Consorzio di Bonifica Adige Euganeo. Con il nuovo anno al via due grandi cantieri

Pronti al via i lavori di realizzazione del cosi detto “Tubone”, per un importo di circa 42 milioni di euro, e lo sbarramento sul Brenta che ne costerà altri 20 ma bloccherà la risalita del cuneo salino
Il 2022 sarà un anno importante per il Consorzio di bonifica Adige Euganeo, perché due importanti interventi, che hanno richiesto anni di preparazione, vedranno finalmente l’avvio dei lavori di realizzazione. Si tratta di quello che ormai è stato ribattezzato “il tubone” la cui cantierizzazione è prevista per il prossimo aprile e dello sbarramento sul Brenta che bloccherà la risalita del cuneo salino lungo l’asta del fiume.
Il “tubone”
Il più grande progetto irriguo nazionale finanziato negli ultimi anni. Non avrà alcun impatto ambientale, permetterà il 25% di risparmio d’acqua e soprattutto sarà acqua certificata

La sede del Consorzio di bonifica Adige Euganeo
Si tratta della realizzazione di un articolato progetto esecutivo redatto dal Consorzio nel 2018 che il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo ha finanziato nell’agosto del 2019 con un importo di 42 milioni di euro. Tale progetto prevede l’utilizzo di acqua del fiume Adige proveniente dalla rete del Consorzio LEB, tramite una tubazione sotterranea lunga 22 km che dal comune di Bevilacqua raggiungerà Merlara, allo scopo escludere totalmente l’utilizzo irriguo delle acque superficiali del fiume Fratta ad oggi ancora contaminate da sostanze perfluoroalchiliche, PFAS. Per consentire un miglioramento qualitativo delle disponibilità d’acqua, verranno convogliate nei sistemi irrigui dei distretti Guà, Monastero e Fratta fino a 2.500 litri al secondo. Non vi sarà alcun impatto ambientale in quanto la condotta sarà interamente sotterranea. Ad oggi tutte le attività esecutive preliminari sono state ultimate ed entro aprile del 2022 verranno avviati i lavori con la previsione di ultimarli nel primo semestre del 2024. Tale intervento darà al Consorzio la possibilità di distribuire acqua “pulita” del fiume Adige, priva di PFAS e utilizzata già ora ai fini potabili, ad un territorio di oltre 7.000 ettari.
Lo sbarramento sul Brenta
Sarà lo sbarramento antintrusione salina fluviale più grande d’Italia. Lungo oltre 200 metri, potrà operare anche in occasione di piene straordinarie del fiume
L’altra criticità su cui il Consorzio si è impegnato da tempo insieme con la Regione del Veneto, con il Magistrato alle Acque di Venezia, ora Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche – Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, e con il Comune di Chioggia riguarda la risalita del cuneo salino nel Brenta. Un problema serio che la cui risposta sarà la realizzazione dello sbarramento antintrusione salina fluviale più grande d’Italia. Lungo oltre 200 metri, sarà dimensionato per operare anche in occasione di piene straordinarie del fiume e resistere a calamità e catastrofi come i terremoti. La sommità avrà pure funzione di ponte, a due corsie con pista ciclabile e marciapiedi, per il collegamento delle due sponde del Brenta, alleggerendo in questo modo il traffico della Romea, creando i presupposti di una mobilità più sicura anche durante le stagioni turistiche, a vantaggio dei vicini centri della balneazione di Chioggia e Sottomarina. L’intervento è stato cofinanziato dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per il tramite del Consorzio di bonifica, dalla Regione del Veneto, dal Comune di Chioggia e dal Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche, incaricato di svolgere le funzioni di soggetto attuatore. Dopo altalenanti vicissitudini giudiziarie e procedurali, si sta ultimando la procedura espropriativa e si stanno per iniziare i lavori di realizzazione dell’intervento con un quadro economico prossimo ai 20 milioni di euro.