La vendemmia ’22 è stata salvata dalle piogge di agosto
La perdita si attesta intorno al 10% bilanciata da un’ottima qualità delle uve. La siccità ha creato stress agli impianti ma ha ridotto anche le malattie fungine
Da qualche settimana è iniziata la vendemmia in Veneto. E le prospettive per l’annata vitivinicola 2022 sono buone. I primi grappoli a cadere nei cesti, in anticipo di circa 8-10 giorni, sono stati quelli delle varietà precoci (Pinot
e Chardonnay per basi spumante) il cui inizio ufficiale è stato tra il 26 e il 29 agosto, anche se in alcune aree del vicentino e del padovano la raccolta è iniziata subito dopo Ferragosto.
Mentre per le altre varietà le date di riferimento sono state: dal 10 settembre Glera (Prosecco), il Merlot dal 13, la Corvina dal 16, il Garganega dal 19 dello stesso mese. La produzione è stimata, rispetto allo scorso anno, in calo di circa il 10% a causa soprattutto dell’andamento meteo, bilanciata da un’ottima qualità delle uve che si presentano sane per la scarsità di piogge che non ha determinato malattie fungine.
È questo, in sintesi, il quadro emerso durante l’annuale appuntamento organizzato da Regione del Veneto e Veneto
Agricoltura con AVEPA, ARPAV, CREA-VE e UVIVE, dedicato alle previsioni della vendemmia in Veneto
e nel Nord Est, nelle principali regioni vitivinicole italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia
e Sicilia), nonché in Francia e Spagna.
A livello nazionale la produzione si stima in calo del 10% per un quantitativo intorno ai 45,5 milioni di ettolitri
Si tratta di una valutazione prudenziale in quanto le incognite per le prossime settimane riguardano l’evoluzione delle temperature e soprattutto gli episodi di maltempo.
“Il 2022 è un’annata caratterizzata da andamenti climatici anomali e da una siccità mai vista prima, che ha messo a dura prova i viticoltori veneti – ha evidenziato durante l’incontro l’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner – si è temuto che la produzione ne risentisse fortemente ma le piogge di agosto, un’oculata gestione dei vigneti e la preparazione dei nostri viticoltori, hanno consentito di mantenere le produzioni su discreti livelli, purse con qualche riduzione”.
Il denominatore comune che ha caratterizzato, praticamente ovunque, l’annata vitivinicola in corso sono state le alte temperature e la scarsità di piogge, due fattori che avranno senz’altro una certa incidenza sulla produzione vendemmiale nel Veneto, ma anche nelle altre aree vitivinicole. Fortunatamente le precipitazioni registrate nel mese di agosto hanno raddrizzato una situazione che stava diventando allarmante, in particolare nei vigneti non serviti da
irrigazione di soccorso. Anche le temperature, specie quelle notturne, a partire dal 20 agosto si sono notevolmente
abbassate facendo ben sperare per una vendemmia soddisfacente soprattutto per le varietà medio-tardive.
Belluno
Rispetto allo scorso anno, la produzione in provincia di Belluno potrebbe risultare inferiore addirittura del 30%. Stress idrico e danni dovuti ad alcune forti grandinate non hanno lasciato un buon segno.
Treviso
Rispetto al 2021 nella Marca ci si aspetta una vendemmia in contrazione, con un range che va dal -10% al -20%, solo parzialmente compensato dall’entrata in produzione di nuovi vigneti. Le cause di questo calo sono molteplici: minore fertilità delle gemme, siccità, eventi grandinigeni e Flavescenza dorata che ha causato, soprattutto in alcune aree della provincia, l’estirpo/capitozzatura di numerose piante nei vigneti.
Vicenza
Nel vicentino si prevede un calo produttivo del 15% rispetto allo scorso anno dovuto alle grandinate primaverili, ma soprattutto alla prolungata sofferenza delle viti dovuta alla calura estiva e alla siccità dei terreni. Per la sua fertilità, la Glera avrà una produzione di circa un 10% in più rispetto allo scorso anno, anche in considerazione che quest’anno non ci sono stati danni da gelo. La produzione dei vitigni medio-tardivi sarà invece influenzata dalle eventuali precipitazioni che si registreranno fino alla raccolta. I nuovi vigneti messi a dimora incideranno sulla produzione totale di circa il 2%.
Padova e Rovigo
Nell’area vitivinicola patavina e rodigina, come del resto in altre zone del Veneto, la situazione nei vigneti si presenta molto variabile in funzione della disponibilità di sistemi di irrigazione di soccorso e – nel padovano – a seconda che i vigneti si trovino in zona collinare o in pianura. Anche le numerose estirpazioni di vite colpite da Flavescenza dorata contribuiscono a ridurre le quantità che saranno vendemmiate. Sui Colli Euganei, rispetto al 2021, la produzione dovrebbe risultare in calo del 20%; nelle zone di pianura, invece, dove lo scorso anno la quantità di uva raccolta aveva subito una riduzione a seguito delle gelate primaverili, si stima un incremento di produzione di circa il 10%, soprattutto nei vigneti serviti da irrigazione di soccorso. La messa a dimora di nuovi impianti non ha certo compensato le riduzioni previste, per cui dovrebbe incidere solo di qualche punto percentuale (1-5%) sulla vendemmia complessiva.
Verona
Anche nel veronese la vendemmia 2022 dovrebbe risultare leggermente inferiore rispetto allo scorso anno, in modo particolare per le produzioni a bacca rossa del comprensorio collinare che potrebbero risultare in calo anche del 10%. I motivi dell’eventuale variazione rispetto al 2021 riguardano in modo particolare la consistenza più ridotta del grappolo dovuta al prolungamento dell’insolazione e all’assenza di precipitazioni in tutti gli stadi vegetativi. Sulla resa complessiva l’entrata in produzione dei nuovi vitigni potrebbe incidere, da una analisi consorziale, tra l’1% e
il 2%.
Venezia
La siccità e soprattutto le alte temperature di questa torrida estate hanno causato nei vigneti del veneziano un blocco della maturazione del frutto, causando la formazione di acinellature e scarso ingrossamento degli acini. Di conseguenza, le rese saranno sicuramente inferiori rispetto alle annate precedenti: per le uve a bacca bianca precoci (Pinot, Chardonnay) si prevede una diminuzione del 15-20% e probabilmente difficilmente si riuscirà a soddisfare i quantitativi massimi previsti dai disciplinari DOC; per le uve bianche medio tardive e le uve nere le rese saranno inferiori alla media di circa il 10%, ma molto dipenderà dall’andamento climatico delle prossime settimane. In sostanza, eventuali piogge potrebbero influire positivamente sulle rese che comunque resteranno inferiori alle medie. Va ricordato che le viti giovani risultano essere le più colpite da siccità e alte temperature, per cui sia le rese che la qualità dell’uva risulteranno quest’anno al di sotto dei minimi stagionali e purtroppo ci saranno delle ripercussioni anche nelle prossime annate.
Trentino Alto Adige
In provincia di Trento si prevede un’annata media, leggermente inferiore al 2020 e superiore al 2021. Il peso medio del grappolo si stima inferiore alle premesse a causa dell’estate calda e dell’assenza di precipitazioni, nonostante la disponibilità di irrigazione di soccorso. In sintesi: annata media q.li +7%; Pinot grigio: invariato; Chardonnay: -5%; Muller Turgau.: +7%; Teroldego: +10%: Merlot: +7%: Marzemino: +7%. In provincia di Bolzano si stima un 10% di raccolta in più rispetto allo scorso anno. Il fattore principale è il ritorno alle rese massime per la DOC Alto Adige e DOC Lago di Caldaro, che erano state abbassate per decreto come misura per mitigare gli effetti negativi sul mercato e sulle cantine a causa della pandemia per Covid19. Per quanto riguarda i diversi vitigni, si può constatare che il numero di grappoli è simile alla media degli ultimi anni, tranne per Chardonnay e Pinot grigio per i quali si osserva un numero di grappoli minore rispetto all’anno scorso. Rispetto al 2021, i grappoli sono più compatti, con un numero di acini per grappolo superiore del 10%/20%; il peso degli stessi è invece inferiore con percentuali analoghe.