SEI VOLTE COLLI EUGANEI un percorso verso i Cru
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Il Consorzio Vini Colli Euganei ha presentato gli studi inerenti l’individuazione di sei macro aree all’interno del territorio per qualificarne i vini. Oggi il mercato
vuole vini identitari ed espressione delle caratteristiche di un territorio
I Colli Euganei siamo abituati ad immaginarli come un unico areale che si staglia sull’orizzonte della pianura padana, ma in realtà, in ragione delle latitudini e della loro particolare conformazione, conservano al loro interno diversità significative. Tratti distintivi che chi produce e conosce i vini del territorio è abituato a considerare, ma che ancora non sono stati evidenziati per caratterizzare le produzioni delle diverse aree.
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Foto di Livio Sinigaglia
Il progetto che il Consorzio Vini staportando avanti, con il nome di “I Colli Euganei Doc verso i cru, delineazione di macrozone tra climi, microclimi, suoli e caratteristiche dei vini”, riguarda proprio l’individuazione di queste differenze: agronomi ed enologi hanno enucleato questa suddivisione in sei macro aree vitivinicole quale sunto della loro esperienza decennale nell’areale euganeo. “Si tratta di un work in progress – spiega Marco Calaon, presidente del Consorzio Vini Colli Euganei – il lavoro ha infatti preso avvio molti anni fa con la zonazione, un importante progetto che ha consentito di mappare i contesti ambientali dei diversi terroir e raccogliere, per i vitigni interessati dallo studio, una consistente mole di informazioni di carattere vegetale e produttivo. Oggi capitalizziamo quel primo lavoro e ci spingiamo oltre per porre le basi dell’individuazione delle Uga, Unità Geografiche Aggiuntive, la brutta traduzione italica del più affascinante concetto del cru francese. La divisione in sei aree ci consentirà di iniziare ad andare più nel dettaglio, una tappa intermedia verso le Uga. Il dividere diventa un’occasione di accrescimento del valore di un’area”.
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Analizzando le esposizioni dei versanti, le altitudini dei rilievi e le caratteristiche climatiche si è giunti ad una ripartizione dell’intero territorio in 6 aree climatiche.
Area Nord, contraddistinta da un clima verosimilmente pedemontano, dalla presenza di boschi di castagno, buon quantitativo di piogge e vegetazione rigogliosa. L’altezza massima dei rilievi è intorno ai 250 metri.
Area Est, beneficia di un’insolazione prevalentemente mattutina, la vegetazione è abbastanza rigogliosa e piovosità leggermente inferiore dell’area precedente: Il clima è più caldo rispetto all’Area Nord. Altimetria massima dei rilievi e attorno ai 200 metri.
Area Ovest: ha un irraggiamento nella seconda metà della giornata e per questo si caratterizza con temperature più calde. La piovosità non è eccessiva, la vegetazione e prossima alla macchia mediterranea ma che non esclude il bosco. L’altezza dei rilievi raggiunge al massimo i 270 metri.
Area Centrale, fortemente caratterizzata dalla presenza del Monte Venda, la cima più alta dei Colli Euganei – 601 metri – che fa da barriera fisica alle correnti d’aria che arrivano da nord, creando una divisione netta tra il nord e il sud dell’intera zona; le temperature sono più basse, mentre abbastanza alto è l’indice pluviometrico. L’altezza dei rilievi supera i 270 metri.
Area Sud, l’insolazione è forte durante tutto l’arco del giorno e determina un clima più caldo rispetto alle altre zone con meno precipitazioni. Presentano una vegetazione tipica da macchia mediterranea, con presenza di ginestre, roverello e leccio. L’altitudine massima di quest’area raggiunge i 270 metri.
Area della Valli: Rientra in questa area tutta la fascia che circonda le alture collinari. Non risente dei condizionamenti dei colli e presenta una propria omogeneità climatica.
Gli studi di questi mesi, sintetizzati dagli agronomi Filippo Scortegagna e Filippo Giannone, si sono focalizzati sui valori climatici. “La variabilità in tal senso – spiega Scortegagna – è rilevante. In un’area di appena 2500 ettari vitati sui 20.000 totali la variante climatica su base annua può arrivare anche a due gradi centigradi. Ne consegue che dal punto di vista botanico possiamo riscontrare la presenza dei castagni a nord e di piante di capperi al sud. Due gradi sembrano pochi, ma in realtà è una variazione che incide molto sull’ambiente. Per portare un esempio pratico di quanto si va asserendo, l’uva Merlot ha una variabilità fenologica sul germogliamento anche di 18 giorni tra le due parti opposte dell’area e variazioni importanti ci sono anche sulle epoche vendemmiali monitorate sulla stessa uva a partire dal 2007: si arriva a ben 26 giorni di anticipo nell’area sud”.
Questi e altri dati testimoniano, l’importanza prevalente delle determinanti climatiche su quelle pedologiche. Ecco perché sarà sempre più decisivo il monitoraggio del clima anche in piccole zone. Ma se alle diverse aree euganee corrispondono caratteristiche ambientali così variegate è logico convenire che, anche i vini rispondono con altrettanta mutevolezza. Ed è su questo versante che, invece, si sono concentrate le ricerche di Nicola Frasson, collaboratore guida Vini d’Italia Gambero Rosso, che ha guidato un panel di degustazione – con ristoratori, gli stessi agronomi e comunicatori – incentrato sui vini rossi della Doc Colli Euganei, divisi per le sei macroaree di provenienza, prendendo in considerazione campioni da vasca. “La lettura è stata molto chiara in alcuni di questi territori – spiega il degustatore – in altri si è rivelata più complessa e dunque bisognosa di un approfondimento, in altri ancora è stato complicato individuare uno stile comune. A grandi linee posso dire che nella zona nord emergono immediatamente l’aroma di frutti rossi e note vegetali e balsamiche, accompagnate da un tannino grintoso e da buona acidità. A Est prevalgono armonia ed equilibrio, il frutto è sempre in primo piano, mentre è quasi del tutto assente la nota vegetale, bene anche la sapidità. La zona ovest si caratterizza per una certa eterogeneità nella lettura, manca una peculiarità stilistica uniforme e forse la motivazione è nell’alto numero delle aziende presenti. Al centro troviamo soprattutto una viticoltura a bacca bianca, quindi le nostre verifiche sono al momento allo stato embrionale. La ristretta batteria di vini rossi assaggiati ha però manifestato u in bocca risultano più ricchi e sostenuti da una trama tannica fitta e ben levigata. Infine la parte delle valli è stata la vera sorpresa, con vini dai toni grintosi e ricchi di succosità”.
E sarà proprio attraverso queste differenze che sarà possibile qualificare in modo più preciso l’esclusività dei vini euganei. “La Denominazione Colli Euganei – spiega Fabio Piccoli, direttore responsabile Wine Meridian – rappresenta una sorta di continente vitienologico, dove è presente una diversificazione territoriale tra le più eterogenee a livello nazionale ed è in questo contesto che va interpretato questo ulteriore impegno del Consorzio, ovvero quello di rendere sempre più intellegibile il territorio vitivinicolo euganeo, fornendo dati concreti che sono verificabili dal punto di vista tecnico e scientifico. Dopo l’abbondanza di comunicazione tutta incentrata sulle emozioni e sulle suggestioni è ormai tempo di uno storytelling più autorevole e che basi la sua riconoscibilità sulla verificabilità. Le denominazioni non devono abbandonare la comunicazione legata all’arte, alla cultura, all’ambiente, semmai devono supportarla attraverso le differenze certificate che le contraddistinguono”. Insomma il Consorzio Vini Colli Euganei punta a mettere in evidenza la complessità del territorio in chiave valoriale, rispondendo a quello che il mercato oggi vuole, ossia vini dall’identità certa ed espressone delle caratteristiche di un territorio. “Questo lavoro – conferma Lisa
Chilese, responsabile della comunicazione del Consorzio Vini Colli Euganei – mette l’accento sulla ricchezza dell’areale euganeo, ne evidenzia le multiformi caratteristiche che connotano in modo chiaro e distinto ogni singola macro area individuata. L’invito per chi produce e vive sui Colli Euganei è quello di prendere
consapevolezza una volta di più del valore e della meraviglia di questo territorio, a chi invece ha il compito di comunicare e raccontare i territori del vino italiani,
raccomanderei di raggiungere gli Euganei per constatare di persona la bellezza, la varietà, e la complessità che contraddistingue un territorio così unico!”
La foto della copertina è di Zek McLucky