AL ‘VENIER’ I SAPORI RUSTICI DI TONI
Il locale che si affaccia sulla piazza di Baone è un concentrato di valori semplici e genuini. Piatti della tradizione euganea e tanti prodotti “fatti in casa”
Gli ingredienti ci sono tutti …e non solo in cucina. Perché il ristorantino Venier in piazza a Baone – ospitato dal 1972 nella signorile Ca’Dottori – è un concentrato di tradizione e di valori schietti. Di quelli di cui spesso abbiamo bisogno per fare un viaggio nella memoria e ritrovare le nostre radici. Cibi genuini (molti dei quali davvero a km zero), ambiente rustico e informale, clima giusto per fare due ‘ciacole’. Senza contare che ai tavoli del locale si incontrano persone di tutte le provenienze, nel ‘democratico’ piacere di accomunarsi nella semplicità. Spirito che ricorda l’osteria di gucciniana memoria. Toni Raffagnato questi valori li coltiva da 45 anni, gran parte dei quali spesi proprio al banco (sì, perché il Venier è ancora orgogliosamente anche bar-osteria).
Piatti del giorno che Toni inserisce in base a quello che matura nel suo orto o che trova nel mercato
Una costanza di impegno e di passione che qualche settimana fa gli è valsa anche un premio inatteso: quello tributatogli da tre sindaci della zona: Monselice (dove risiede), Baone (dove lavora) e Arquà Petrarca (dove è nato). Una bella pergamena che oggi troneggia nel locale, accanto agli articoli che parlano del Venier e al riconoscimento avuto dalla guida Osterie d’Italia di Slow Food. Premio che idealmente Toni condivide con la moglie Antonella, che lo ha sempre aiutato in cucina e nella squisita accoglienza, e soprattutto con la figlia Valentina, che del Venier è presente e futuro visto il piglio, tutto grazia ma anche autorevolezza, con cui conduce il locale da qualche anno.
Il menu del Venier è stimolante… anche per i fuori menù. Piatti del giorno che Toni inserisce in base a quello che matura nel suo orto o che trova nel mercato. Anche parte delle carni, specie quelle bianche, sono di provenienza domestica. Per non parlare dei salumi. Immancabile al Venier iniziare dall’antipasto della casa… che detto così non dice nulla, ma basta vedere il colore della soppressa che arriva nel piatto con la polenta ‘brustolà’. Tra i primi trovano sempre spazio le tagliatelle al ragù di casa, un’esperienza che vale la pena di affrontare. Come pure il risotto con i funghi porcini. Tra i secondi spicca la tagliata di ‘sorana”, l’intramontabile grigliata mista (richiestissima dalle compagnie), l’ossocollo al pepe verde e l’anitra al forno. Talvolta c’è pure il baccalà.
Non lasciano indifferenti nemmeno i contorni di stagione, dato che la verdura è quasi tutta proveniente dall’orto di Toni all’ombra del Montericco. Anche una linea dei vini in carta è di produzione propria, con tanto di etichetta. Il resto sono tuttavia dei vini della Doc Colli Euganei. Non è raro trovare gli stessi produttori locali al desco di Toni…
Anche una linea dei vini in carta è di produzione propria, con tanto di etichetta
Nei piatti del Venier, come pure nei dolci (tutti fatti in casa), sono privilegiati i sapori originari. E’ la loro schiettezza a colpire e a far provare emozioni, anche laddove la tecnica di preparazione è ruvida e artigianale. Il gusto dei piatti fa tornare indietro con la memoria. Per esempio, il sentore di noce moscata… e chi non ricorda i tortellini fatti in casa dei giorni di festa. Il pregio del Venier è proprio questo, la rusticità dei sapori genuini che propone. Una sosta davvero piacevole, che inevitabilmente si conclude temporeggiando al banco, magari sfogliando la ‘Gazzetta”, o – d’estate – fuori del locale, dove la graziosa piazza di Baone con la sua pace notturna ristora anche l’anima.Un consiglio: a settembre non bisogna perdere i ‘sugoli’, quella specie di budino di mosto che un tempo era la delizia dei bambini dopo la pigiatura delle uve. Al Venier lo si trova spesso. Prezzi al di sotto della media di qualsiasi ristorante segnalato dalle guide. Insomma, da Toni si spende poco e si mangia bene…