Smarrirsi nel “Bosco” fra sapori e ricordi

L’Antica trattoria di Montegrotto Terme da 36 anni è un punto di riferimento nella ristorazione euganea d’autore. La famiglia Tasinato, forte di una storia con richiami internazionali, ha trovato la giusta sintesi fra eleganza, gusto e idee nuove
Francesco Tasinato non ama i riflettori, eppure la sua passione è far star bene i suoi clienti. E’ un personaggio che va scoperto un po’ alla volta, con discrezione. Di storie da raccontare ne ha tante. Come quando al Palace di Gstaad in Svizzera (dove allora Francesco faceva il maitre) Ted Kennedy, fratello di John e Robert, gli regalò una sua foto con dedica. Si fidava di lui. Il passato fulgido di Francesco Tasinato, famoso anche per essere tuttora un esperto allevatore di cavalli da ippodromo (Belanda e altri campioni sono passati dalla sua scuderia), è una premessa per capire da dove nasce il progetto dell’Antica trattoria Al Bosco, locale che sorge su un’amena altura da cui si gode un bel panorama sulle terme e che la famiglia Tasinato ha aperto 36 anni fa. La passione di ieri è quella di oggi. Quella di Francesco e della moglie Giovanna e pure quella di Daniele, il figlio laureato in legge che ha deciso di dare continuità all’avventura imprenditoriale del “Bosco”. Il ristorante di Montegrotto Terme oggi fa della versatilità la sua forza, in quanto è anche un’apprezzata sosta per banchetti e meeting (c’è pure un piccola sala congressi). Ma il valore al centro di tutto è sempre la tradizione, rispettata anche quando la cucina del locale ha fatto un salto di qualità, in termini di gusto e di raffinatezza.
Conosciamo il “Bosco” da anni e diciamo subito che l’upgrade è evidente. Una crescita che riguarda sia gli ambienti, oggi particolarmente belli, che i contenuti dei piatti. Nel corso della nostra visita abbiamo innanzitutto apprezzato la leggerezza e l’eleganza dell’allestimento delle sale, nonché l’accuratezza del servizio diretto dallo stesso Daniele, pure lui passato dopo la laurea attraverso esperienze significative in realtà importanti dell’hotellerie internazionale. La cena. Abbiamo assaggiato un delicato consommé aromatizzato al Porto (servito su una stoviglia adeguata), una bella composizione di pregiati scampi crudi, del salame di casa scottato (dopo le feste natalizie è la sua stagione giusta) servito con il radicchietto, un risotto con seppie al nero e marinate (che piacevole equilibrio di sapori e di consistenze!), del buon baccalà alla Vicentina che in un locale di tradizione non deve mancare mai e una mini porzione di quella carne alla brace di bovino piemontese che resta il must del locale, per qualità della materia prima e cottura magistrale. Auspichiamo che anche quel risotto con le seppie rimanga a lungo nella proposta del ristorante, perché è buono, semplice e originale.
Tra i piatti che hanno celebrato il locale figurano anche la selvaggina, la gallina padovana (quella vera, con il ciuffo, recuperata da alcuni allevatori padovani), la faraona ripiena e le cotolette d’agnello. Sempre presenti in menu anche la pasta fatta in casa con il ragù del Bosco, che è fatto con pancetta, porcini, olive e peperoni. I cuochi sono tutti locali: Donato Braggion, Claudio Maniero e l’oriundo Massimiliano Lapenna. L’amore per il territorio di appartenenza lo si nota anche nella carta dei vini dove le proposte legate ai Colli Euganei sono numerose. Lo si vede anche nella disponibilità dei Tasinato a ospitare molti eventi curati da associazioni del posto, come l’Amira (che riunisce i maitre) e l’Ais. L’Antica trattoria Al Bosco è molto affollata anche d’estate per effetto dell’ampio spazio sotto le stelle che permette di godere di un microclima fresco e arieggiato. L’ideale per fuggire dall’afa del Ferragosto.