L’anima del Pigozzo, un vino, una terra, un brindisi alla convivialità
Ogni bottiglia vuota viene riempita di storie: scopriamole assieme
Merlot è l’uva che al Pigozzo si trova a casa. Una volta nei filari a cassone che disegnavano i campi sistemati alla padovana, poi in filari potati a Sylvoz con tralci piegati ad archetti, attualmente in cordoni speronati, tra le Vigne del Pigozzo il protagonista è sempre stato il Merlot, varietà generosa e costante che matura presto dando vini piacevoli e allegri che accompagnano volentieri affettati e grigliate, arrosti e formaggi. Quando la stagione è propizia e si può aspettare la piena maturazione, le fermentazioni con le vinacce si allungano e i vini diventano caldi, ricchi, sontuosi, valorizzano spiedi e grigliate importanti, formaggi stagionati, sono compagni ideali di dopocena conversando con amici fidati.
Al Pigozzo la Famiglia Salvan coltiva vite e vinifica dal 1914, quando nonno Dionisio si trasferì qui dalla nativa Villa Estense dove aveva condotto la Grompa, podere del principe Giovannelli. All’inizio la vite era una delle tante colture che coesistevano con l’obiettivo di creare lavoro per la molta manodopera disponibile nelle famiglie contadine. L’autoconsumo era la destinazione più importante dei prodotti della terra. Negli anni sessanta cambiano le cose e, dopo un periodo di transizione in cui anche la produzione di latte ebbe un ruolo strategico, l’indirizzo produttivo si orienta decisamente alla viticoltura. La base ampelografica si allarga, compaiono Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Carménère, ritorna il Friularo accompagnato da una lunga serie di Vecchie Varietà che avevano popolato i vigneti fino all’avvento della Fillossera: Turchetta, Corbina, Gatta, Marzemina, Recantina, Pataresca…
Il 2019 per la vite è stato un anno molto favorevole: produzione non eccessiva, uva sana, settembre tranquillo. Abbiamo potuto vendemmiare quando l’uva profumava e cominciava ad attirare gli storni. Ne è nato un vino caldo, denso, dal colore rosso rubino impenetrabile, che abbiamo custodito in grandi botti per due anni prima di affidarlo alle bottiglie. Abbiamo scelto bottiglie di vecchia foggia per marcare la differenza dai vini che si producono tutti gli anni. Tornerà a “riveder le stelle” senza fretta, desideroso di incontrare carni grigliate e distese di polenta gialla abbrustolita su braci roventi o formaggi stagionati come Parmigiano o Grana, Asiago d’Allevo o Monte Veronese, Montasio o Carnia. Amerebbe diventare amico sincero da invitare in occasioni speciali.
Perchè Anima del Pigozzo?
Perchè da qualche anno la nostra Terra è stata riconosciuta come Vigna del Pigozzo, nome che prende dall’antica chiesetta dedicata alla Annunciazione della Vergine Maria festeggiata il 25 marzo. La grafica è quella creata dal maestro Gianni Cudin tanti anni fa e vuol essere un ulteriore legame con la tradizione. Ci piaceva celebrare l’evento e gli abbiamo dedicato un vino.
Vi aspettiamo per incontrarlo e conoscere i luoghi che lo hanno generato e le storie delle persone che lo hanno prodotto.
AZ. AGR. SALVAN URBANO – VIGNE DEL PIGOZZO
Via Mincana, 143 | DUE CARRARE (PD)
tel 049 525841 | www.salvan.it