Un viaggio da Polo a Polo

La sterna artica è l’uccello che detiene il record di distanza per la migrazione. E’ stato calcolato che nei suoi trent’anni di vita copre una spazio pari a tre volte il viaggio di andata e ritorno per la Luna
Ali slanciate, coda lunga e forcuta, un’elegantissima colorazione grigio-azzurro che contrasta col capo tipicamente nero su cui spicca il becco rosso come rosse sono le corte zampe, lunga circa quaranta centimetri per cento grammi di peso e una vita media che si assesta sulla trentina di anni: questo è l’identikit di uno degli animali più straordinari del nostro pianeta, ovvero la Sterna artica o Sterna codalunga: un uccello marino capace di migrazioni che coprono, nel corso della propria avventurosa esistenza, una distanza pari a tre volte il viaggio di andata e ritorno per la Luna.
Quando lascia i suoi areali, fra fine agosto e settembre, compie un complesso percorso a S che dalla Groenlandia la porta dapprima verso le Azzorre, l’Africa e poi l’Antartide
Detiene il record per la migrazione più lunga rispetto a qualsiasi altro animale nel mondo, effettuando ogni anno un viaggio dal circolo polare artico al circolo polare antartico. Da sempre regina indiscussa delle migrazioni più estenuanti, questa specie è stata protagonista di un nuovo, incredibile record, documentato dagli ornitologi dell’Università di Newcastle. La scoperta è stata resa possibile grazie all’uso di speciali geo-localizzatori di cui sono stati dotati 29 uccelli: dal peso di soli 14 grammi essi registrano l’intensità luminosa e la durata del giorno locale, dati da cui è possibile ricavare l’ora dell’alba e del tramonto e quindi l’esatta localizzazione dell’animale. E’ stato rilevato che alcuni di essi, in un solo anno, hanno percorso una distanza di ben 96.000 chilometri, superando di cinquemila chilometri il precedente primato, detenuto da un altro gruppo di sterne partite dalle coste olandesi. La lunghezza del percorso è dovuta al fatto che quando la sterna lascia i suoi areali artici fra fine agosto e settembre non segue una retta più o meno lineare da nord a sud, ma segue un complesso percorso a S che dalla Groenlandia la porta dapprima verso le Azzorre, dove fa tappa per rifocillarsi nelle acque ricche di zooplancton e pesce, per poi dirigersi seguendo le coste dell’Africa verso l’Antartide. In questo lungo viaggio le sterne coprono in media 330 chilometri al giorno. Sulla via del ritorno, che inizia verso maggio, segue invece un’altra rotta che la porta prima verso l’Africa meridionale per poi dirigersi verso i Caraibi e quindi verso l’Artico.
Quando la sterna lascia i suoi areali artici fra fine agosto e settembre non segue una retta più o meno lineare da nord a sud, ma segue un complesso percorso a S che dalla Groenlandia la porta dapprima verso le Azzorre, poi le coste dell’Africa e l’Antartide
In questo caso le tappe giornaliere sono di circa 550 chilometri. Nel caso specifico, il viaggio di questi uccelli è stato monitorato dalle Isole Farne, arcipelago sito innanzi alla costa nordorientale dell’Inghilterra, sino ad alcuni isolotti del Mare di Weddell, a ridosso del continente antartico, dove gli animali sono rimasti fino a marzo, per poi riprendere la rotta verso la Gran Bretagna. Il volo di andata è stato caratterizzato soltanto da un paio di soste su isole dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Indiano Meridionale, rendendo ancor più incredibile il viaggio da record del piccolo stormo. Questi piccoli uccelli marini sono nati per volare per lunghe distanze e come tutte le sterne sono anche molto abili nel catturare le proprie prede che è un altro motivo grazie al quale possono volare così lontano in così poco tempo.

La sterna comune scambia con la propria compagna il dono nuziale
Si librano in aria mentre cercano il proprio cibo sulla superficie sottostante e quindi si tuffano in acqua per catturare la preda che possono mangiare in volo, donarla alla compagna durante il corteggiamento o portarla al nido che è a terra per nutrire i pulcini. Da noi è rarissima ma vi sono delle sterne che possiamo vedere facilmente, quasi tutte nel periodo primavera-autunno. Una molto simile alla Sterna artica è la Sterna comune da cui differisce pochissimo avendo solo la coda più corta e zampe leggermente più lunghe. La incontriamo non solo nel Delta del Po e nelle lagune ma anche nei corsi d’acqua interni. La Sterna maggiore è la meno frequente da incontrare ed è praticamente una Sterna comune ma più grande e massiccia come massiccio è il becco, le zampe non sono rosse ma nere. Più legata alle zone di campagna ma sempre con corsi d’acqua nelle vicinanze è la Sterna zampenere il cui nome descrive la caratteristica che la distingue inoltre anche il becco è nero. Simile è il Beccapesci ma più legato alle zone costiere e marine con becco nero dalla punta gialla, con una cresta sulla nuca ed è l’unica sterna che possiamo incontrare tutto l’anno. La più piccola della famiglia è il Fraticello, caratterizzato dal becco giallo con punta nera e inoltre il nero della testa si interrompe sulla fronte candida, come ci indica il nome scientifico “albifrons”.