E’ vero che una mela al giorno toglie il medico di torno?
Le sue proprietà sono confermate solo in parte dalla scienza, però resta vero che può aiutare a controllare i livelli di insulina e ad abbassare i livelli di colesterolo
La frutta e le verdure consumate in grande quantità possono dare un significativo contributo all’ assunzione di nutrienti, anche se il loro contenuto non è alto. Le mele rientrano in questa categoria in quanto se consumiate fresche apportano un valore energetico moderato, simile ad altri frutti, mentre le mele usate per la preparazione di bevande e succhi di frutta hanno un apporto energetico molto più alto in quanto i succhi vengono concentrati ed addizionati di zuccheri. Le mele, contengono poche proteine, meno dello 0.2 %, e pochi lipidi, intorno allo 0.4 %. Le mele inoltre non sono ricche di vitamine e minerali come altri frutti, contengono vitamina C e potassio, in particolare se confrontate con altri frutti o superfoods oggi in commercio. Però le mele sono una grande risorsa di fibra solubile, specialmente pectina, che può aiutare a controllare i livelli di insulina facendo rilasciare gli zuccheri più lentamente dopo il pasto. Le pectine aiutano inoltre ad abbassare i livelli di colesterolo.
Oggi l’approccio salutistico all’alimentazione ha reso più popolare l’uso nutraceutico degli alimenti. Quindi oltre al ruolo nutrizionale menzionato, c’è un continuo interesse per l’identificazione di sostanze potenzialmente bioattive contenute nei vegetali che se assunte giornalmente, e nella giusta dose, possono migliorare e prevenire una serie di malattie.
La ricerca si è concentrata sulla mela annurca campana dalla quale sono stati estratte una serie di sostanze utili per la cura del colesterolo e anche per stimolare la crescita dei capelli
Tra queste sostanze, quelle che maggiormente sembrano collegate alla prevenzione delle malattie dismetaboliche sono i polifenoli ed in particolare i flavonoidi, che agiscono come antiossidanti. Tradizionalmente alle mele sono attribuite proprietà preventive, credenze che possono essersi originate proprio dalle funzioni dei polifenoli contenuti, che recentemente hanno anche alimentato una serie di studi nutraceutici da parte degli scienziati sulle proprietà anti-ossidanti, anti-cancro, anti-neurodegenerative ed anti-obesità dei composti polifenolici contenuti nelle mele. Negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata sulla valorizzazione dei frutti antichi, in particolare sono degne di nota le ricerche sistematiche svolte sulla mela Annurca campana che hanno portato i ricercatori ad estrarre, caratterizzare e testare una serie di sostanze utili per la cura del colesterolo e anche per stimolare la crescita dei capelli, anche in pazienti sottoposti a terapia anticancro. In particolare i ricercatori dell’Università di Napoli “Federico II” si sono dedicati a portare avanti la sperimentazione clinica su volontari, fino ad arrivare a produrre una linea di prodotti nutraceutici a base di mela Annurca campana (Malus Pumilla Mill).
Specificatamente i ricercatori hanno identificato come composto attivo il fitocomplesso della procianidina B2, un derivato dimerico presente in forma concentrata proprio nella mela annurca campana. Possiamo concludere che i risultati sperimentali hanno dimostrato che i polifenoli estratti dalle mele sono capaci effettivamente di abbassare il colesterolo e stimolare la ricrescita dei capelli, a patto che vengano assunti in forma concentrata e giornalmente per almeno 2 mesi. In conclusione, il famoso detto “una mela al giorno toglie il medico di torno” è solo parzialmente confermato in quanto il consumo di una sola mela al giorno non è effettivamente sufficiente a manifestare le proprietà benefiche di questo frutto, si è calcolato infatti che la dose efficace si ha con un consumo giornaliero di 5-6 mele, che però è sconsigliato poiché apporterebbe una quantità di zuccheri troppo elevato, ecco perché in questo caso è preferibile assumere prodotto nutraceutico appositamente formulato e privato degli zuccheri in eccesso. Altri studi sono in corso d’opera al fine di valutare la capacità antiinfiammatoria ed immunostimolante degli estratti di mela.