Hostaria e Ristorante Zanarotti: la piacevole sensazione di sentirsi a proprio agio

Food and wine a misura d’uomo, ospitalità e tradizione senza rinunciare alla fantasia
Sentirsi a casa. E’ attorno alla piacevole sensazione di stare a proprio agio che Arturo Zanarotti ha costruito un modo originale di fare ristorazione. Spazi a dimensione umana che facilitano l’incontro e il confronto attorno ad un bicchiere di vino o ad uno spunciotto in Hosteria, vere e proprie camere domestiche, invece, per il ristorante, caratterizzato da piccoli angoli, con la possibilità di stare in due tra quattro pareti, per 25-30 posti al massimo. La tavola, del resto, è un luogo intimo in cui è piacevole parlare a bassa voce, trovare la dimestichezza dei gesti, senza l’imbarazzo di mise un place esagerate, e incontrare profumi e sapori genuini.
L’esclusività è sicuramente uno dei valori a cui si ispira l’offerta alla quale si accompagna quell’ospitalità rustica e contadina, a metà strada tra calore e sentimento, che pervade anche i sapori che escono dalla cucina. I piatti, infatti, sono quelli della tradizione, ma rivisitati e presentati sempre in modo originale. Il menù è brioso e dinamico, per seguire la stagionalità, ma sa anche trattenere il meglio delle produzioni locali, a cominciare dalla selezione di prosciutti crudi locali, come il Bertelli o il Crosare DOP, per arrivare alla Patata dorata del Guà attraverso le altre orticole locali, come il radicchio e gli asparagi, e concludere con le carni, approvvigionate da una macelleria di fiducia in città, o il pesce di acqua dolce.
Lo chef Arturo Zanarotti oltre alla cucina del ristorante tiene corsi di pasticceria e gelateria, pizza e pasta fresca
Nel tempo veri e propri cavalli di battaglia sono diventati gli Gnocchi alla Montagnanese, fatti con il semolino e il crudo locale, l’Asparago risottato, con i verdi turioni di Pernumia sminuzzati alle dimensioni di un chicco, mantecati come un risotto e serviti con una mimosa di uovo sodo, le pasta fresca, fatta rigorosamente a mano, con i ragù di “oca” o di “Corte”. Il bianco pennuto, infatti, è un must in cucina, insieme al coniglio, all’anatra o al maiale in omaggio a quella tradizione per la quale si osserva memoria anche per la cottura. Qui infatti si privilegiano le basse temperature, ma quando l’ortodossia indica il tegame o la padella diventa peccato non esserne praticanti. Il pane è veramente quotidiano, il forno Zanarotti ha 100 anni di lievitazioni alle spalle, fra “fugasse” e “schissoti” premiati dalla clientela e dalla critica, e i dolci sono quasi tutti espressi, vengono “montati” al momento la Millefoglie, la Pazientina, tipica padovana, o lo Strudel servito al cucchiaio.
A cadenza settimanale si tengono degustazioni di vini e prodotti tipici. Celebrata è la selezione di prosciutti crudi, tra cui Bertelli e Cosare DOP. Per conoscere le date basta seguire la pagina Facebook
Discorso a parte meritano i vini, se non per il fatto che al ristorante si accompagna l’osteria, perché l’offerta spazia dai francesi ai nazionali fino ai locali, ma riserva pure preziose chicche con bottiglie rare e di annata.