Il Brolo, obiettivo riportare la seta tra i prodotti d’eccellenza del Veneto

La Società Agricola Impresa Sociale di Teolo, sui Colli Euganei, ha iniziato un percorso di reintroduzione della gelsibachicoltura e avviato una serie di sperimentazioni rivolte all’ammodernamento di questo sistema di allevamento e al miglioramento della qualità del prodotto finito
“Seta” un termine semplice che racchiude in sé secoli di storia, un prezioso filo, prodigio della natura, prodotto di un’arte antica altrettanto mistica.
Affascinati da questo intreccio di natura e cultura, la Società Agricola Impresa Sociale Il Brolo ha deciso di intraprendere un percorso di reintroduzione della gelsibachicoltura in Veneto. Con altri produttori e in sinergia con diverse professionalità, è stata costituita Serinnovation, (un gruppo di produttori, istituti di ricerca e consulenti) di cui il Brolo è capofila. Come dice il nome, non si tratta solo di una semplice reintroduzione di questa antica arte ma anche un ammodernamento delle attività di coltivazione e allevamento per rilanciarla e diffonderla nel territorio che, fino a qualche decina di anni fa, produceva la miglior qualità di seta nel mondo.
Per raccontare la nostra de Il Brolo nella gelsibachicoltura, partiamo dalla coltivazione dei 3 ettari di gelso (Morus alba) divisi in 5 varietà. Qui, parte delle piante sono coltivate nella maniera tradizionale, parte invece compongono l’impianto sperimentale costruito per studiare le diverse varietà di gelso destinate all’alimentazione dei bachi. Quest’ultimo impianto prevede l’utilizzo di una macchina progettata per raccogliere i rami e quindi agevolare le attività in campagna.
Dalla produzione della foglia, alimento esclusivo dei bachi da seta (Bombix mori), si procede poi all’allevamento di questi piccoli animali, che avviene nelle strutture dell’Impresa Agricola, alcune ricavate dalle antiche proprietà del Cardinale Bembo (1470 – 1547), altre di nuova costruzione.
Qui, le larve, raccolte in telaini, arrivano direttamente dal CREA-AA di Padova, detentore di genotipi sia di gelsi, sia di bachi da seta ma anche custode delle tecniche di allevamento e coltivazione, essenziali saperi di questa tradizione, nonché punto di riferimento mondiale per la ricerca e lo sviluppo della gelsibachicoltura.
I campi d’impiego dei prodotti della gelsibachicoltura sono molteplici. Oltre alla seta vengono estratte sostanze e principi attivi per la medicina e la farmacologia
L’accrescimento si sviluppa in 5 età e dura circa 4 settimane; durante questo periodo gli insetti alternano momenti di attività, a momenti di muta. L’alimentazione si differenzia secondo le età. Le larve dalla 1° alla 5° età, aumentano di circa 10.000 volte il proprio peso; parimenti, la superficie che viene impegnata nell’allevamento, sempre mantenendo il paragone dalla 1° alla 5° età, è di: 0,5 mq, fino a 15-20 mq, per poter allevare le larve di un telaino (20.000 larve).
L’ultimo dato è relativo all’alimentazione: la quantità di foglie che vengono mangiate passano da 1,5 kg per la 1° età, a 300/340 kg per la 5° età per telaino.
La sperimentazione e il contributo che, grazie a questo progetto, finora è stato dato, ha permesso di costruire alcuni prototipi di macchine funzionali all’allevamento. In particolare, è stata meccanizzato il taglio della foglia, la pulizia dalla spelaia e infine per l’estrazione del bozzolo e la cernita. Anche l’essicatoio è stato oggetto di ammodernamento per essere in linea con le necessità produttive.
Infine, lo studio delle strutture di allevamento, ha permesso la raccolta di dati ambientali e non solo, con il fine di individuare le variabili che più interferiscono con la qualità della produzione. Attualmente i dati sono ancora in fase di approfondimento, si prevede di concludere la ricerca con l’anno 2022.
Un’importante azienda orafa del territorio ha deciso di investire su una seta etica per la realizzazione di alcuni gioielli da lanciare sul mercato mondiale del luxury
Il Brolo esprime la sua passione per la natura e la tradizione, anche nelle altre attività agricole. Nello specifico, per quanto riguarda la vitivinicoltura, ha scelto di portare avanti un’agricoltura più che biologica; dei 7 vitigni presenti, 4 sono resistenti. Si tratta infatti di selezioni innovative che hanno come caratteristica naturale una maggior resistenza alle malattie. Con queste uve si ottengono vini PIWI che assieme ai rifermentati in bottiglia, costituiscono i prodotti su cui l’azienda si riconosce e ha investito.
Ancora, Il Brolo è iscritto alle Fattorie Sociali del Veneto, un riconoscimento per l’attività di accompagnamento e di educazione che svolge ma anche un vanto per una proposta che cerca di “coltivare” e riportare nel territorio solidarietà e senso di unione tra le persone. La divulgazione e la creazione di una rete di produttori professionisti è uno degli obiettivi di questo grande progetto, assieme alla rete infatti si cerca di formare sempre più produttori, dando loro tutto il sostegno tecnico e materiale, necessario all’allevamento.
I campi d’impiego dei prodotti della gelsibachicoltura sono molteplici, oltre alla famosa seta per il settore tessile, negli ultimi anni, grazie a ricerche specializzate, la seta è stata impiegata in molteplici settori. Oggigiorno dalla seta, vengono estratte sostanze utilizzate nella medicina e nella cosmesi. Dalla pianta del gelso si possono invece estratte principi attivi utilizzati dalle case farmaceutiche. Dalle crisalidi invece si possono estrarre olii oppure farine ad alto valore nutrizione.
Non da ultima un’importante azienda orafa del territorio ha deciso di investire su una seta etica per la realizzazione di alcuni gioielli.
Questa affascinante esperienza, non poteva che regalare momenti straordinariamente inaspettati. La seta de Il Brolo è diventata arte al MOMA di New York grazie alla collaborazione dell’artista Neri Oxman e il MIT Massachusetts Institute of Technology. Nel 2019 Il Brolo ha collaborato ad un progetto innovativo con la realizzazione, presso le proprie strutture, di un’installazione artistica e architettonica in seta, il “Silk Pavillon II” di Neri Oxman. Si tratta di un’opera con lo scopo di dimostrare un nuovo approccio alla costruzione, in cui gli umani interagiscono con i sistemi naturali. Diviene quindi frutto dei nuovi processi di progettazione e produzione con il baco da seta, sperimentati nel rispetto dei tempi, della peculiarità e della “creatività” della natura.
“Per noi questo connubio di tradizione e innovazione – spiegano al Brolo – è stato il frutto di una sfida molto impegnativa ma che ha portato davvero grandi soddisfazioni. Ora la sfida continua passando dall’arte alla quotidianità con il fine di riportare la seta, nei suoi molteplici usi, tra i prodotti d’eccellenza del Veneto”.