Presentata a Due Carrare La carta nazionale del paesaggio
Un documento nato per porre un limite alle programmazioni di sviluppo condotte in modo casuale e improvvido, senza una visione organica, basata su una qualsiasi ragionevole riflessione sulla vita delle persone, sulle reali previsioni di crescita demografica e senza alcuna valutazione dei danni permanenti che l’intervento sul paesaggio produce
Due Carrare è stato sicuramente il posto più adatto per presentare l’altro ieri, 8 maggio, la Carta nazionale del Paesaggio. Il comune alle pendici dei Colli Euganei, infatti, negli ultimi mesi è diventato il simbolo della lotta contro la deturpazione del territorio, grazie alle molte associazioni ambientaliste e ai privati cittadini che hanno sollevato le loro proteste contro la realizzazione di un progetto che avrebbe permesso a Deda srl la realizzazione di un centro commerciale. Un progetto che avrebbe sicuramente inficiato la bellezza di questa parte “preziosa” del territorio padovano in cui oltre a trovarsi ville e castelli di indubbio valore storico e architettonico, come il Catajo, San Pelagio o La Mincana, si trova a poca distanza dai poli del turismo termale di Abano e Montegrotto e contiene le aspettative dei molti imprenditori che nel valore unico di questa terra trovano anche il valore dei loro prodotti, specialmente vini. Un territorio la cui importanza è stata riconosciuta anche dalla Soprintendenza che infatti è intervenuta ponendo un vincolo paesaggistico sull’area interessata dalla costruzione dello shopping center. Il vincolo è diventato definitivo qualche giorno fa, congelando i progetti del colosso commerciale e facendo tirare un sospiro di sollievo ai tanti, tantissimi che si erano opposti alla realizzazione di questo shopping center. Forse non è ancora una vittoria definitiva, Deda Srl ha già annunciato il ricorso al Tar dicendosi convinta di vincere, ma intanto anche la tregua ha il sapore di una vera e propria conquista civile. Ecco: forse è proprio questa la vera novità rispetto al passato, il grande traguardo che si può già dire sia stato tagliato, e che trasforma la “questione” da un tema afferente agli uffici dell’urbanistica e della burocrazia in un vero tema culturale. Nostro. Del territorio, delle persone che ci vivono e ci lavorano. Perché significa che, finalmente, la causa del paesaggio coincide con il modello di sviluppo che questo territorio si è dato e questo centra molto con la Carta nazionale del Paesaggio che il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni ha illustrato l’altro ieri, accompagnata dall’ex deputata Giulia Narduolo e dagli interventi dei rappresentanti della Strada del Vino Colli Euganei (Artenio Dal Martello), del Consorzio Terme Euganee (Ida Poletto) e del direttore del Catajo, Marco Moressa.
Nella foto Il Sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni con l’ex deputata Giulia Narduolo
“La Convenzione europea del paesaggio – ha esordito il Sottosegretario, che di fatto in qualità di presidente dall’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio ha stimolato la nascita di questo documento – definisce quest’ultimo come componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni. Ossia è il racconto di quella che è la vita delle comunità che lo popolano, per questo è fondamentale gestire le sue trasformazioni attraverso un impianto normativo coordinato ed efficace ai diversi livelli di governo. Il paesaggio non va ingessato, ma va fatto evolvere in ragione di quelle scelte che non ne compromettano anche la funzione identitaria”. La Carta nazionale del paesaggio è stata licenziata alla fine di marzo dall’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio e da alcuni Ministeri, tra cui quello del Turismo, redatta sulla base dell’ampio quadro delineato dal Rapporto sullo stato delle politiche del paesaggio e dei contributi presentati agli Stati generali del paesaggio, il cui scopo è quello di coniugare la tutela e la valorizzazione del paesaggio con forme compatibili di sviluppo durevole, equo e diffuso. Strumenti fondamentali saranno l’educazione alla bellezza del paesaggio, la promozione della conoscenza e la formazione di una coscienza del paesaggio come valore storico, estetico, civico e sociale presso cittadini, istituzioni e operatori economici. Questi sono gli impegni dati dalla Carta nazionale del paesaggio, insieme all’attuazione delle politiche di valorizzazione del paesaggio come occasione e volano di sviluppo sostenibile.
La Convenzione europea del paesaggio definisce quest’ultimo come “componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni”
“La Carta nazionale – ha concluso il sottosegretario, Borletti Buitoni – si rivolge a tutti i cittadini e a quanti avranno future responsabilità di governo ai diversi livelli istituzionali, indicando una strategia nazionale per il paesaggio, affinché la sua qualità venga assunta come fondamento dello scenario strategico per lo sviluppo del nostro Paese, e smetta di essere il risultato di programmazioni condotte in modo casuale e improvvido. Negli anni l’assenza di una visione organica, basata su una qualsiasi ragionevole riflessione sulla vita delle persone, sulle reali previsioni di crescita demografica e senza alcuna valutazione dei danni permanenti che si sarebbero prodotti, ha assegnato al nostro Paese, purtroppo, un sinistro primato in termini di abusivismo, cementificazione delle coste, degrado urbano e consumo di suolo che deve, per forza di cose, finire”.