Il Lodolaio, acrobata dell’aria

In questi giorni si sta preparando per partire. Nidifica tardi rispetto alle altre specie di uccelli, ma anche i piccoli ora sono pronti per raggiungere zone più temperate dove trascorrere l’inverno
Può essere un segnale della fine della stagione dei raccolti vedere giovani Lodolai volare sopra le messi in caccia: infatti questo falco è uno degli ultimi uccelli a nidificare dalle nostre parti. Assomiglia a un Falco pellegrino in miniatura con ali strette ma riconoscibile per i calzoni e le copritrici del sottocoda color ruggine, un doppio mustacchio nero che spicca sulla guancia e collo bianchi, le parti inferiori bianche con pesanti strie nere mentre la parte superiore è grigio-bluastra.
I giovani hanno parti superiori bruno scure, parti inferiori più beige e più fittamente striate, e mancano di rosso sui calzoni e sotto la coda anche questi di colore beige. Con il suo corpo elegante e le ali a forma di falce, il Lodolaio assomiglia ad un Rondone sovradimensionato e in quanto prodezze aeree non ha sicuramente niente da invidiargli. Cacciatore davvero molto abile, cala sulle prede in volo in picchiate mozzafiato, le sorprende volando rasoterra, fa spesso delle finte cambiando rapidamente direzione e con inseguimenti prolungati le cattura al volo afferrandole con gli artigli con apparente facilità, per poi consumarle ancora volando se di piccole dimensioni o posandosi se più grandi. Si ciba prevalentemente di insetti quali falene, libellule e coleotteri e di uccelli quali Rondoni, Rondini, Balestrucci e Allodole, da cui il nome “lodola: perché caccia le allodole”.
Ama muoversi all’alba e al tramonto fin quasi al termine del crepuscolo, momento nel quale riesce a catturare anche i pipistrelli che escono dai loro rifugi diurni. Arriva di solito in aprile ma spesso non lo si nota fino a maggio quando la coppia, molto territoriale, effettua parate nuziali molto belle e spettacolari dove si esaltano ancor più le doti acrobatiche con circonvoluzioni aeree ora circolari ora in picchiata e risalite con scambio di cibo in volo, in questa fase si nutre quasi esclusivamente di insetti. In Pianura Padana nidifica su alberi nelle aree golenali, più raramente sui tralicci delle linee elettriche, e specialmente nei pioppeti, dove frequentemente utilizza i nidi di corvidi, come la Cornacchia grigia, cercando di sfrattare anche i legittimi proprietari disturbandoli con voli ravvicinati e grida: il suo richiamo è molto simile a quello di un altro uccello caratteristico come il Torcicollo. La cova in genere inizia nella seconda metà di giugno, dura un mese ed è effettuata prevalentemente dalla femmina mentre il maschio procaccia le prede, quasi esclusivamente grossi insetti e qualche uccello. La nidificazione avviene con un certo ritardo rispetto alla maggior parte delle altre specie di uccelli europei con lo scopo di poter avere a disposizione più uccelli giovani delle altre specie come prede, inesperti nel volo e più facilmente catturabili nel periodo critico dell’allevamento della propria prole che ha necessità di un maggior importo proteico. La covata è costituita da due a cinque uova e non è raro che nei pressi del loro nido ci sia anche quello del Colombaccio: è stato dimostrato che, aggregandosi al rapace molto aggressivo nei confronti dei corvidi potenziali predatrici di uova e pulcini, il Colombaccio riduca il rischio di vedere predato il proprio nido poiché il falco non permetterebbe mai per esempio a una Gazza di starsene posata dalle sue parti.
Gli involi avvengono dalla seconda metà di agosto ai primi di settembre e per un mese i giovani devono imparare in fretta i metodi di caccia prima della partenza per i paesi più caldi. A ottobre gli ultimi esemplari partono per l’Africa a sud dell’Equatore, molte volte aggregandosi ad altri esemplari, ritrovandosi alla sera in dormitori comuni e anche nelle aree di svernamento dove gli insetti tornano prevalenti nella loro dieta. Nel Veneto nidificano dalle 70 alle 100 coppie che rappresentano il 10% di quelle nazionali ma la recente diminuzione delle coltivazioni di pioppeti nel Nordest potrà forse incidere sul successo riproduttivo futuro di questo falco come quello dell’uso di pesticidi che contaminano le sue prede. Il suo nome scientifico è Falco subbuteo che significa di taglia più piccola (sub) di quella di una Poiana (buteo) e questo ci porta al famoso omonimo gioco da tavolo. Nel 1947 infatti l’ornitologo inglese Peter Adolph ebbe l’idea di riprendere un gioco degli anni trenta e di codificarlo nel gioco del calcio da tavolo con il nome di Subbuteo. Avrebbe voluto inizialmente brevettare il passatempo con il nome The Hobby che in inglese è il nome del Lodolaio ma non essendo il termine registrabile all’Ufficio Brevetti inglese ripiegò su parte del nome scientifico, Subbuteo appunto, omaggiando così il suo amato rapace.