per qualche anno era stato trasformato in un prestigioso albergo, prima di cadere nuovamente nell’abbandono nel primo Dopoguerra. Momenti di celebrità e di anonimato si sono susseguiti nella valle euganea, che non riesce a trovare un progetto di riqualificazione che possa unire rispetto per l’ambiente e vocazione turistica ed economica.
Quante volte ho sognato che ci fosse la lungimiranza di mettere in campo un’iniziativa che portasse anche nei Colli Euganei delle terme libere e fruibili da tutti. Delle terme a cielo aperto che si andrebbero a sommare a quella manciata di acque termali che sgorgano libere in altre regioni d’Italia e che sono molto apprezzate dai turisti di tutta Europa. Chi ha conosciuto le terme di Saturnia sa bene quale indotto turistico si sia generato a fronte della gratuità della fruizione dell’acqua termale. Ed il luogo, è curato e mantenuto dagli stessi residenti in sinergia con il Comune, che hanno ben compreso l’introito economico. Anche i nostri avi lo avevano capito e se quei progetti avessero trovato gambe su cui camminare, oggi, forse, i Colli sarebbero più vicini, nel senso di più strutturati, per quel turismo green e semplice che sta prendendo sempre più piede anche in Italia. Tuttavia qualcosa sta tornando a muoversi anche tra le sterpaglie che circondano Val Calaona.
Un progetto comunale prevede l’affido di interventi che portino alla rigenerazione ed il rilancio del luogo ad opera di associazioni, enti e privati
Il primo “zampillo” di speranza per una sua valorizzazione, e quindi un ritorno alla sua originaria funzione, è sicuramente scaturito con il ritorno dell’area tra le proprietà comunali di Baone. Dopo vari contenziosi con la ditta affidataria del sito, lo scorso anno l’Amministrazione è riuscita a ritornare in possesso dei 36 mila metri quadri di terreno che circondano i tre pozzi termali. Sopra, certo, ci sono ancora le macerie della serra ed i ruderi dello stabilimento termale ottocentesco, ma anche un nuovo progetto comunale che prevede la realizzazione di un bando, in ottica ecologica, per l’affido di interventi che portino alla rigenerazione ed il rilancio del luogo ad opera di associazioni, enti e privati. L’elemento davvero interessante, oltre alla volontà di recuperare un sito così importante sul piano storico e ambientale, è la volontà del Comune di mantenere il carattere naturale della Valle, senza ulteriori cementificazioni, e di immaginarne una destinazione turistica come polo di accoglienza e culturale. Val Calaona, dunque, è destinata ad uscire dall’oblio in cui era stata confinata per decenni. La sua lunga storia potrà trovare nuove pagine che speriamo cancellino quel tempo vergognoso in cui un luogo così unico e suggestivo è stato maltrattato e trascurato fino alla dimenticanza. Come se i Colli Euganei potessero fare a meno dei propri gioielli e dei propri elementi caratterizzanti, come il termalismo. Come se noi davvero potessimo fare a meno di un patrimonio così importante, così bello e così nostro. Tra i miei sogni c’era quello di Vedere Val Calaona tornare ad essere un luogo termale libero, come era nel Cinquecento, accessibile a tutti … forse non sarà così, ma non importa, quel che conta invece è che un luogo abbandonato tornerà ad essere vivo, frequentato e a essere una delle tante testimonianze di quanta ricchezza, bellezza e unicità esistono sui nostri Colli.