Gli eventi meteorologici estremi sono stati i protagonisti dell’estate

Siccità, grandine, vento forte e grande caldo. I danni stimanti dalla Regione ammontano a oltre un miliardo di euro
Un luglio nero per l’agricoltura veneta. Le ripetute ondate di maltempo con grandine e vento forte si sono abbattute sulle campagne danneggiando in modo grave diverse colture. Particolarmente colpite le province di Venezia, Verona e Treviso, ma tutto il Veneto è stato in balia di eventi atmosferici violenti.

La provincia più colpita dagli eventi meteorologici estremi è stata Venezia, sono stati calcolati danni per 368,3 milioni, a seguire la provincia di Verona (325 milioni), quindi Treviso (154,5 milioni), Padova (146 milioni), Vicenza (128,5 milioni), Rovigo (1,7 milioni) e Belluno (1,3 milioni)
Le associazioni degli agricoltori e i Consorzi che si occupano di assicurazioni in agricoltura stanno ancora facendo la conta dei danni, si stima che potrebbero essere oltre un centinaio di milioni di euro i danni a livello regionale per le colture, ci sono aziende agricole che hanno perso fino al 30% delle produzioni, altre fino all’80% dei raccolti, ma c’è chi ha perso tutto e si trova anche a fare i conti con danneggiamenti alle strutture, come i tetti delle stalle, magazzini e ricoveri attrezzi, oltre a serre in vetro, impianti fotovoltaici di grandi dimensioni e serramenti. Perdite notevoli che peseranno sui bilanci economici dell’intero settore primario. Il clima ha ormai un costo consistente per la campagna, la situazione peggiora di anno in anno lasciando interrogativi profondi sugli investimenti che dovrebbero riguardare il futuro e, invece, molto spesso servono per coprire le perdite subite, soprattutto quando si parla di impianti e di strutture. La grandine caduta durante il mese di luglio, infatti, non ha toccato solo le colture, causando perdite irreversibili soprattutto su frutta, mais, orticole in campo e uva, ma ha creato danni profondi sugli immobili in virtù del fatto che a cambiare non sono solo le temperature, ma anche la dimensione dei chicchi, con veri e propri blocchi di ghiaccio, anche più grandi di una palla da tennis, che inevitabilmente hanno infranto, sfondato, spaccato tanto i pannelli fotovoltaici sui tetti, come le coperture di serre e tunnel oppure tegole e serramenti di abitazioni e annessi agricoli. Soprattutto in Veneto i fenomeni portati dal cambiamento climatico sono evidenti attraverso una progressiva tendenza alla tropicalizzazione delle temperature e, appunto, dalle manifestazioni sempre di più violente dei fenomeni meteorici, lo sfasamento stagionale, il perdurare di siccità che mettono in crisi idrica i principali corsi d’acqua, con “magre sempre più preoccupanti. E nel 2023 sono state rilevate tutte queste situazioni: la stagione agricola è iniziata con una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo, seguita poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, per concludersi con il caldo torrido di fine luglio e a fine agosto. Un anno che si classifica fino ad ora, in Italia, al terzo posto tra quelli più caldi di sempre, con una temperatura superiore di 0,67 gradi di media dal 1800, ossia da quando sono iniziate le rilevazioni.
Il 2023 nel Nord Italia si classifica al secondo posto tra quelli più caldi dall’800, con una temperatura superiore di 0,86 gradi

Il flagello tra i fenomeni meteorici estremi è stata la grandine, con chicchi che di anno in anno si fanno sempre più grossi
Ma per il Nord Italia le cose sono andate anche peggio, secondo l’analisi della Coldiretti, sui dati Isac Cnr, nei primi sette mesi del 2023 le temperature hanno superato di 0,86 gradi centigradi, assegnando il secondo posto in questa triste classifica segnata dal termometro. Lo scorso 26 luglio, il presidente della Regione Luca Zaia aveva chiesto al Governo l’adozione di misure straordinarie da attingere dal Fondo di Solidarietà previsto per i danni catastrofali. Intervento a cui è seguito quello dell’assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner rivolgendosi direttamente al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. “La situazione – riportava il documento inviato al Ministero – in cui versa il settore agricolo nelle regioni del nord Italia a seguito degli eccezionali eventi atmosferici è allarmante. I venti forti, che hanno raggiunto anche i 180 chilometri orari, le trombe d’aria e le grandinate hanno ripetutamente colpito estesi territori, compromettendo seriamente i raccolti e la continuità produttiva stessa delle aziende agricole. Intere campagne sono state devastate e richiedono urgentemente un adeguato sostegno. Vista l’entità dei danni subiti e l’ampiezza dei territori interessati, risulta necessario incrementare le risorse che annualmente vengono destinate dal Fondo di solidarietà nazionale per il ripristino dei danni subiti dalle strutture e attrezzature aziendali, ai sensi dell’articolo 5 del D.lgs. n. 102/2004”. Il maltempo non ha colpito solo l’agricoltura regionale ma ha ferito persone, sradicato alberi, distrutto auto e danneggiato immobili.
I danni stimati a metà agosto dalla Regione Veneto sono di oltre un miliardo di euro e hanno coinvolto circa settantamila soggetti tra privati (famiglie e imprese) ed enti pubblici.
Venezia è stata la provincia veneta più colpita con danni al patrimonio privato calcolati in 368,3 milioni di euro (di cui 304 milioni riguardanti beni immobili), a seguire la provincia di Verona (325 milioni), quindi Treviso (154,5 milioni), Padova (146 milioni), Vicenza (128,5 milioni), Rovigo (1,7 milioni) e Belluno (1,3 milioni).
L’analisi è contenuta in un dossier inviato al Governo per la dichiarazione di emergenza nazionale, a cui dovrebbe seguire lo stanziamento di appositi fondi di ristoro che saranno gestiti dai Comuni.