“Santimaria”, il tempio del pollo alla brace

La trattoria di Boccon di Vo’ da tre generazioni propone questo piatto della tradizione euganea con piccoli tocchi d’autore e “bronse” fatte con i tralci di vite
Il riscatto del pollo. Quello buono e cotto come si deve, sopra la brace giusta. Da Santimaria a Boccon di Vo’, sono ben 66 gli anni di tradizione che questo piatto, il pollo alla griglia, vanta con fierezza. Pollo cotto sapientemente, oggi come allora, sulle “bronse” prodotte bruciando i tralci di vite potati nel vigneto di famiglia. Questo tipo di brace fa miracoli. Parola di Claudio Santimaria, il figlio dei fondatori Palmino e Bertilla. E parola anche di Luca, suo figlio, che in modo convinto ha preso il testimone nella conduzione del locale. “Santimaria” è una di quelle trattorie che hanno fatto la storia della ristorazione popolare sui Colli Euganei. L’anima delle origini era ruspante, oggi il locale è più raffinato, ma la sostanza non cambia.
Oggi Luca vuole dare un valore a questo piccolo patrimonio di tradizione familiare e del territorio. “Qui sono passate generazioni di clienti e amici, padovani e non, perché il pollo alla brace – dice – è un capitolo importante nella storia della cucina dei Colli Euganei. Tutto parte da una buona materia prima e dalla cura nel gestire la cottura”. Luca si riferisce a quella cucina semplice e schietta che piace sempre. Da Santimaria vengono messi alla brace 150 polli alla settimana, sempre forniti dalla stessa azienda, che dà garanzie sulla loro alimentazione e quindi sulla qualità delle carni.
Palmino e Bertilla aprirono il locale su consiglio di un mediatore di ciliegie conquistato dal profumo proveniente dalla griglia
Tutto qui iniziò nel 1956 quando un mediatore di ciliegie, attratto dal profumo del pollo che Bertilla stava cuocendo, lo volle assaggiare a tutti i costi. E lo apprezzò così tanto da consigliare alla coppia di avviare quanto prima una trattoria. Bertilla e Palmino si guardarono in faccia e si dissero subito che forse l’idea non era affatto male. Aprirono la trattoria, che all’inizio era davvero spartana, e fu subito un successo di pubblico. I clienti arrivavano a Boccon come le api sul miele. C’era anche il campo da bocce in quell’osteria, dove la gente del posto la sera tirava tardi allegramente.
Claudio e la moglie Tiziana Strazzacappa (pure lei di Vo’) qualche anno dopo presero il testimone dei genitori di lui, migliorando subito il locale, anche perché nel frattempo in tanti si erano messi a fare il pollo o il galletto ai ferri sui Colli Euganei. Luca in anni più recenti ha fatto lo stesso, dando un’ulteriore “lustrata” al locale: un rinnovamento evidente.
Si respira una bella atmosfera in questa trattoria di Boccon di Vo’ che, seppur rinnovata, ha mantenuto quel tono ‘alla casalinga’ che aveva alle origini. Dalla terrazza, che è la sala da pranzo estiva, si gode una bella vista sul Monte Venda. In parte anche sui Berici.
Altri piatti forti sono i bigoli caserecci al ragù o all’anitra. Oltre al salame ai ferri e alla faraona
Pollo alla brace cucinato come dio comanda. Osservando alcuni piccoli accorgimenti, fra i quali il sugo al pomodoro e spezie varie che accompagna il piatto…
Papà Claudio ne è geloso custode e non ne rivela il segreto. La gestione familiare è il perno di questo locale, che guarda al futuro con un passato solido alle spalle. Come tante altre trattorie tradizionali dei Colli, che con i loro piatti buoni e semplici non sono mai passate di moda… A dare una mano adesso c’è pure Sara, la fidanzata di Luca.
Se il pollo alla brace resta il piatto forte, “Santimaria” si distingue anche per altri piatti: i bigoli al torchio con il ragù all’anitra o con prodotti di stagione, come per esempio i piselli. I salumi caserecci proposti negli antipasti, gli gnocchi al pomodoro, le fettuccine al cinghiale (che sui Colli non manca…), la battuta di faraona, la tagliata di scottona, il salame ai ferri… Anche i dolci sono di casa. Moltissimi i vini euganei in carta, proposti a prezzi ragionevoli (come i piatti): del resto Vo’ è la principale zona di produzione euganea.
Durante la recente pandemia Vo’ per un certo periodo visse, primo comune italiano, l’isolamento della “zona rossa”: la nostalgia dei fine settimana passati in trattoria fu per tutti molto forte. Per questo quando, finalmente, le limitazioni sono cadute queste trattorie sono state prese d’assalto. “Lavorare con passione è una gioia – dice Luca -. In questo mestiere si vive della soddisfazione dei clienti e oggi più si guarda a una semplicità fatta bene più soddisfazioni si hanno”. Chi può dire il contrario?