“E’ cessata la pioggia”
L’ultima fatica editoriale di Claudio Vallarini dedicata al rapporto tra le Forze armate alleate a quelle della Resistenza nel Veneto, dal 1943 al 1945
“E’ cessata la pioggia” fino a qualche settimana fa, per la storia, era solo uno dei tanti messaggi speciali registrati negli archivi di Stato. Una di quelle frasi misteriose che Radio Londra trasmise durante la seconda guerra mondiale per comunicare con i partigiani, che valsero all’emittente britannica l’emblema della lotta al nazi-fascismo. Attraverso l’etere, infatti, i Comitati di Liberazione Nazionale venivano informati dagli Alleati sulle operazioni da compiere o sui pericoli del conflitto. “E’ cessata la pioggia” aveva annunciato un imminente aviolancio di armi ed esplosivi nella Bassa Padovana, ed è a questo messaggio che lo storico Claudio Vallarini si è ispirato per il titolo del libro, fresco di stampa, che raccoglie vent’anni di ricerche ed interviste ai testimoni, rivolte a fare luce sull’intenso rapporto che intrecciò le azioni delle Forze armate Alleate a quelle della Resistenza civile operanti tra la provincia di Rovigo e quella di Padova in seguito all’8 Settembre 1943.
La storia di una guerra rimasta segreta. Avvenuta nelle province di Rovigo e Padova dall’Armistizio alla Liberazione
“Sì – spiega l’autore – il titolo allude a quel tipo di informazione, fondamentale per gli esiti della guerra, ma vuole anche essere un rimando a tutta quell’attività informazione rimasta invece sepolta, nella trattazione storica di quel periodo, sotto l’aura della Resistenza. Non si tratta di revisionismo storico, tutt’altro, ma di raccontare anche quel rilevante contributo che le Forze Alleate diedero alla causa italiana con impegno e, spesso, superando il mero spirito di missione”. Così, sullo sfondo delle impacciate scelte politiche del governo Badoglio e della monarchia, che seguirono l’Armistizio, prende il via l’approfondita cronaca di “E’ cessata la pioggia”. Il Veneto, ovviamente, è quello già occupato dalla Wehrmacht sin dall’agosto 1943, e diventato la base organizzativa e logistica per le operazioni tedesche al fronte e contro i partigiani e gli ebrei.
Un Veneto, per questo, già oggetto delle attenzioni dell’Intelligence Alleate, per reperire informazioni e documenti che potevano essere determinanti per modificare gli esiti della guerra. Il lavoro di Vallarini porta alla luce le attività effettuate dagli agenti segreti inviati nel Veneto dopo l’Armistizio, arrivati con sommergibili o con aeroplani, paracadutati nelle campagne, per compiere operazioni di spionaggio e di sabotaggio contro le ferrovie o i capisaldi germanici, operazioni che costituirono un fecondo rapporto con la Resistenza, della quale, grazie ad un accordo sottoscritto in Svizzera nel novembre 1943, gli agenti divennero i più stretti collaboratori e fornirono ad essa un senso di legame e di fratellanza da parte degli Alleati. Pur affrontando in gran parte il rapporto tra la Resistenza e gli Alleati, tuttavia, l’autore si addentra anche su episodi di costume e, soprattutto, di guerra partigiana che coinvolsero cittadine quali Castelbaldo, Merlara, Stienta, Rosolina o Ariano Polesine.
Il libro racconta anche delle fortificazioni fatte costruire dall’Esercito germanico, nel Delta del Po e sui Colli Euganei, ma anche di uomini e di donne che affrontarono non solo la morte, ma anche il suo più truce dolore attraverso le torture del controspionaggio tedesco, con patimenti ed esecuzioni che andarono ben oltre la rappresaglia, assumendo forme dimostrative rivolte a dissuadere l’insorgere di ogni sorta di collaborazionismo tra gli agenti segreti e la società civile. Più di trecento pagine corredate da foto e documenti che accompagnano il lettore in un viaggio dentro agli ultimi due anni di una guerra rimasta per molti aspetti sconosciuta, facendoci ascoltare le voci dei protagonisti, politici, ufficiali, semplici soldati e persone comuni, immergendoci in una realtà che ci appare lontana, ma che per questo non deve essere dimenticata.