Ristorante Antico Molino, il gusto genuino delle Feste
Con l’arrivo dell’inverno la carne è la regina della tavola e qui è oggetto di un’accurata selezione per portare in tavola solo qualità
“Il Natale è un momento speciale, un rito che richiede calore, intimità e tradizione. Per questo il posto giusto in cui cercare il sapore delle Feste potrebbe essere il ristorante Antico Molino di Pernumia, perché qui viene rispettata quell’ortodossia che diventa indispensabile per sottolineare pranzi e cenoni che connotano quest’ultima parte dell’anno.
Un’ortodossia fatta di carni, indispensabili per affrontare le rigidità invernali e che da sempre distinguono i giorni di festa. Qui sono presentate in tutti i modi e su tutto vale la qualità, in quanto figlia di un’oculata selezione. La scottona garronese Omega 3, infatti, può dividersi tra la griglia e le crudità al coltello, la carta contempla la straeca, il filetto la fiorentina oppure la tartare e l’originale “Carpaccio presentato come una pizza”. La stessa cosa vale per il maiale, solo italiano, che in tavola è rappresentato dalla “Braciola con osso alla milanese”, da “Il guancialino” cotto a bassa temperatura in accompagnamento radicchio tardivo gratinato o dall’immancabile cotechino, piatto immancabile vista la stagione.
Le paste e il pane sono fatte a mano. Trovandoci all’interno di un mulino del XVI secolo il piacere per le farine non poteva che essere quello di darne lievitazione e cottura ogni santa mattina insieme ai dolci anch’essi figli della mano del cuoco e non dell’industria
Non vanno trascurate le paste, rigorosamente fatte in casa, rustiche dunque come nel caso de “Il bigolo, pasta d’autore”, con trito di Patanegra e tartufo nero, “Il pacchero di Gragnano” con ragù di corte al coltello e olive taggiasche o l’ever green pasta e fagioli. Anche il pane qui è veramente quotidiano, trovandoci all’interno di un mulino il piacere per le farine non poteva che essere quello di darne lievitazione e cottura ogni santa mattina insieme ai dolci anch’essi figli della mano del cuoco e non dell’industria.
Discorso a parte meritano i vini per i quali alla qualità si accompagna l’abbondanza. Circa 500 etichette per dimenticare del tutto la genericità del vino sfuso. Perché c’è una accordo importante tra i piatti e i calici, un rapporto molto intrigante che va cercato ogni volta per godere appieno dei profumi e dei sapori che la stagione offre. E per i brindisi di fine anno c’è solo l’imbarazzo della scelta, basta alzare il bicchiere e cercare le parole giuste per esprimere desideri e auspici.