Consorzio di bonifica Adige Euganeo, grandi progetti e grandi opere per la gestione dell’acqua

La gestione della risorsa rientra nei piani per il futuro dell’Ente: la disponibilità sarà sempre più garantita insieme a nuovi strumenti per evitarne lo spreco
Può apparire quasi paradossale che un territorio attraversato dai grandi fiumi della Pianura Padana e abituato, da secoli, a conviverci gestendo gli eccessi di acqua portati dai loro corsi, oggi si trovi, per contrario, a dover governare con parsimonia questo prezioso elemento. Cinquecento anni fa, infatti, quando la Repubblica di Venezia istituì le figure dei “Provveditori sopra li luochi inculti”, competenti in materia di bonifica e irrigazione e perciò paragonabili agli attuali Consorzi di Bonifica, questa parte del Veneto si trovava ad affrontare con urgenza lo spinoso problema della bonifica delle terre. Ossia liberarle dalle acque per mettere a coltura nuovi campi e aumentare l’economia legata all’agricoltura. Oggi il problema è quasi al contrario, ma non meno spinoso: la necessità di acqua è crescente nelle estati sempre più siccitose, l’inquinamento però ne minaccia la disponibilità e per questo è necessario che quella fruibile non venga sprecata. Ed è su questo cruciale tema che il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, al pari degli antesignani Provveditori di cinque secoli fa, sta continuando ad investire le proprie energie. Infatti, se con l’ottenimento del finanziamento ministeriale di 45 milioni di euro, con il quale verrà presto realizzata l’estensione della rete irrigua nei tre distretti irrigui del Guà, Monastero e Fratta, si può dire abbia già risolto il problema dell’acqua pulita in campagna, in quei territori inficiati dal degrado del Fratta-Gorzone, e ora è la sua gestione al centro dei prossimi obiettivi. E non solo nell’area dei tre distretti.
I Fondi Europei per l’Ambiente all’interno del nuovo ciclo finanziario della Politica di Coesione Territoriale Europa 2014-2020 sono rivolti ad associare ad un più razionale utilizzo delle disponibilità idriche, il riutilizzo delle acque trattate nei settori agricolo e industriale, producendo ricadute positive, in termini di minore fabbisogno di risorse da prelevare dall’ambiente
Anche in questo caso si tratta di portare nell’area di competenza dell’Ente risorse ingenti e progetti all’avanguardia per lo sviluppo del territorio, soprattutto del settore primario che abbisogna sempre più di valori “ambientali” per qualificare i propri prodotti. “L’opportunità – spiega il presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, Michele Zanato – è offerta dai Fondi Europei per l’Ambiente all’interno del nuovo ciclo finanziario della Politica di Coesione Territoriale Europa 2014-2020. Questi fondi sono rivolti ad associare ad un più razionale utilizzo delle disponibilità idriche, il riutilizzo delle acque trattate nei settori agricolo e industriale, producendo ricadute positive, in termini di minore fabbisogno di risorse da prelevare dall’ambiente, con conseguente ricostituzione delle riserve naturali, anche a fini ecosistemici”. La disponibilità di acqua a scopi irrigui, infatti, dipende, tra gli altri fattori, dall’ammodernamento delle reti di adduzione e distribuzione, ma anche dalla creazione di nuovi bacini di accumulo e dal perseguimento di tecniche e metodi di irrigazione a maggiore risparmio idrico. “L’Europa – continua Zanato – ci chiede progetti innovativi da poter replicare su tutto il territorio continentale e noi ci sentiamo all’altezza. Tanto che dal 13 al 19 ottobre una nostra delegazione si recherà in Israele, lo stato che, come è noto, negli ultimi 70 anni è riuscito a trasformare un territorio arido e desertico in terreno fertile e coltivabile”. Grazie a un sistema per la desalinizzazione dell’acqua di mare, infatti, associato a un sofisticato metodo di irrigazione agricola “a goccia” oggi vengono risparmiati tra 25% e il 75% di acqua, con un incremento della produzione di circa 15%.
Ma, in attesa che il progetto prenda forma, sarà l’acqua dei fiumi a venire preservata dal rischio salinizzazione (desalinizzata) nel territorio di attinenza del Consorzio di bonifica Adige Euganeo. Infatti, finalmente, tra qualche mese partiranno i lavori per lo sbarramento antintrusione salina alle foci del Fiume Brenta a Chioggia. Sarà il più grande d’Italia, e rappresenterà un’efficace risposta ai gravi problemi patiti dai comuni di Correzzola, Codevigo, Cona, Cavarzere, Chioggia, Pontelongo a causa delle infiltrazioni di acqua salsa nelle falde superficiali, fondamentali per l’approvvigionamento idrico delle colture. La situazione nasce dal fatto che questa area che degrada verso il mare (si tratta di circa 20 mila ettari) si trova sotto il livello del mare per quote che toccano anche i -4 metri e nelle prolungate “magre” dei fiumi, durante i periodi siccitosi, l’acqua marina risale anche di 15-20 chilometri.
Il problema è noto da tempo, come da tempo la risposta più ovvia da anteporre al problema è sembrata essere quella di uno sbarramento alle foce comune dei fiume Brenta-Bacchiglione-Gorzone, a est della strada Romea. Il progetto per la realizzazione dell’opera è stato poi oggetto di revisioni, in quanto al semplice sbarramento la Regione e il comune di Chioggia hanno ritenuto più opportuno associare anche un ponte a due corsie con pista ciclabile e marciapiedi, per il collegamento delle due sponde del Brenta, alleggerendo in questo modo il traffico della Romea, che quotidianamente è fonte di situazioni di pericolo, creando i presupposti di una mobilità più sicura anche durante le stagioni turistiche, a vantaggio dei vicini centri di balneazione. Il nuovo progetto però è andato ad inficiare gli interessi di una vicina darsena rimando bloccato per anni in controversie. Ora ripartirà: quando lo sbarramento sarà completo misurerà oltre 200 metri, avrà 28 paratoie di regolazione dei livelli dell’acqua, due paratoie centrali automatiche per il deflusso normale e la risalita dei pesci, una conca di navigazione per il diporto. Sarà dimensionato per 200 anni di esistenza, per operare anche in occasione di piene straordinarie del fiume e resistere a calamità e catastrofi come i terremoti. Anche questa un’opera che non ha paura del futuro.