Allocco, un animale tutt’altro che tonto
È tra i rapaci notturni il più ecclettico e aggressivo, cattura una grande varietà di prede: dagli uccelli ai rettili, dagli insetti agli anfibi. Arvicole e topi rappresentano i due terzi della sua dieta
Generalmente un uomo goffo e credulone che resta inerte con espressione instupidita di fronte a una situazione imprevista viene definito “allocco” ma il povero allocco, uccello rapace notturno, è ben lontano dall’essere quello che la tradizione tramanda. Tra i rapaci notturni più interessanti, ha occhi di un profondo color nero, grandi, rotondi e fissi che gli conferiscono un’espressione “simil” attonita sono decine di volte più sensibili di quelli dell’uomo. Durante il giorno la pupilla è contratta mentre al buio della notte si dilata enormemente per catturare più luce possibile e la retina è ricca di bastoncelli, i fotorecettori più sensibili alla luce e adatti per la visione notturna. Per lo più sedentario, predilige le aree boscate e meglio ancora con la presenza di alberi maturi, a differenza degli altri rapaci notturni più comuni e la colorazione può variare dal bruno-rossiccio al grigio, le dimensioni sono simili a quelle del gufo comune da cui si distingue facilmente per la diversa colorazione degli occhi e per l’assenza delle penne simili a cornetti sulla sommità del capo. Assai diffuso su tutti i Colli Euganei, lo si può trovare anche nei centri abitati di pianura dove ci siano giardini e parchi alberati.
Più che vederlo lo si sente facilmente all’imbrunire e in particolare verso la fine dell’inverno, quando si formano le coppie riproduttive e i maschi segnalano sonoramente la loro presenza nel territorio, difendendolo tutto l’anno e per più anni successivi. Il legame di coppia può durare tutta la vita e la femmina depone le uova (da 1 a 6) in gennaio-marzo da cui si invola spesso un solo giovane, più raramente due o tre: è quindi uno dei più precoci uccelli nidificanti e sembra anticipare questa sua caratteristica negli ultimi anni, non essendo più raro vedere dei giovani uscire dal nido anche in dicembre-gennaio: segno anche questo dei cambiamenti climatici in atto? Molto eclettico e aggressivo, cattura una grande varietà di prede: dagli uccelli ai rettili, dagli insetti agli anfibi anche se arvicole e topi rappresentano i due terzi della sua dieta. Nidifica in grossi nidi abbandonati o più spesso nelle cavità di vecchi alberi o di antichi edifici. Un caso abbastanza insolito è stata la coppia che ha scelto come dimora la soffitta di una casa abitata di Arquà Petrarca, entrando da un lucernario dove ha deposto le uova per più anni di seguito, portando felicemente all’involo i piccoli. I giovani sono seguiti e alimentati dagli adulti anche nei giorni successivi all’involo, diventando autonomi dopo qualche mese quando si disperdono, allontanandosi anche di decine di chilometri, alla ricerca di un loro territorio.
In provincia di Padova i rilievi effettuati dagli studiosi non lasciano dubbi circa una evidente diminuzione della popolazione e restano roccaforte della provincia per la specie i boschi del Parco Colli Euganei e il centro urbano del capoluogo, grazie ai suoi monumenti e ai grandi parchi alberati ancora esistenti al taglio dissennato in atto negli ultimi tempi: molti ricordano ancora gli Allocchi che nidificavano nei grandi alberi presenti in Prato della Valle e che predavano i numerosi piccioni. In campagna invece la scomparsa dei gelsi, dei numerosi sieponi interpoderali e di vecchi alberi limita la disponibilità di siti riproduttivi adatti. In dialetto il suo nome prende diverse forme come “Alocon”, “Loco”, “Soeton” e in passato, a causa della loro vita notturna e del loro canto, sugli Allocchi se ne sono dette e fatte di tutti i colori. Associati alle streghe, qualcuno li inchiodava fuori dalla porta di casa per allontanare gli spiriti maligni ma c’era anche chi pensava che la loro carne avesse proprietà afrodisiache e che mangiarne gli occhi servisse a migliorare la vista. Assurde superstizioni di cui è rimasta ancor oggi qualche traccia e che accompagnano, come tutti i rapaci notturni, anche il povero Allocco.
di Stefano Bottazzo e Aldo Tonelli