La campagna del domani è quella che, oltre a mele e pere, produce energia

Il cambiamento climatico impone svolte sempre più green e tecnologiche anche in agricoltura. Dai sensori antisiccità alle trappole hi tech e dai sistemi integrati con satelliti all’inserimento dei pannelli fotovoltaica nei frutteti
Il settore delle energie rinnovabili assume un ruolo sempre più strategico anche in agricoltura. Le energie rinnovabili, dopo l’aumento dei costi energetici a partire al 2022, è al centro degli investimenti delle imprese agricole, grazie agli incentivi messi a disposizione dal Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, e dai Programmi di sviluppo rurale della nuova Pac. Il Pnrr metterà a disposizione per le energie rinnovabili del settore agricolo 1,1 miliardi per il fotovoltaico, 1,5 per l’agrisolare e 1,7 miliardi per costruire nuovi impianti di biometano o riconvertire quelli in scadenza di biogas per la produzione di energia elettrica.
L’agritech è cresciuto nel giro di cinque anni del 1500%, passando da 100 milioni di euro a 1,6 miliardi di oggi
In particolare, l’agrivoltaico è un nuovo segmento di mercato in via di sviluppo e un modello di utilizzo di aree agricole per la produzione, allo stesso tempo, di cibo ed elettricità solare. Un concetto innovativo che si sta diffondendo nel mondo agricolo, sebbene ancora a livello sperimentale; un sistema integrato, progettato, realizzato e gestito attraverso un accordo paritetico tra l’operatore agricolo e quello elettrico, che potrebbe far emergere anche una nuova figura professione: l’operatore dell’agrivoltaico, attivo sia nel processo di manutenzione degli impianti che della produzione agricola.

La maggior parte degli strumenti, per la svolta tecnologica, riguarda la mappatura e il monitoraggio da remoto dei terreni, l’analisi dei fattori ambientali e geologici, il monitoraggio di macchine e attrezzature e la gestione e organizzazione delle risorse idriche
Secondo gli esperti, l’agrivoltaico sta facendo emergere una nuova tendenza, ossia il rialzo degli affitti dei terreni. I prezzi si aggirano fra i 2.500 e i 3.500 euro all’ettaro all’anno con contratti minimi di 20 anni, ma in alcune zone della Pianura Padana – affermano gli agricoltori – le offerte delle società di gestione degli impianti agrivoltaici toccano anche i 4.000 euro all’ettaro all’anno con l’automatica rivalutazione dell’Istat, per una durata addirittura trentennale. Queste alcune considerazioni emerse durante un convegno organizzato da Fieragricola TECH, la prima edizione della manifestazione di Veronafiere dedicata all’innovazione in agricoltura, in collaborazione con Qualenergia.it e dedicato ad “Agrovoltaico: stato dell’arte tecnologico, normativa e incentivi. Quali opportunità per il settore agricolo”. La possibilità di affittare i terreni per una soluzione combinata di produzione di energia elettrica attraverso pannelli agrivoltaici sospesi e una coltura sottostante è un’opzione che gli agricoltori stanno prendendo in considerazione come alternativa alla creazione di associazioni temporanee di impresa, che vedono coinvolte una impresa agricola, una impresa energetica o un gruppo di imprese dedicate all’agrovoltaico. Si tratta di soluzioni diverse per una nuova multifunzionalità dell’agricoltura.
Il Pnrr mette a disposizione 1,1 miliardi per il fotovoltaico, 1,5 per l’agrisolare e 1,7 miliardi per nuovi impianti di biometano

L’agrisolare prevede l’installazione dei pannelli su pali d’acciaio alti diversi metri che intercettano la luce del sole ma permettono al contempo di coltivare il suolo
A Fieragricola TECH, che si è svolta nei primi due giorni di febbraio, sono state presentate numerose tecnologie e sistemi per l’agricoltura. Dai sensori antisiccità per salvare campi assetati alle trappole hi tech per mettere al sicuro i raccolti dai parassiti, dalle nuove tecnologie di evoluzione assistita (Tea) per arrivare ai sistemi integrati con satelliti e computer per risparmiare fino al 20% di acqua, per citarne alcuni. Con i cambiamenti climatici che incidono sempre più su precipitazioni e temperature diventa strategica la gestione delle risorse idriche sia per quanto riguarda la disponibilità di acqua che per il suo utilizzo antispreco con sistemi di irrigazione automatizzati e controllati tramite app sugli smartphone. La maggior parte degli strumenti, per la svolta tecnologica, riguarda la mappatura e il monitoraggio da remoto dei terreni, l’analisi dei fattori ambientali e geologici, il monitoraggio di macchine e attrezzature e la gestione e organizzazione delle risorse idriche.
Il valore del mercato dell’agritech vola, secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Smart Agrifood, è cresciuto nel giro di cinque anni del 1500%, passando da 100 milioni di euro a 1,6 miliardi. La superficie agricola coinvolta dalla nuova ventata di innovazioni tecnologiche e digitali è di quasi un milione di ettari a livello nazionale pari al 6% della superficie totale, ma esiste un grande potenziale di crescita soprattutto con l’utilizzo dei Big Data Analytics. Tutti segnali evidenziano una profonda trasformazione del settore agricolo proprio grazie agli investimenti rivolti a migliorare produttività, competitività, crescita di aziende e filiere.