Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, un progetto sperimentale per l’irrigazione sui Colli Euganei
A Vo’ verrà realizzato un invaso artificiale con lo scopo di captare le acque meteoriche e quelle portate a fondo valle dai piccoli torrenti. Servirà per i periodi di siccità, ma soprattutto per mettere a punto un modello irriguo collinare
Il futuro dell’agricoltura è indissolubilmente legato alla disponibilità d’acqua da destinare alle colture, tanto più sui Colli Euganei dove si concentrano colture di eccellenza, come la viticoltura o l’oleicoltura, diventate vere e proprie immagini dell’abilità a produrre qualità di questa parte del Veneto. Una capacità che però è sempre più messa alla frusta da prolungati periodi siccitosi, durante i quali anche le produzioni che tradizionalmente non richiedono moltissima acqua, entrano in sofferenza. L’allarme è partito da una quindicina di aziende ed è stato prontamente raccolto dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo e concretizzato nell’avvio di un progetto sperimentale destinato a mettere in sicurezza il futuro delle colture euganee.
Dal progetto sperimentale usciranno una serie di risposte utili da mettere a disposizione dei privati che potranno realizzare il proprio di bacino per la raccolta delle acque
“Stiamo mettendo a punto un modello irriguo collinare – spiega il presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, Michele Zanato – insieme alla Regione Veneto, al Parco Colli Euganei, al dipartimento TESAF dell’Università di Padova, per quanto riguarda la consulenza agro-forestale, e al Comune di Vo’ per la realizzazione, nel territorio di quest’ultimo, di un bacino di raccolta delle acque piovane. L’esposizione a Sud-Ovest del piccolo comune, infatti, lo rende una delle aree che più risentono della scarsità di precipitazioni. Oggi abbiamo già un progetto di fattibilità dell’importo di circa 300 mila euro, che prevede la realizzazione di un invaso artificiale che servirà per captare le acque meteoriche e quelle portate a fondo valle dai piccoli torrenti che si formano durante i periodi piovosi”.
Si tratta di sistema di efficientamento della risorsa idrica, una specie di “banca” destinata a conservare una riserva d’acqua direttamente sul territorio euganeo, senza dover ricorrere ad un pompaggio da fondo valle con canalizzazioni in pressione.
“Pensare di poter raggiungere ogni angolo dei 6.000 ettari collinari – continua il presidente Zanato – con l’acqua dai canali di pianura è letteralmente improponibile: i costi energetici e di infrastrutturazione sarebbero impossibili da sostenere. Quindi l’idea è quella di aggirare gli ostacoli rappresentati del dislivello e delle pendenze dei nostri Colli facendo arrivare l’acqua dall’alto, ossia preservandola in piccoli bacini a “mezza costa” dove verranno raccolte le acque meteoriche cadute sulle sommità e sui fianchi dei colli per convogliarle, nei momenti di bisogno, verso le colture”.
Zanato: “Pensare di poter raggiungere ogni angolo dei 6.000 ettari collinari con l’acqua dai canali di pianura è letteralmente improponibile: i costi energetici e di infrastrutturazione sarebbero altissimi”
L’aspetto sperimentale riguarda la sostenibilità ambientale e anche gli aspetti tecnici, come il rapporto tra dimensioni e profondità del bacino in relazione al potenziale di captazione e all’evaporazione dell’acqua, ma anche aspetti economici legati alla sua realizzazione e gestione.
“Da questo primo invaso sperimentale – continua il presidente Zanato – ci aspettiamo una serie di risposte utili per mettere a punto il modello. Una volta ottenuti i numeri e definito il prototipo, il know how verrà messo a disposizione dei privati, in quanto potranno essere le aziende agricole stesse a decidere la realizzazione di un proprio bacino per la raccolta delle acque. Magari, proprio, usando le risorse del Piano Sviluppo Rurale regionale che fino a ieri venivano impiegate per acquistare rotoloni e pivot e che domani potrebbero essere chieste per dotare la propria azienda di una riserva d’acqua permanente”.