Sindaci. Un fronte contro l’ipotesi di ritoccare la perimetrazione del parco dei Colli Euganei

Lotta ai cinghiali sì, ma senza toccare i confini del Parco. E’ questa la posizione assunta della maggior parte dei sindaci del territorio dei Colli Euganei, come risposta all’emendamento Berlato.
La linea comune delle amministrazioni locali è stata messa a punto dalla Commissione comunale di Monselice, che ha riunito tutti i primi cittadini attorno un tavolo per organizzare una risposta da inviare al Consiglio regionale. L’articolo 70, della Legge Regionale 30 dicembre 2016, n. 30, al comma 1, infatti, invoca che vi sia un’intesa tra i Comuni e la Giunta per poter sottoporre la modifica della planimetria del Parco al Consiglio Regionale. I sindaci avranno tempo fino al prossimo 21 di marzo per mettersi d’accordo. Quindi saranno molti e probabilmente frequenti gli incontri, anche perché tra gli impegni messi in agenda dalla commissione c’è quella di scrivere direttamente la nuova legge sul Parco Colli e un confronto serrato sulla futura “governance”.
Francesco Lunghi, sindaco di Monselice
“La precedenza dell’azione dei Sindaci sarà accordata alla sottoscrizione di un documento per la conferma dell’attuale estensione del Parco Colli, ma ci impegneremo anche per avanzare le nostre proposte affinché vengano considerate e inserite nel disegno di Legge quadro sui Parchi che la Regione sta preparando”.
Luca Callegaro, sindaco di Arquà Petrarca e ultimo presidente dell’Ente Parco prima del commissariamento
“Il problema dei cinghiali negli anni è cresciuto per mancanza di fondi. E’ da quando la Regione non ha più stanziato finanziamenti per il loro contenimento che la presenza dei cinghiali è diventato il problema che conosciamo. E non si può dire che l’Ente Parco rappresentasse un costo, il Consiglio non costava un centesimo, ma non si può pensare di risolvere i problemi senza risorse. Basterebbe un contributo di 150-200 mila euro per contenerne il numero in modo significativo”.
Luciano Zampieri, sindaco di Baone
“Basterebbe ritornare al numero di abbattimenti mirati degli anni scorsi per avere una presenza non invasiva dei cinghiali. “Ottocento, novecento capi e il problema rientrerebbe. Importante sarebbe dare continuità all’azione di contenimento”.
Riccardo Mortandello, sindaco di Montegrotto
“Ridurre i confini del Parco è oggi una scelta poco accorta in quanto non tiene conto delle conquiste in termini di consapevolezza che il territorio ha maturato sulle risorsi naturali che l’area offre. Si vedano, ad esempio, i prestigiosi obiettivi riguardanti l’istituzione del Biodistretto, la candidatura Mab-Unesco, l’organizzazione unitaria Terme-Colli dell’OGD. La riduzione dell’area tutelata dal Parco, rappresenterebbe di certo un passo indietro, è stato calcolato che il turismo registrerebbe un calo del 20-25% se venisse ridotto il Parco”.
Roberta Gallana, sindaco di Este
“Negli anni sono state dilapidate cifre impressionanti per iniziative di cui oggi si fatica a vedere dei risultati. Dovremmo davvero riflettere sul futuro dell’Ente Parco, anche perché è quello che ha le problematiche e i costi più grandi del Veneto”.
Toni Mazzetti, guida dei Colli Euganei e autore di molti scritti sulla flora e la fauna locale
“E’ evidente che il problema dei cinghiali è un “cavallo di troia” che permetterebbe solo di far entrare i cacciatori nel Parco. Perché i cinghiali non sono l’unico problema dei Colli Euganei – parlo da punto di vista ambientale – il proliferare di “invasori”, come il bruco americano, le cavallette, il parassita del castagno, fino alle tartarughe della Pennsylvania o alle nutrie, dimostra che l’ambiente ha perso il suo naturale equilibrio. I sentieri sono piste da cross dove il pericolo per chi cammina e vuole starsene semplicemente in pace e sempre latente. E questo è successo e sta continuando a succedere sotto gli occhi di tutti. Quindi ritengo che le risposte non possano arrivare perpetrando una gestione meramente burocratica del territorio, serve invece ripartire dal Piano del Parco, rivedendolo soprattutto con un’attenzione maggiore alla Natura e agli elementi unici di questo particolare paesaggio. Sono anni che si aspetta un Piano Cave, non si è riusciti a produrlo, probabilmente tra qualche anno arriverà qualcuno dalla Regione a dirci che bisognerà rivedere la perimetrazione del Parco per risolvere il problema!”.