Il nonno dello smartphone ha l’età di Napoleone
Il telegrafo ottico fu inventato da Claude Chappe e la linea Mantova-Venezia attraversava la bassa veronese, la bassa padovana e il veneziano
Nella nostra memoria le comunicazioni di un tempo tra luoghi lontani ci rimandano a quando Filippide, nel 490 a.C., percorse, tutta d’un fiato, la distanza da Maratona all’Acropoli di Atene, per annunciare la vittoria sui Persiani; oppure ricordiamo i messaggeri a cavallo dei film di Robin Hood attraversare lesti la foresta di Sherwood; o ancora i messaggi di fumo inviati fra indiani di vedetta nelle alture, teatro degli episodi del vecchio West!
Ricordi tra storia e leggenda, però il problema di comunicare in passato era pregnante: i messaggeri che portavano dispacci militari, o comunicazioni economiche, correvano seri rischi di essere intercettati dai rivali e rischiare la vita; inoltre avevano bisogno di parecchi giorni per percorrere distanze notevoli. Pensiamo all’estensione dell’Impero Romano! Anche Napoleone Bonaparte aveva messo insieme un impero di tutto rispetto però, in suo soccorso, per comunicare con i comandi militari periferici venne l’invenzione clamorosa di Claude Chappe: il telegrafo ottico!
Tale dispositivo fu inventato durante la Rivoluzione francese e aprì la nuova era delle telecomunicazioni nell’ansia del rinnovamento che tale movimento, anche violento, portò al grido: “Unitè, libertè, egalitè, fraternitè”.
Con l’ausilio di un potente cannocchiale i telegrafisti vedevano e decifravano i segnali ottici inviati dalla stazione precedente per ripeterli alla successiva
Il telegrafo ottico di Chappe vide la luce nel 1792, quando l’Assemblea legislativa francese lo approvò, finanziando la prima linea Parigi – Lilla: 240km con 22 postazioni, inaugurata nel 1794. Il sistema era composto da postazioni elevate (colline, torri, campanili, ecc.) costruite o esistenti a qualche chilometro l’una dall’altra dove, con l’ausilio di un potente cannocchiale i telegrafisti vedevano e decifravano i segnali ottici inviati dalla stazione precedente per ripeterli alla successiva. Così in breve tempo i messaggi percorrevano distanze impensabili per qualsiasi corriere a cavallo. Ovvio che il tutto funzionava di giorno e in assenza di nebbia, foschie e piogge, anche se più tardi il telegrafo fu modificato per trasmettere anche di notte.
In ogni postazione dimoravano due operatori, uno con il cannocchiale decifrava il messaggio, l’altro lo ripeteva azionando una serie di corde collegate a un manubrio che attraverso rinvii e carrucole muoveva il braccio orizzontale di 4m (regolatore) e i 2 bracci laterali di 2m (indicatori). Il tutto era sostenuto e imperniato su un palo verticale alto anche 10m posto su un’altura o su una torre o campanile.
I messaggi ottici erano naturalmente codificati e le posizioni che i 3 bracci (1 regolatore e 2 indicatori) potevano assumere erano 92.
Naturalmente Napoleone fece gran uso del telegrafo di Chappe e fece costruire nuove linee all’interno e all’esterno della Francia. La linea Parigi-Lione-Torino raggiunse poi Milano e Mantova dopo il 1805 per proseguire fino a Venezia nel 1810. Successivamente la linea venne diramata da Venezia lungo la costa adriatica fino a Trieste e a sud fino a S. Benedetto del Tronto.
La prima linea del telegrafo ottico coprì la tratta Parigi – Lilla: 240km con 22 postazioni. Venne inaugurata nel 1794
La linea da Mantova verso Venezia aveva come stazioni intermedie i paesi di Garzedole e Bonferraro nel mantovano; Sanguinetto e Vigo di Legnago nel veronese; Urbana, Ponso, Schiavonia, San Pietro Viminario, Gorgo e Polverara nel padovano; poi Sandòn, Gambarare e quindi San Giorgio a Venezia.
Solo nelle stazioni di Torino, Milano, Mantova e Venezia, in Italia, i rispettivi direttori potevano decifrare i messaggi trasmessi, per questione di sicurezza.
Immaginiamo, ora, il pensiero di tutti degli abitanti in cui era installata una di queste stazioni mentre vedevano quelle braccia di legno assumere posizioni strane. Forse immaginavano che Napoleone volesse iniziare un’altra battaglia o a far imprigionare dei banditi ribelli all’imperatore! Il loro campanile o torre dove erano installati questi dispositivi, invece di rassicurare la popolazione ne erano diventati un incubo, e forse per questo, passata la ventata napoleonica furono demoliti e presto dimenticati, e i pochi documenti dispersi.
La linea da Mantova verso Venezia aveva come stazioni intermedie i paesi di Garzedole e Bonferraro nel mantovano; Sanguinetto e Vigo di Legnago nel veronese; Urbana, Ponso, Schiavonia, San Pietro Viminario nel padovano
Infatti le spese per la realizzazione, la gestione e manutenzione di tutte le linee furono enormi, e una volta sotto gli austriaci le postazioni Lombardo-Venete furono smantellate, e per mancanza di fondi si tornò alle staffette a cavallo. Così restarono operative in Francia fino al 1856 per far posto alle linee telegrafiche che sfruttarono l’alfabeto Morse già operativo in altre nazioni da una decina d’anni. Alle staffette a cavallo ripristinate, pian piano le si affidarono compiti che interessarono le popolazioni civili, dando vita alle “Messaggerie Postali” diffuse in ogni paese dalla seconda metà dell’800 per il trasporto di lettere e pacchi.
Il resto è cosa recente e grazie alle onde radio e all’elettronica le comunicazioni sono veramente in tempo reale, e se l’oggi è già domani, dopodomani che cosa ne sarà dei nostri Smartphone soggetti ad evoluzioni continue? Saranno sostituiti con altre forme di comunicazione? La privacy esisterà ancora? Basterà il pensiero per comunicare attraverso qualche cosa che ancora non conosciamo? E se penseremo male di qualcuno questi verrà subito a saperlo?
Intanto teniamoci buoni i nostri telefonini e lasciamoli ai posteri in eredità come reperto storico! Come domani saranno dei reperti storici le mega antenne che sono state installate in tutto il mondo come moderni e visivamente ingombranti alberi di acciaio e che la tecnologia 5g renderà obsolete perché sostituite da minuscole e numericamente più diffuse antenne! Anche questo è progresso!? E dove è andato il romanticismo dei messaggeri armati a cavallo, impegnati in estenuanti corse attraverso il bosco dei film in costume, dove ad attenderli nel castello c’era sempre una dama bionda e con gli occhi verdi, creando invidie in noi giovani spettatori?
Chi era Claude Chappe?
Claude Chappe (1763 – 1805) era il nipote di un barone francese. Dopo la sua formazione scolastica, Chappe entrò in seminario con l’intenzione di dedicarsi allo studio delle scienze fisiche applicate. Una delle sue ricerche era indirizzata a come comunicare velocemente a distanza. Dopo essersi edotto del lavoro fatto in epoche passate, fece esperimenti con i trasmettitori di suoni, con l’elettricità statica, con le tabelle ottiche; lentamente il nuovo sistema prese la forma del telegrafo ottico.
Con Napoleone tale sistema si diffuse enormemente al punto che sorsero sedicenti inventori che millantarono di aver fatto prima di Chappe tale invenzione, al punto che questi, già afflitto da depressione accusò i suoi avversari di averlo avvelenato. Le insinuazioni degli inventori rivali continuarono finché Claude Chappe si suicidò. L’opera fu poi proseguita per altri anni dal fratello Ignazio!