Settembre: Monselice, Medioevo e Federico II
Un recente ciclo di appuntamenti dedicato all’eredità federiciana della città, ha offerto lo spunto per ripercorrerne la storia e valorizzarne il lascito architettonico
Se i Colli Euganei sono la meta ideale per un’escursione in autunno, Monselice ne rappresenta sicuramente la porta d’ingresso. Ossia il punto ideale di partenza, o di arrivo, perché da qui una fitta ragnatela di itinerari portano verso i dolci declivi, dove proprio in questi giorni la vendemmia fornirà quei frutti che saranno i blasonati vini delle alture padovane, oppure verso le piatte strade bianche che costeggiano i tanti corsi d’acqua che solcano la circostante pianura. L’e-bike, le bici con pedalata assistita, oggi permettono di coprire distanze importanti o di arrampicarsi verso itinerari prima proibiti. Ma c’è un motivo in più per scegliere Monselice d’autunno ed è la sua bellezza, insieme a allo scrigno di storia medievale che possiede e che ogni anno a settembre, dal 1986, viene rievocata dalla Giostra della Rocca (anche se l’edizione di quest’anno è stata rinviata a causa del Covid) e che in questi giorni è stato comunque ricordata dalle Giornate Federiciane, ossia da una serie di eventi, compresa una lectio magistralis tenuta dal celebre medievista Franco Cardini, ispirati alla figura dell’Imperatore Federico II di Svevia.
Il comune di Monselice, infatti, possiede un primato: è l’unica città del Nord Italia a conservare una cinta muraria realizzata dallo “Stupor Mundi”, questo il soprannome del sovrano della famiglia degli Hohenstaufen, amato e odiato forse in egual misura dai sui contemporanei, che vedevano in lui parallelamente una personalità affascinante e poliedrica e una figura sfuggente, capace di alimentare sospetti anche sulla sua cristianità. Comunque: re di Sicilia, re di Germania, re d’Italia e portatore di una politica che tra il 1237 e il 1256 toccò anche le alture euganee, in seguito delle vicende che lo videro contrapposto al papa Gregorio IX.
Il comune di Monselice possiede un primato: è l’unica città del Nord Italia a possedere una cinta muraria realizzata dall’Imperatore Federico II
L’imperatore voleva realizzare la riunificazione dei territori tedeschi con quelli dell’Italia fino alla Sicilia e in quest’impresa trovò fedeltà e validi alleati in alcuni casati italiani, ma l’ostilità del pontefice. E’ certo che nel 1239 l’imperatore Federico II fu presente a Monselice e che per suo volere, per dare un forte segno della sua autorità promosse l’edificazione dell’imponente mastio, che ancora oggi si trova sulla sommità del colle, e del maestoso complesso del Castello che invece si trova ai piedi del Colle della Rocca.
Due esempi di arte fortificatoria, gli unici nel Nord Italia, che ancora oggi custodiscono quel lontano passato fatto, certo, di strumenti di guerra, ma anche di cultura e di arte. E proprio l’antico maniero a rappresentare oggi una delle sedi più interessanti per i turisti, con le sue 40.000 visite l’anno è tra i musei cittadini il più gettonati grazie ad una fedele ricostruzione delle singole stanze: oggetti, soprammobili, attrezzi e armi, come se per incanto si potessero rivivere le azioni quotidiane o le gesta eroiche degli antichi abitatori del Castello, dal Medioevo al Rinascimento. Al piano terra è collocata l’Armeria comprendente armi da taglio (spade), da lancio, ad asta e da fuoco. Seguono la Sala del camino vecchio, con monumentale camino a forma di torre a più ordini di archetti su colonnine maiolicate, e la Sala della bifora; tra le opere d’arte sono da notare un polittico di Lorenzo di Jacopo (1429) ed una Madonna col Bambino. All’interno della Casa Romanica si trova la Sala del Consiglio Carrarese, con un coro del secolo XV e affreschi eseguiti probabilmente sotto Francesco il Vecchio. Nel 1981 il complesso monumentale del Castello di Monselice è passato in proprietà alla Regione Veneto, divenendo museo regionale insieme all’Antiquarium Longobardo e al Mastio Federiciano, all’interno del quale è stata allestita un’esposizione dei reperti emersi durante le campagne di scavo mentre la parte superiore offe un notevole panorama dei colli Euganei.