Scrittori e mito nel Delta del Po
L’opera di Diego Crivellari: Un dizionario letterario e sentimentale per raccontare una civiltà
Nei territori vasti, dove il panorama non da riferimenti precisi, per orientarsi servono le carte. E Diego Crivellari queste carte le ha messe in fila. Non carte topografiche, mappe, ma fogli scritti, pagine di libri, pensieri e osservazioni di autori, che lungo tutto il Novecento hanno guardato e raccolto le vibrazioni che arrivano da una terra: il Delta del Po.
Serviva questo punto di vista. Serviva dopo quello dei registi del Neorealismo e non, che di questa grande area umida ne hanno fatto un set e un protagonista, e dopo quello dei fotografi, come Gianni Berengo Gardin o Luigi Ghirri che ne hanno immortalato il profilo, serviva un dizionario, un vocabolario che attribuisse alle immagini significato e valore. Ecco appunto: Scrittori e mito nel Delta del Po è una grande opera di raccolta e organizzazione di sguardi, quelli di autori importanti, scrittori e giornalisti, dei luoghi (perché ci sono passati o ci sono vissuti) come Corrado Govoni, Gian Antonio Cibotto, Riccardo Bacchelli, Guido Piovene, Mario Soldati o Paolo Rumiz che hanno lasciato la loro testimonianza, alta, più alta degli argini che dividono la terra dell’acqua.
Serviva questo punto di vista. Serviva dopo quello dei registi del Neorealismo e dei grandi fotografi
Ne uscita un’enciclopedia che raccoglie tutto, dalla A di Aironi alla Z di Zanzare, facile da consultare e da leggere e che dalle forme visibili si estende a tutto quello che nel Delta è poco più di un’increspatura dell’acqua a molti impercettibile. Come il carattere della gente che vive tra fiumi, valli e lagune e ne trattiene il riverbero, la resilienza che Francesco Permunian definisce “paludismo psichico”. Perché questa terra non è terra da molto e mantiene la memoria dell’acqua, della vita precedente come se non se ne fosse staccata dal tutto. E il transito crea una sospensione, il non definito un’incertezza tra abbaglio e illusione che genera lentezza. L’ambiente continua a lasciare la sua piega anche sugli uomini, determinandone il carattere e attuando la selezione della specie. Ed è questo costante attraversamento che viene raccontato dal libro, il trasbordo tra un luogo e l’altro, il passaggio da un elemento all’altro, il prima e il dopo di date spartiacque, come l’alluvione del ’51, imbattendosi in quegli elementi che solo qui si incontrano perché non possono vivere nell’altrove.
Pesci, uomini, disgrazie, desideri posseduti dalla stessa anarchia, riottosa all’arrendersi e al sottostare all’altro, che creano un paesaggio scomposto e diviso, ma allo stesso tempo una Civiltà cerniera tra il Veneto e l’Emilia, battezzata con l’acqua del Po. Il ri-conoscere è la funzione che Diego Crivellari attribuisce alla sua opera. Il libro ha lo stesso valore utilitaristico che può avere una bussola che oltre agli spazi indica il magnetismo delle epoche: dall’Adria antica alla Pomposa Medievale e dal sogno di Mesola rinascimentale a quello odierno, post Polesine Camerini e all’industria di stato, per riscoprire quel mito che dalla caduta di Fetonte forse non ha più riguadagnato le ali e il cielo e che oggi invece è obbligatorio reinventarsi.
Diego Crivellari
Ha studiato nelle università di Padova e Bologna. È stato consulente editoriale, amministratore pubblico e deputato della Repubblica. Attualmente vive a Rovigo ed è docente di ruolo nelle scuole superiori.
Scrittori e mito nel Delta del Po
Editore: Apogeo Editore
Collana: I salici
Anno edizione: 2019
Pagine: 196 p., Brossura