Gabbiani predatori? Dipende da noi
A causa del loro opportunismo e della loro scaltrezza sono in genere malvisti delle persone. Ma il loro comportamento è una adattamento alla convivenza con l’uomo
Pochi sanno che esistono molteplici specie di gabbiani, una delle famiglie di volatili più presenti nel mondo. Tra quelli più facili da incontrare lungo le nostre coste e spiagge vi sono i gabbiani reali, i comuni e i corallini di cui ho parlato nel numero 11 del nostro magazine e a cui rimando per la loro identificazione.
I gabbiani possono bere sia acqua dolce che salata grazie ad una ghiandola che è capace di eliminare il sale in eccesso
Onnivori, si nutrono anche della parte umida della spazzatura e per questo motivo possiamo notarli sia sulle spiagge che in città. Possono bere sia acqua dolce che salata, ciò grazie ad una ghiandola che è capace di eliminare il sale in eccesso; sono monogami, ossia si legano ad un solo individuo e restano con lo stesso per tutta la vita che in media varia dai 10 ai 15 anni, alcuni superano la trentina; per mangiare i molluschi dal guscio duro li lasciano cadere sugli scogli in modo tale che il guscio si possa rompere; resistono a ferite e mutilazioni e non è raro vederne privi di una zampa quasi sempre persa a causa di una lenza attorcigliatasi all’arto. Possono avvertire lievi mutamenti del vento e della pressione dell’aria che si verificano prima di una tempesta e quindi sono in grado di regolare il volo e il comportamento per adattarsi a qualsiasi cambiamento del tempo, cosa ben conosciuta dai marinai che da sempre ne osservano il volo per prevedere venti e fortunali. Con l’aumento dell’uso del territorio da parte dell’uomo, nel tempo molti animali si sono adattati a vivere in ambienti antropici e in questi nuovi habitat sono emerse anche nuove risorse da poter sfruttare. La presenza in particolare del gabbiano reale nelle aree urbane costiere sembra essere legata prevalentemente a una maggior disponibilità di risorse trofiche per questi uccelli che possono predare attivamente alcune specie, forse vi sarà capitato di vedere l’attacco di un piccione da parte di un gabbiano, o nutrirsi degli abbondanti rifiuti. Come ricorda un documento pubblicato dalla LIPU, l’aumento di gabbiani nelle città è spesso occasione di conflitto con la nostra specie.
Come evitare che un gabbiano ti rubi il cibo? “Guardandolo fisso”, risponde una ricerca recentemente pubblicata su Biology Letters
Così come fanno i gatti randagi che cercano nell’immondizia qualcosa di commestibile, anche i gabbiani hanno imparato ad adottare questa tecnica. La loro scaltrezza li rende inoltre capaci di rubare anche il cibo da altri animali o dall’uomo. Come evitare che un gabbiano ti rubi il cibo? Guardandolo fisso, risponde una ricerca recentemente pubblicata su Biology Letters. In molte città la presenza di gabbiani può rappresentare un problema, soprattutto nel caso di individui audaci, che si spingono a rubare il cibo dai tavoli o addirittura dalle mani dei passanti. A Venezia non è raro vederli rubare al volo il cibo ai turisti oppure volare all’improvviso sugli assembramenti di persone emettendo forti grida, sapendo che qualcuno, spaventato, lascerà cadere del cibo, rapidamente colto e portato via. Capire il comportamento della fauna selvatica sia a livello di singolo individuo sia a livello di popolazione, può consentire tanto di trovare misure di conservazioni efficaci quanto di gestire l’impatto negativo di questi animali. In questo senso, un aspetto molto trascurato è proprio la risposta dei gabbiani al nostro comportamento.
Il loro numero nelle città si ridurrebbe se venissero prodotti meno rifiuti o se venisse impedito l’accesso a questa scorta di cibo
I ricercatori, afferenti al Centre for Ecology and Conservation dell’Università di Exeter, si sono concentrati proprio su questo, studiando come i gabbiani reagissero di fronte a un sacchetto pieno di patatine fritte lasciato incustodito e a seconda che fossero o meno osservati direttamente da un essere umano. Dei 74 gabbiani che avrebbero voluto sottoporre al test, solo 27 si sono avvicinati al cibo e appena 19 hanno completato tutta la prova scoprendo che, se una persona li fissa in modo diretto, il tempo che i gabbiani impiegano per avvicinarsi al cibo è significativamente maggiore rispetto a quello impiegato se l’essere umano, pur presente, guarda in un’altra direzione. Altri, tuttavia, sembravano non accorgersi nemmeno che c’era un umano a fissarli e ciò potrebbe dipendere dalle diverse personalità e alcuni potrebbero essere stati nutriti dagli umani in passato, per cui li associano a un’esperienza positiva. I risultati ottenuti dai ricercatori suggeriscono comunque che la maggior parte dei gabbiani sia intimorita a rubare dagli esseri umani e che questo tipo di comportamento sia proprio solo di pochi individui. Questi audaci però possono indicare il metodo ad altri che osservano e che poi, visti i risultati positivi, cercheranno d’imitare. Almeno i problemi correlati al furto di cibo potrebbero dunque essere limitati modificando il nostro comportamento. Le possibili soluzioni ai problemi sono sicuramente più di una ma si potrebbe andare a risolvere il problema alla radice, togliendo la risorsa principale che porta all’aumento della popolazione e degli incontri con l’uomo: i rifiuti. Dal momento che eliminarli fisicamente è improponibile, le semplici soluzioni potrebbero essere non lasciarli a cielo aperto e ricoprire con reti i principali punti di raccolta, in modo da impedire ai gabbiani di poterli sfruttare e riportando, quindi, un riequilibrio delle risorse alimentari artificiosamente aumentate rispetto alla disponibilità naturale.