FATTORIA IL BROLO La campagna sostenibile e sociale
11 ettari sui Colli Euganei dedicati alla produzione di vini piwi biologici e alla gelsibachicoltura
per attività produttive legate alla formazione esperienziale, alla didattica educativa e al turismo slow. “Vogliamo essere occasione di sviluppo, di produzione e accoglienza in ambiente naturale e rurale, per permettere a molte persone di mettersi in gioco, di trovare un proprio ruolo e dare il meglio di sé”
Sui Colli Euganei da cinque anni esiste una fattoria il cui utile non è quantificabile solo nel valore dei prodotti agricoli realizzati. Seppur significativo. Ma tra i
risultati della propria attività rientrano anche l’utilità sociale, la custodia delle tradizioni e la sostenibilità ambientale. Insomma a fine anno la Fattoria sociale il
Brolo traccia un bilancio non solo economico, ma soprattutto umano, sociale, formativo e ambientale. E il saldo è positivo!
“In questi primi cinque anni – spiega Angela Banzato, responsabile ufficio comunicazione e marketing – la nostra realtà è cresciuta in tutti i suoi rami. È migliorata la qualità della produzione agricola, il coinvolgimento di persone fragili e anche la nostra convinzione che il futuro della campagna non sta nella massimizzazione delle rendite, ma nel dare il giusto valore ad ogni soggetto coinvolto nel ciclo produttivo. Solo così è possibile chiamare il nostro operare e il suo frutto: lavoro, nel senso di opera che va al di là di ogni prospettiva meramente mercantile”.
Il Brolo è specializzato nella produzione di vini biologici da vitigni “resistenti” e nella gelsibachicoltura. La tutela dell’ambiente e la custodia delle tradizioni stanno alla base di entrambe le attività, ma la ricaduta ha risvolti positivi anche per il l’offerta legata al turismo lento; la formazione esperienziale di persone svantaggiate e la didattica educativa con il coinvolgimento delle scuole del territorio.
“Produciamo 7 tipologie di vino da varietà Piwi come forma di attenzione ai valori ambientali del territorio – continua Sebastiano Mion, responsabile dell’azienda – vinifichiamo con il metodo della rifermentazione in bottiglia, per preservare un antico metodo euganeo. Oggi siamo a 25 mila bottiglie annue e stiamo ottenendo buoni risultati. Quest’anno vinificheremo tre vini rifermentati in bottiglia: Moscato Giallo, Raboso e Prosecco Doc. Inoltre, in aggiunta ai Piwi già prodotti, nonché, I Cavalieri della seta e Trai i gelsi, vi saranno un blend di bianchi e uno di rossi. Proprio il nostro Cavalieri della seta ha ricevuto una menzione d’onore rientrando tra i migliori Piwi d’Italia al concorso della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige nel 2021, segno che la direzione è quella giusta. Anche nella gelsibachicoltura abbiamo fatto passi in avanti in tutta la filiera: dal gelso al bozzolo, collaborando per la creazione dei brevetti della “macchina taglia rami”, della “taglia foglie”, della spelaiatrice, per la pulizia dei bozzoli, e della “macchina per la cernita. Tutti interventi che ci hanno permesso di produrre una seta di altissima qualità, fortemente richiesta dal settore orafo e medicale. Nel nostro lavoro ci sentiamo sicuramente dei pionieri, apriamo nuove strade con l’auspicio di fornire idee e strutture ad altre realtà del territorio. Facciamo innovazione conservando le tradizioni, facciamo impresa allargando la
rete al sociale. L’obiettivo è la sostenibilità e il valore di cui ognuno di noi è portatore”.