Montagne di rifiuti, l’eredità dell’estate nei luoghi di villeggiatura

Bicchieri di plastica, bottiglie, mozziconi di sigaretta sono quanto rimane di aperitivi o lunghe feste notturne al mare o in montagna. Evidenti segni di una società che non ha ancora inteso i reali rischi causati dall’inquinamento ambientale
Articolo a cura di Riccardo Mancin, coordinatore nazionale di Plastic Free Onlus
Le ore di luce solare si accorciano e, mentre le foglie degli alberi lentamente cominciano a cambiare colore in un ultimo sussulto di vita, la prima caligine mattutina ammanta la pianura ovattandola in un silenzio assordante. Sono i primi ineluttabili segnali che annunciano l’autunno, stagione che arriva dopo i fasti dell’estate e dunque per molti simbolo di decadenza mentre all’opposto per altri, più legati alla tradizione agreste del raccolto e della vendemmia, stagione di rinascita e di preparazione all’inverno. Le spiagge e, più in generale, le località di villeggiatura, fino a ieri brulicanti di vacanzieri vocianti, rifiatano e tornano deserte, frequentate solo da pochi residenti e da visitatori occasionali in cerca di silenzio e tranquillità. E’ il momento ideale per una passeggiata che ci mostra quel luogo allo stato naturale, nella sua minimalista semplicità. Il paradosso è che l’autunno, nel mostrarci come dovrebbe essere quella spiaggia senza l’impatto dell’antropizzazione di massa prettamente turistica palesa e mette a nudo invece esattamente tutto ciò che non dovremmo trovare ossia la parte che possiamo definire peggiore della cosiddetta civiltà. Impossibile, infatti, non accorgersi della mole di rifiuti, talora seminascosti alla vista, che restano pesantemente in eredità sui litorali.
Il peso complessivo di tutti i mozziconi delle sigarette fumate nel globo ogni anno ammonta a circa 2 milioni di tonnellate

Gli standard ufficiali definiscono una spiaggia in buono stato ambientale quando sono presenti meno di 20 rifiuti abbandonati ogni 100 metri quadrati di costa
I volontari di Plastic Free Onlus, attivi ovunque ed in tutti i periodi dell’anno, conoscono fin troppo bene lo stato in cui versano, dopo il periodo estivo

Un mozzicone di sigaretta impiega fino a 15 anni per degradarsi e se gettato nell’ambiente può inquinare fino a 1000 litri d’acqua e rilasciare 4000 sostanze nocive, molte delle quali cancerogene. Le stime parlano di 14 miliardi di “cicche” buttate a terra dai fumatori solo nel Belpaese
di maggiore flusso turistico, gli arenili, i sentieri di montagna, i parchi, i percorsi lungo i laghi e i fiumi. Ci si imbatte facilmente in bicchieri e cannucce di plastica residui di aperitivi o lunghe feste notturne ma non è difficile trovare bottiglie di vetro e lattine, per non parlare dei mozziconi di sigaretta, una vera piaga. Secondo l’Unep, i mozziconi rappresentano il 40% dei rifiuti complessivi presenti nel Mediterraneo, davanti a tutte le altre tipologie di rifiuto, confermandosi dunque il rifiuto più diffuso sulle nostre spiagge. Solo due anni fa Arpav, in occasione del Salone Nautico di Venezia, pubblicò l’esito di una ricerca effettuata su alcune tra le località più note della costa veneta e il risultato non fu affatto incoraggiante: a Jesolo in cento metri di spiaggia erano stati ritrovati quasi 90 mozziconi mentre gli stessi erano quasi assenti nelle spiagge smoke free come Bibione, dotate di aree dedicate e delimitate. Ciò dimostra come sia importante abbinare alla informazione, educazione e sensibilizzazione anche misure di contrasto e di contenimento del problema, non solo basato su ordinanze e sanzioni ma sul consentire ai fumatori di sfogare il vizio senza disturbare il vicino di ombrellone né inquinare la natura. Sembra banale ma non lo è affatto. Un mozzicone, è sempre bene ricordarlo, impiega fino a 15 anni per degradarsi e se gettato nell’ambiente può inquinare fino a 1000 litri d’acqua e rilasciare 4000 sostanze nocive, molte delle quali cancerogene. Le stime parlano di 14 miliardi di “cicche” buttate a terra dai fumatori solo nel Belpaese, cifre già apocalittiche che diventano assurde se vengono estese a tutto il mondo poichè il peso di tutti i mozziconi di tutte le sigarette fumate nel globo ogni anno ammonta a circa 2 milioni di tonnellate. Un numero difficile anche solo da immaginare. Gli standard ufficiali definiscono una spiaggia in buono stato ambientale quando sono presenti meno di 20 rifiuti abbandonati ogni 100 metri quadrati di costa, pertanto è ancora molto il lavoro da svolgere per migliorare lo stato dei litorali.
Sulle spiagge arrivano anche i rifiuti del settore ittico come cassette di polistirolo, reti, boe, calze di rete per mitili
Tra i rifiuti autunnali più ritrovati e recuperati sulle spiagge ci sono anche quelli del settore ittico come cassette di polistirolo, reti, boe, calze di rete per mitili, tutti di materiale plastico o di natura sintetica e visibili maggiormente in concomitanza con le prime violente mareggiate novembrine. Non mancano mai i resti di palloncini, lanciati ormai per qualsiasi occasione e che inevitabilmente, una volta scoppiati, finiscono nell’ambiente venendo scambiati per cibo dalla fauna e div

Uno degli aspetti ambientali in negativo del periodo estivo è dato dalla quantità esagerata di rifiuti prodotti durante le innumerevoli sagre e feste a carattere locale organizzate su tutto il territorio regionale e nazionale. Tonnellate di oggetti usati per pochi minuti finiscono il più delle volte nella frazione del secco indifferenziato e ad innalzare i cumuli delle discariche
entando per essa una trappola spesso mortale. Capita sempre più spesso di vedere sulla spiaggia sacchi di spazzatura che i turisti hanno accumulato e lasciato sul posto, probabilmente convinti che qualcuno provveda a rimuoverli, diventando invece preda facile di animali selvatici che li dilaniano facendone uscire il contenuto che si riverserà in mare o si disperderà con il vento forte. Se quel sacco proprio non riusciamo a riportarcelo a casa ricordiamoci sempre di avvisare chi di dovere, comunicando la posizione o, ancor meglio, collocandolo lontano dalla riva, meglio se vicino a una zona di passaggio di mezzi meccanici facilitando in tal modo il recupero da parte del personale autorizzato. Lontano dalla spiaggia non va tanto meglio: in montagna, al lago o lungo i fiumi, più adatti al turismo sportivo basato sul trekking o sui percorsi per cicloamatori, un rifiuto molto presente è l’imballaggio della barretta o dei carbogel energetici insieme alle bottigliette di acqua o integratori. Si tratta di oggetti che deturpano luoghi stupendi e impattano gravemente, la buona regola che vale per tutti resta sempre quella di non disperderli nell’ambiente ma tenerli con sé fino al primo cestino o alla nostra auto.
Plastic Free ha ideato il bollino Ecoeventi, un riconoscimento riservato alle manifestazioni attente alla gestione dei rifiuti
Infine una amara riflessione: uno degli aspetti ambientali in negativo del periodo estivo è dato dalla quantità esagerata di rifiuti prodotti durante le innumerevoli sagre e feste a carattere locale organizzate su tutto il territorio regionale e nazionale. Sfruttando il favore della stagione calda si moltiplicano infatti questi appuntamenti che se da una parte hanno lo scopo positivo di radunare la comunità in momenti conviviali, intrattenendola, dall’altra, senza una attenzione di base ai dettagli, si trasforma in una produzione sfrenata di rifiuti. Tonnellate di oggetti usati per pochi minuti (prevalentemente bicchieri, stoviglie, posate, bottiglie) che finiscono il più delle volte nella frazione del secco indifferenziato. Noi di Plastic Free riteniamo inaccettabile che nel terzo millennio, con la consapevolezza del problema ambientale aumentata, manchi troppo spesso da più parti la volontà di rendere gli eventi più sostenibili. Per questo motivo abbiamo pensato di istituire il bollino Ecoeventi, un riconoscimento riservato agli eventi con un focus specifico alla gestione dei rifiuti e alla riduzione e/o eliminazione dell’utilizzo della plastica. Non ha alcun costo e può essere usato all’interno della comunicazione dell’evento, come valore aggiunto. Per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni lo ribadiamo, non serve solo educare e sensibilizzare ma occorre ora un cambio di passo, di mentalità, di strategia. C’è bisogno estremo di sinergia di intenti, di attuare un cambiamento serio e Plastic Free c’è, con la sua concretezza.