Al Mercato Ittico di Chioggia progetti ecologici che guardano al domani
Si stanno per concludere due importanti fasi sperimentali che porteranno alla realizzazione di un impianto di trasformazione dei rifiuti plastici in carburante e alla digitalizzazione della sala aste per una moderna Wall Street dell’Adriatico
Grazie ad una marineria che conta più di 300 natanti, quello di Chioggia, è il primo mercato ittico all’ingrosso misto alla produzione d’Italia. Ogni giorno dallo stabilimento di via Poli transita il pesce pescato in mare, quello di laguna oppure quello allevato nelle valli del territorio. Oltre al fresco nazionale viene commercializzato anche quello estero, sia congelato che conservato o surgelato per un quantitativo annuo complessivo che supera le 11 mila le tonnellate, in buona parte commercializzate con aziende collegate con la grande distribuzione italiana, ma in parte destinate anche a raggiunge i paesi esteri: Spagna e Germania in primis. Il Mercato ittico all’ingrosso di Chioggia, dunque, è una realtà economica importante che primeggia a livello nazionale, ma che attraverso il Consorzio del Distretto Ittico di Rovigo e Chioggia, che fattura circa 800 milioni di euro l’anno, raggiunge una statura predominante a livello continentale essendo il primo in Europa. Una rilevanza che assegna alla struttura del Mercato anche una responsabilità sulla risorsa a cui è direttamente collegato, il “mare”, in termini di tutela e di garanzia per il suo futuro.
“Come Mercato Ittico all’ingrosso – spiega il direttore, Emanuele Mazzaro – stiamo partecipando a diversi progetti dall’approccio scientifico e culturale sul problema dell’inquinamento da plastica nel nostro Adriatico. E ‘ caso dell’innovativo MarGnet: Mapping and recycling of marine litter and Ghost nets on the sea-floor (Mappatura e riciclo dei detriti marini e delle reti fantasma sul fondo del mare) coordinato dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Venezia (Cnr-Ismar) e finanziato dall’European Maritime and Fisheries Fund (EMFF) attraverso 22 progetti, per un totale di 14,5 milioni di Euro, tra i quali quello che ci riguarda. Ossia lo sviluppo di un prototipo portatile – le dimensioni sono grosso modo quelle di un container – in grado di trasformare, a costi relativamente contenuti, i rifiuti plastici presenti in mare in carburante per imbarcazioni attraverso un processo di pirolisi”.
La sperimentazione di questa nuova tecnologia è stata condotta presso Mercato Ittico di Chioggia sfruttando la funzione ecologica della pesca. Da anni i pescatori portano avanti iniziative per la raccolta della plastica in mare: nelle loro reti, oltre ai pesci, finiscono sempre più spesso rifiuti di ogni tipo, soprattutto di plastica che adesso potrà essere riutilizzata.
“Noi pensiamo – prosegue il Direttore – che il riciclo sia la risposta migliore da dare al problema, togliere i rifiuti dal mare non è sufficiente, è necessario invece trasformarli e farli tornare una risorsa. Originariamente il progetto prevedeva solo l’utilizzo della plastica recuperata in acqua e nei fondali ma visto che per l’incassettamento del pesce si usa il polistirolo, e al mercato ne viene impiegato molto e spesso diventa rifiuto, abbiamo pensato di inserire anche questo materiale nel processo di trasformazione. Finita la sperimentazione, il progetto ha dato i risultati sperati, e quindi ora è possibile pensare alla realizzazione di un vero e proprio impianto”.
Una “borsa dell’ittico”. La sala aste verrà attrezzata con un grande ledwall, dove i prezzi scorreranno contestualmente alle vendite, il pesce verrà visualizzato attraverso telecamere con la possibilità di fare acquisti da ogni parte del mondo
E ancora su una tecnologia all’avanguardia si scommette per l’ammodernamento del Mercato attraverso la digitalizzazione del processo di vendita. Un passo importante che permetterebbe alla struttura di diventare una vera e propria “borsa internazionale dell’ittico” e quindi un punto di riferimento sempre più importante nell’Adriatico.
“Anche in questo caso – prosegue Mazzaro – il progetto vede la partecipazione di un istituto di ricerca importante, l’Università Ca’ foscari di Venezia, e riguarda l’avvio di una stagione sperimentale che dovrebbe partire entro il mese di giugno”. L’obiettivo è la realizzazione di una sala aste paragonabile ad una piccola Wall Street. Verrà attrezzata con un grande ledwall, dove i prezzi scorreranno contestualmente alle vendite, il pesce verrà visualizzato attraverso telecamere così che gli acquisti potranno essere fatti anche a distanza e le operazioni di vendita verranno registrate nei database del Mercato stesso, garantendo tracciabilità e tutte le certificazioni di garanzia sulla qualità.
Vantaggi: la possibilità di raggiungere una clientela sempre più internazionale e ridurre gli accessi di camion e furgoni in città e quindi le fonti inquinanti
“Il nuovo sistema di produzione del prezzo – conclude il direttore Mazzaro – non sostituirà del tutto quello precedente con l’asta all’orecchio, la tradizione verrà rispettata, tuttavia questo nuovo sistema ci permetterà di raggiungere una clientela sempre più internazionale e, in chiave ecologica, di ridurre gli accessi di camion e furgoni in città e quindi le fonti inquinanti, perché il pesce potrà essere spedito in ogni parte del mondo con mezzi e strumenti veloci e affidabili. E’ importante che il Mercato Ittico di Chioggia continui la sua marcia verso il futuro e lo faccia in modo sempre più sostenibile, garantendo una forma di rispetto alla sua risorsa, il mare, e confermi il proprio ruolo di preminenza nella filiera europea”.