L’emendamento Berlato e il problema cinghiali
I presupposti che in più occasioni sono stati avanzati dai consiglieri regionali (Berlato in primis) che, sottocrivendo il suddetto articolo, hanno sostenuto la necessità di modificare la legge istitutiva del Parco Colli sono riassumibili sostanzialmente come segue:
– la necessità di adeguare la legge istitutiva del Parco Regionale dei Colli Euganei (L.R. n. 38/1989) alla Legge Quadro nazionale sulle aree protette (L. n. 394/1991) la quale introduce il concetto di “aree contigue”;
– la necessità di ridurre l’area del Parco Regionale dei Colli Euganei ai soli “cocuzzoli”, trasformando l’area restante (pari a circa il 75% dell’area Parco attuale) a mera “area contigua”, cioè esterna al Parco e quindi esclusa dai vincoli e dalle tutele oggi ricadenti nel Parco;
– il fatto che nelle aree contigue sarebbe finalmente possibile introdurre la caccia, con ciò potendo combattere in modo efficace il problema dei cinghiali.
Ma l’emendamento Berlato non risolve il problema dei cinghiali
Già ora è possibile procedere a prelievi e abbattimenti faunistici, i quali possono avvenire da parte del personale del Parco o da parte di persone espressamente autorizzate (art. 11, c. 4 della L. n. 394/1991), e tra l’altro tali abbattimenti possono essere svolti anche nei cosiddetti “cocuzzoli” (dove del resto i cinghiali sostano per la maggior parte del tempo) e quindi con un’efficacia decisamente maggiore rispetto a quella della caccia che si vorrebbe introdurre la quale, rimanendo confinata nelle aree contigue, non potrebbe spingersi all’interno dei cocuzzoli stessi.”
Tratto dall’appello ai sindaci dell’8 gennaio inviato ai quindi municipi dell’area del Parco da Flores Baccini, Christianne Bergamin e Alessandro Tasinato