Uccelli imitatori, chi è il più bravo?

Esistono specie che sfruttano il loro talento emettono suoni e versi molto simili a quelli di altri, si tratta di espedienti che servono per confondere gli eventuali predatori o per scacciare consimili da zone ricche di cibo
Può capitare di vedere un uccello e riconoscerlo subito per alcune caratteristiche fisiche oppure per il canto caratteristico che ci permette di capire chi lo sta emettendo anche senza vederlo, ma non sempre le cose sono così semplici. Uccelli difficilmente visibili o che si somigliano, che emettono canti simili o versi particolari possono metterci in difficoltà, tenendo conto anche delle specie ingannatrici che hanno una varietà di suoni che le possono, a ben ragione, far inserire nella categoria delle “imitatrici”. Abbiamo già parlato dei canti degli uccelli nel n. 40 di Con i piedi per terra e ricordiamo che quando si parla di canto degli uccelli in realtà ci si deve riferire ad una grande varietà di suoni complessi che costituiscono un vero e proprio linguaggio. Ogni suono ha un uso differente, un differente scopo e viene utilizzato in circostanze molto precise. A volte il canto è l’unico segnale della presenza di una determinata specie.
La Cannaiola verdognola è in grado di eseguire brillanti imitazioni di altre specie. Ne sono state identificate oltre 200

Nelle foto delle due cannaiole, e più sotto dello Lodolaio e del Torcicollo in basso è riportato il sonogramma dei loro canti e si possono notare a vista le differenze nell’andamento delle onde sonore emesse da ogni singola specie
Un esempio che ci fa capire la difficoltà del riconoscimento può essere quello di due specie che spesso si trovano in ambienti simili e sono visivamente non facili da vedere e ancor più difficili da distinguere tra di loro: la Cannaiola verdognola e la Cannaiola comune. Sono due passeriformi molto simili come forma, dimensione e piumaggio che si muovono abilmente tra la fitta vegetazione dei canneti e dei cespugli, spesso lungo i fossati e si fanno vedere raramente ma se si sente il canto la distinzione può diventare più facile dato che questo è molto diverso nelle due specie. La Cannaiola verdognola, a differenza della comune, emette un flusso quasi ininterrotto di fischi e sibili, intervallati da brillanti imitazioni di altre specie di uccelli: ne sono state identificate oltre 200! Non si limita ai canti degli uccelli che impara nel nostro Paese ma imita anche le specie del sud-est dell’Africa, di cui ha sentito i canti nei quartieri di svernamento o durante la migrazione. Questa ricchezza di imitazioni è unica nell’avifauna europea e la tecnologia può venirci incontro con l’esame dei sonogrammi: l’andamento sonoro del canto registrato e visualizzato in forma bidimensionale, praticamente un’impronta simile a quelle digitale.
Lo Storno imita a volte il Gheppio mentre la Ghiandaia è molto brava a emettere il grido della Poiana

Storno
Per analizzare un suono è necessario descrivere le variazioni dei parametri (frequenza, ampiezza e forma d’onda) nel tempo e ciò può essere fatto appunto attraverso il sonogramma, consentendo di studiare visivamente le vocalizzazioni, misurare con precisione i loro parametri e confrontarle. Nella foto delle due cannaiole in basso è riportato il sonogramma dei loro canti e si possono notare a vista le differenze nell’andamento delle onde sonore. In questo caso quindi la sola visione sul campo di una specie simile ad una cannaiola non ci può indicare quale delle due specie sia, anche se siamo degli esperti, ascoltarne il canto e riuscire a registrarlo per poi esaminarlo a computer è invece discriminatorio. Caso opposto è quello del Lodolaio e del Torcicollo che al nostro udito i versi emessi spesso ci sembrano identici. Se li vediamo invece non c’è possibilità di errore: il Lodolaio è un falco mentre il Torcicollo appartiene alla famiglia dei picchi. Se non li vediamo ma abbiamo registrato solo il verso il sonogramma potrà aiutarci nell’identificazione. Nell’immagine del sonogramma delle due specie infatti si vede un andamento simile ma non sovrapponibile. Per concludere voglio ricordare due uccelli che sono di diritto tra gli uccelli “imitatori” e che non è difficile osservare attorno a noi.
La Ghiandaia è l’imitatrice del bosco, ma non è infrequente che anche la voce umana sia nel suo repertorio

Ghiandaia
Lo Storno è un eccellente imitatore non solo di altri uccelli, ne sono state registrate fino a una ventina di imitazioni, ma anche di suoni e rumori tipici delle città, zone che frequentano abitualmente. La Ghiandaia invece è l’imitatrice del bosco dove riesce a imitare versi e suoni dell’ambiente in cui vive e non è infrequente che anche la voce umana sia nel suo repertorio. Queste imitatrici sfruttano il loro talento emettendo versi molto simili per esempio a quello di rapaci per confondere gli eventuali predatori e per scacciare consimili da zone dove hanno individuato fonti di cibo. Lo Storno per esempio imita a volte il Gheppio mentre la Ghiandaia è molto brava a emettere il grido della Poiana ma se esaminiamo i sonogrammi vedremmo che i tracciati sono diversi pur sembrando alle nostre orecchie suoni simili.