Confraternita del folpo, istituzione tentacolare per godere del territorio

Nata lo scorso 21 marzo, il battesimo è l’edizione della Sagra che va ad iniziare proprio in questi giorni a Noventa Padovana
All’antica fiera di Noventa Padovana, o comunque al suo popolare prodotto, si lega anche la recente nascita della Confraternita del folpo. Il merito va riconosciuto ad un gruppo di amici che richiamati a Noventa ogni anno proprio dalla Storica Fiera d’Autunno, hanno voluto fare del celebre cefalopode un vessillo per rimarcare il legame con il territorio e con i ritmi dettati dal calendario agreste, a cui si lega questa storica manifestazione.
La Confraternita si ispira ad un sano epicureismo, dove i termini tranquillità e spirito vanno interpretati con generosità in tutte le loro possibili accezioni
Gli intenti della neo-costituita associazione stanno scritti tutti in uno statuto, ma potrebbero essere riassunti anche dalla lettura della morfologia anatomica del folpo. “Il folpo – spiega il presidente della Confraternita del folpo, Federico Bordin – per noi è fonte di immensa ispirazione. E’ cefalopode, ossia ha testa e gambe connesse, utili per fare buona strada. Ha due occhi riccamente innervati e molto ricettivi su ciò che lo circonda, per non perdere la visione d’insieme e alcun singolo dettaglio. Muta mirabilmente per farsi un tutt’uno col Territorio. Ha tre cuori che ne vivacizzano la circolazione e la sensibilità. E’ mollusco, ma non molle, ed è quindi flessibile per aderire totalmente a ciò che trova di suo interesse. Più di altri animali ha capacità di apprendimento. Infine, ma potremmo aver dimenticato qualcosa, è un essere dotato di grande autonomia, che unisce la capacità di immergersi beatamente in esplorative solitudini con la disponibilità a lasciarsi “tentacolare” da vivaci momenti di branco. E anca soeo co’ pressemoeo e limon el zè ‘na meraveja!”.
Parallelismi che richiamano alla mente Aristotele, allo scopo di compiacersi che in questo caso forma e sostanza coincidono, e che mettono in luce l’intento aggregativo, nel segno della condivisione, della Confraternita e i valori schiettamente genuini e agricoli che ne sono il collante. “E’ così – continua il Presidente – per noi il Sabato che da inizio alla Sagra del folpo è un appuntamento nel quale facciamo il punto sul “raccolto” dell’anno, quasi come i nostri nonni mezzadri di cui desideriamo rivivere i valori nel Territorio di appartenenza, esaltandone bellezze, colori, profumi e sapori: e questo accade ogni anno, proprio davanti ad un fumante piatto di folpi”. Il “folpo, dunque, è l’elemento attorno al quale si polarizzano idee e intenti, ne è il pretesto ma anche il motore.
“Quanto abbiamo di bello e buono non è a nostro esclusivo uso e consumo, ma ci è affidato per goderne con sobrietà e coltivarlo con cura per chi naturalmente ci seguirà”
“La Confraternita del folpo – continua Bordin – si ispira ad un sano epicureismo, dove i termini tranquillità e spirito vanno interpretati con generosità in tutte le loro possibili accezioni. Ma quello che ci accomuna è il piacere spontaneo dello stare insieme e del gustare rispettosamente delle bellezze e bontà del Territorio (non solo quella del folpo) soprattutto di quello erroneamente identificato come “minore”, proponendo con semplicità alcune iniziative a chi desiderasse liberamente prenderne parte, e -perché no?- dando una sbirciatina anche un po’ a tutto quello che, in termini di iniziative, gruppi, avvenimenti, ci sta intorno, perché dal confronto intelligente tutti possiamo trarne arricchimento. Ricordando che quanto abbiamo di bello e buono non è a nostro esclusivo uso e consumo, ma ci è affidato per goderne con sobrietà e coltivarlo con cura per chi naturalmente ci seguirà”.