Piano Laghetti, il Consorzio di bonifica Adige Euganeo risponde con 4 progetti
Gli interventi prevedono la realizzazione di bacini di laminazione nei comuni di Correzzola, Chioggia, Vo’ e Bagnoli di Sopra, per un volume totale d’invaso stimato in 560 mila metri cubi d’acqua a disposizione di una superficie complessiva di 3.450 ettari di campagna
Malgrado la siccità di quest’anno, secondo gli esperti del settore meteorologico l’Italia rimane un paese piovoso, con 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente. Quello che è cambiato, sempre secondo le stesse analisi, è la distribuzione delle precipitazioni, proprio a causa della crisi climatica, che ha messo fuori gioco anche il sistema della bonifica e dell’irrigazione gestita dai Consorzi. Perché di tutta questa acqua solamente l’11% viene trattenuto in bacini ed invasi, il resto scorre verso il mare.
In Italia unicamente l’11% dell’acqua meteorica viene trattenuto in bacini ed invasi, il resto scorre verso il mare
L’attuale sistema irriguo, infatti, da sempre confida nelle riserve accumulate nei bacini artificiali alpini (prevalentemente ubicati al di fuori del territorio regionale) e prealpini: tali riserve, a loro volta, dipendono dallo scioglimento nivale che si attiva nella tarda primavera e in quello glaciale, di norma prettamente estivo, compensando lo svaso dei bacini legato alla produzione idroelettrica. In questa situazione, risulta evidente lo stato di criticità in cui versa l’irrigazione a carattere collettivo gestita dai Consorzi di bonifica. Ora, l’attuale congiuntura climatica pone l’attenzione sulla necessità di agire con urgenza per garantire, oltre che l’efficientamento della distribuzione, anche l’incremento a monte della disponibilità di acqua per l’irrigazione, attraverso la realizzazione di infrastrutture per l’accumulo, anche solo temporaneo, della risorsa idrica. Dai dati resi disponibili dal webGIS SIGRIAN, geo-database del Mipaaf, emerge che i piccoli invasi utilizzati come fonte di approvvigionamento per l’irrigazione rappresentano una percentuale minima (solo l’1% circa) sul totale delle oltre 6.000 fonti di approvvigionamento irriguo censite a livello nazionale. In questo contesto, vi è un’attenzione sempre maggiore alla necessità di invasi di medio-piccole dimensioni, in particolare di livello interaziendale o comiziale, ma anche consortile.
I piccoli invasi rappresentano solo l’1% sul totale delle oltre 6.000 fonti di approvvigionamento irriguo censite a livello nazionale
I cosiddetti “piccoli invasi” (sia collinari che di pianura) possono assolvere a molteplici funzioni a servizio dei Consorzi, delle imprese agricole e del territorio e contribuire alla positiva sinergia tra acqua, cibo ed ecosistemi. Verte su queste considerazioni il “Piano laghetti”, messo a punto da Ambi che punta a realizzare 10 mila invasi medio-piccoli entro il 2030, sufficienti ad aumentare di più del 60% la capacità complessiva dei serbatoi già esistenti sul terreno nazionale. Tra questi figurano anche le idee progettuali presentate dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo, inerenti alla realizzazione di nuovi invasi, a scopo irriguo, realizzabili in prossimità dell’Idrovora Barbegara, nel comune di Correzzola; in località Ca’ Bianca di Chioggia, in località Sagrede nel comune di Vo’ Euganeo, lungo il canale Lozzo, e quello lungo il canale Sorgaglia nel comune di Bagnoli di Sopra per un volume totale d’invaso stimato in 560 mila metri cubi d’acqua a disposizione di una superficie complessiva di 3.450 ettari di campagna.
“Si tratta – spiega il presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, Michele Zanato – di progetti presentati all’interno di un generale quadro conoscitivo che però nell’areale servito dall’ente rappresentano le realtà più praticabili. Se realizzati saranno piccoli bacini, utili a gestire i momenti di picco irriguo in quanto la disponibilità d’acqua che potranno garantire sarà sufficiente per coprire il fabbisogno idrico di due settimane, massimo 20 giorni”.