Diamo un valore al territorio: regaliamolo!
E’ importante scegliere con ponderazione che cosa davvero ci serve per rendere speciali le nostre Feste
I prodotti locali rappresentano un’eccellenza che va al di là della semplice questione economica. Sono il frutto di una cultura, di una visione legata ad un territorio, di una passione che brucia nel cuore dei piccoli artigiani. Il sapore di un formaggio o di un vino realizzato con cura e amore, o il profumo di un extravergine spremuto dalle olive di un frantoio di famiglia, racconta una storia che trascende il semplice atto di consumare. Per questo con l’arrivo del Natale – cioè del periodo dell’anno in cui è più facile lasciarsi prendere dalla frenesia degli acquisti e finire per riempire il carrello di oggetti di dubbia qualità che, prima ancora di essere scartati, finiranno con il diventare immondizia, tanto più negli ultimi anni che i touchpoint digitali hanno assunto un ruolo sempre più importante all’interno di un percorso d’acquisto – diventa importante scegliere con ponderazione che cosa davvero ci serve per rendere speciali le nostre Feste.
Ci esprimiamo con gli acquisti per questo fare la spesa potrebbe essere un gesto rivoluzionario
“Noi siamo quello che mangiamo” affermava il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, vissuto nell’Ottocento, affermazione che oggi potrebbe essere rivista in “Noi siamo quello che acquistiamo”, visto che il cibo non ce lo produciamo più da soli, ma lo prendiamo – sempre più spesso – bell’e pronto. E forse sono sempre più proprio gli acquisti a rappresentare il nostro comportamento sociale, oggi che i sentimenti identitari, ossia le nostre espressioni di adesione, si fanno sempre più sfumate o annacquate, l’acquisto rimane il gesto perentorio, praticato da tutti. Ciò che acquistiamo e ciò che scegliamo di non acquistare riflette la nostra personalità, i nostri valori e le nostre priorità più di altre espressioni civiche. A volte manifestiamo una coscienza ambientalista solo attraverso l’acquisto di prodotti sostenibili. E’ più un esercizio di coscienza che di aperto appoggio alla causa del pianeta, ma tant’è: ci esprimiamo sempre più in questo modo. Sicché proprio perché l’acquisto ha assunto un ruolo sempre più determinante, l’invito della nostra redazione è quello di rivolgersi alle cantine, ai pastifici, ai molini, alle macellerie, ai ristoratori, ai frantoi. Insomma alle piccole e piccolissime aziende che stanno attorno a casa nostra per i regali, per la spesa di tutti i giorni o per preparare i pranzi e i cenoni che anche quest’anno sottolineeranno il Natale. Preferire il piccolo produttore agli affollati centri commerciali potrebbe essere un modo per riallacciare i fili con la conoscenza del territorio, oppure avere l’opportunità di ascoltare una storia, di informarsi su come quel produttore ha vissuto quest’anno il cambiamento climatico o la concorrenza dei prodotti “portata di clic”, che molto spesso hanno come unica dote il basso valore economico. Acquistare direttamente dal produttore significa anche accedere ad un certo numero di informazioni che ci permettono di dare un valore reale a quello che acquistiamo, non solo un prezzo merceologico, e perché no: anche un valore sentimentale se riusciremo a legare le produzioni a una forma di identità che anche involontariamente ci appartiene. A Natale, dunque, non lasciatevi sfuggire l’opportunità: regalate il vostro territorio!