Vendemmia 2020: stagione buona, ma restano i problemi di mercato
Se la raccolta dell’uva fa ben sperare, è altrettanto vero che poi il vino va venduto e la crisi portata dal Covid-19 non ha aiutato il comparto e l’intera filiera
Buone le previsioni della vendemmia in corso, iniziata in anticipo di qualche giorno, sarà di ottima qualità e con una produzione veneta che potrebbe raggiungere i 13 milioni di quintali. Le prime stime di produzione dell’annata vitivinicola 2020 sono state fornite in occasione del “46° Focus sulle previsioni vendemmiali nel Veneto, nelle principali regioni vitivinicole italiane, in Francia e Spagna”, 2° evento del Trittico Vitivinicolo 2020 promosso da Veneto Agricoltura in collaborazione con Regione, Avepa, Arpav e CREA-VE, che si è svolto sulla piattaforma ZOOM a causa delle restrizioni per Covid-19. Le buone prospettive dei vigneti veneti sono state condizionate dalle condizioni climatiche poiché l’uva ha bisogno di giornate di sole, giuste temperature e buone escursioni termiche tra il giorno e la notte, e tranne le aree del vicentino e del veronese sconquassate da uragani e grandinate, la stagione climatica è stata nel complesso positiva, ideale, che tradotto significa uve quasi ovunque sane e limitate malattie nelle vigne.
Per le principali aree DOC veronesi si prospetta una produzione di Pinot Grigio in calo del -20%, mentre per lo Chardonnay l’aumento dovrebbe essere del +5%
“Se la vendemmia 2020 fa ben sperare – ha evidenziato in apertura dei lavori l’Assessore all’Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan – è altrettanto vero che poi il vino va venduto e, purtroppo, la crisi per Covid-19 non ha certo aiutato quest’anno il comparto e l’intera filiera. Dovrà essere compito di tutti, Regione Veneto inclusa, dedicarsi con forza ancora maggiore alla promozione nei mercati internazionali dei nostri vini di qualità. Per centrare questo obiettivo sarà però necessario operare in squadra, coinvolgendo quindi cantine, consorzi e Istituzioni”.
Da parte sua, il Commissario straordinario di Veneto Agricoltura, Alberto Negro, ha ricordato quanto sia importante per il comparto vitivinicolo operare al fianco di tecnici preparati, in grado cioè di cogliere le sempre nuove esigenze del vigneto, determinate anche dai cambiamenti climatici. Come per altre produzioni agricole, anche la viticoltura dovrà sempre più puntare sulla ‘precisione agronomica’, e su questo fronte l’impegno di Veneto Agricoltura non mancherà, perché la ‘viticoltura di precisione’ rappresenterà sempre più un percorso irrinunciabile”.
La situazione vitivinicola relativamente allo stato sanitario dei vigneti e alle previsioni di produzione quali-quantitative per i principali vitigni, nelle diverse aree del Veneto è stata illustrata da Diego Tomasi del CREA-VE supportato da Francesco Rech dell’ARPAV-Servizio Meteorologico relativamente all’andamento meteo del primo semestre.
Previsioni Veneto
I volumi in generale dovrebbero posizionarsi sui livelli dell’anno scorso, si segnalano tuttavia una diminuzione di quantitativi del Pinot Grigio nel Veneto Orientale ma tengono in quello Occidentale. Per il Glera il vitigno del Prosecco, si prevedono, nel trevigiano, mediamente meno grappoli sulle piante ma gli stessi sono più pesanti, mentre la produzione è nella norma. Relativamente alle principali aree DOC veronesi le rese massime del disciplinare produttivo saranno soddisfatte, tranne nelle aree che hanno subito pesantemente il meteo.
Le previsioni per il Raboso nella provincia di Padova si presentano in linea con le produzioni 2019, mentre a Rovigo sono segnalate produzioni abbondanti
Prospettive positive anche per i rossi da vitigni internazionali di Colli Euganei e Colli Berici, dove l’andamento ha favorito anticipo di maturazione e accumuli, sia di zuccheri che di colore, grazie ad una produzione contenuta.
Stabili i risultati per la viticoltura biologica e biodinamica. “I viticoltori – sottolinea Diego Tommasi – si stanno accorgendo che gestire un vigneto biologico non è così facile, proprio a causa della difficoltà di prevedere l’andamento climatico stagionale. Ad esempio, anche quest’anno in vigna si combattono mal d’esca e flavescenza dorata.
Altre Regioni
Il Friuli-Venezia Giulia dovrebbe raggiungere i 2,8 milioni di quintali di uva, la Provincia di Trento 1,2 mln/q e la Provincia di Bolzano 485.000 q. Da nord a sud in Italia si attende una buona vendemmia, come pure in Francia e Spagna, alle prese con problemi di giacenze.
Mercato – Bilancio Italia primi sei mesi 2020
Come prevedibile i consumi di vino in Italia scontano gli effetti della pandemia da Covid-19 con la chiusura dell’Ho.Re.Ca (Hotellerie-Restaurant-Café). Al primo semestre, secondo le stime di Nomisma Wine Monitor – Nielsen, il bilancio è quello di uno “spostamento” consistente verso gli acquisti in GDO, (grande distribuzione organizzata) e online, cresciuti rispettivamente del 9% e 102% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Benchè sia stato consistente lo sviluppo del canale on-line nelle vendite di vino, il rapporto a valori tra e-commerce e GDO è ancora di 1 a 16. Le vendite in GDO hanno registrato performance più alte per i vini rossi (+10%) e per gli spumanti secchi metodo charmat (+13%).
Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv) prevedono una buona vendemmia in tutto il Paese, anche se resta la preoccupazione dei produttori sul fronte prezzi e tenuta dei mercati. Sarà sicuramente una vendemmia in condizioni particolari, dal punto di vista sanitario, nel rispetto delle regole del distanziamento sociale e della sanificazione degli ambienti di lavoro. L’unione italiana Vini sottolinea che la seconda metà del 2020 dovrà̀ essere dedicata a un altro fronte strategico aperto con le istituzioni: quello della promozione. Su questo punto il presidente Ernesto Abbona, ha detto: “Abbiamo condiviso le misure di gestione dell’emergenza, distillazione e vendemmia verde, ma siamo consapevoli che non sia quello il trampolino per il futuro. Servono all’oggi, ma la ripartenza deve passare da altri punti strategici: promozione, investimenti, sostegno ai consumi, turismo e misure per la competitività delle nostre imprese”.
Le vendite di vino italiano nel mondo sono in calo del 4%, mai successo negli ultimi 30 anni
Da un’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno, le vendite di vino italiano nel mondo sono in calo del 4% nel 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus. Un dato preoccupante dopo il record storico di 6,4 miliardi fatto segnare lo scorso anno per le esportazioni di vino Made in Italy. La vendemmia 2020 infatti – sottolinea la Coldiretti – è la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale, delle tensioni commerciali internazionali con la minaccia dei dazi e della Brexit con l’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna che è stata per lungo tempo il principale cliente del prosecco, il vino italiano più esportato nel mondo. “Con quasi 4 cantine italiane su 10 (39%) che fanno registrare difficoltà a seguito dell’emergenza occorre intervenire rapidamente per sostenere le esportazioni, alleggerire le scorte, ridurre I costi e tagliare la burocrazia” afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini