Criptismo e mimetismo, espedienti per sopravvivere all’inverno
Sono molte gli espedienti che il mondo animale ha escogitato. Alcuni cercano di confondersi con l’ambiente circostante altri copiano comportamenti di altri animali
In inverno alcuni animali cambiano il loro aspetto per potersi confondere meglio con l’ambiente che si trasforma, specie in montagna dove domina il colore bianco portato dalla neve. Uno dei mammiferi più interessanti delle Alpi per questa capacità di mutare colore è la lepre variabile, detta anche lepre bianca o lepre alpina. La pelliccia marrone durante il periodo estivo muta gradatamente di colore diventando bianca permettendo di diventare quasi invisibile nell’ambiente innevato. Questa specie è un vera e propria maestra del criptismo, una strategia di sopravvivenza tipica anche di altri animali che vivono in quota da non confondere con il mimetismo. Il criptismo è il tentativo di confondersi con l’ambiente circostante, assumendone forme e colori, per risultare meno visibili nei confronti dei predatori o, viceversa, per avvicinarsi il più possibile alle prede. Il mimetismo è invece il tentativo che gli animali possono fare di copiare, mimare altre specie per trarne dei vantaggi. Un classico esempio di mimetismo è quello dei silfidi che, pur essendo insetti inoffensivi, tendono ad assomigliare alle vespe per scoraggiare gli eventuali predatori.
La pernice bianca, per non lasciare impronte sulla neve che potrebbero rivelare la sua presenza, arriva in volo al riparo scelto per proteggersi dal freddo
Tra gli uccelli il rappresentante più noto del criptismo è la pernice bianca, piccolo tetraonide d’alta montagna e brughiere, presente in varie zone della Alpi e nidificante in Veneto nella provincia di Belluno. Da novembre a marzo il suo piumaggio è interamente candido mentre negli altri mesi solo le ali rimangono bianche mentre il corpo è di un marrone-grigio screziato che la confonde più facilmente tra le rocce senza neve.
Di indole gregaria si alimenta di frutta, semi, germogli, foglie e nidifica sul terreno dove di solito effettua una sola covata e i pulcini vengono nutriti per le prime settimane anche con insetti.
Nei rifugi scavati nella neve la temperatura non scende mai sotto i -2/-3 gradi e permette la sopravvivenza anche nelle notti più rigide
D’inverno per proteggersi dal gelo notturno arriva in volo sul sito scelto, per non lasciare impronte sulla neve, si sprofonda di pochi centimetri, se la neve è ghiacciata, fino a una ventina di centimetri se è più soffice: in questi rifugi la temperatura non scende mai sotto i -2/-3 gradi e permette la sopravvivenza anche nelle notti più rigide. Non sono molte le specie di uccelli che possiedono queste capacità di modificare il piumaggio a seconda della stagione come forma di difesa, numerosi sono invece quelli che sfruttano il mimetismo per la loro salvaguardia e quella della loro discendenza: infatti spesso le uova e i pulcini hanno colorazioni che li fanno per così dire sparire dalla vista e salvarli dagli eventuali pericoli.
Un uccello molto bravo nell’arte del mimetismo, applicata in più modalità, è il torcicollo, appartenente sì alla famiglia dei picchi ma che si comporta in maniera differente non avendo un becco adatto a bucare i tronchi alla ricerca di cibo.
Si nutre principalmente di formiche, uova e loro larve cercandole sul terreno, sui tronchi marcescenti e raccogliendole con la lingua lunga e vischiosa. Ha un piumaggio marrone molto mimetico grazie alla colorazione e alle striature presenti che ricordano la corteccia degli alberi, abbinato al suo atteggiamento fatto di immobilità seguito da movimenti molto lenti e furtivi spesso sfugge all’osservazione e quindi agli eventuali predatori.
Il torcicollo minacciato sfoggia un comportamento detto “terrifico”: assume una postura con collo a “S” ed emette versi sibilanti come quelli di un serpente
Nidifica nelle cavità degli alberi scavate da altri picchi e non disdegna i nidi artificiali dove può deporre fino a 10 uova ed è l’unico tra i picchi ad effettuare due covate e in nidi diversi. Il nome deriva da un suo atteggiamento di difesa e che è un’altra forma di mimetismo dove cerca di apparire come un’altra specie più pericolosa. Quando si sente minacciato, specie vicino al nido, sfoggia un comportamento detto “terrifico” durante il quale assume una postura con le penne della testa sollevate, il collo a “S”, oscillando e torcendosi, inoltre emette versi sibilanti e soffi che ricordano quelli di un serpente in atteggiamento aggressivo. Questa è una difesa attuata sia dagli adulti che dai giovani fin dalle prime settimane dalla nascita e questo spesso li salva dai predatori che rimangono perplessi su che tipo di animale hanno di fronte e che può rappresentare non una preda ma un pericolo.
La foto di copertina è di Fabio Piccolo, le altre di Aldo Tonelli