La storia cerealicola della Città Murata prosegue nel nome di Giorgione
Dalla Società Grano Padovano del Frassine, al brand Montagnana Sementi, ai 70 anni della Sezione Frassine fino ad una varietà di frumento destinata a rivoluzionare il mercato dei grani di teneri di forza. Tutto in cento anni esatti-esatti
Una nuova varietà di grano porta avanti la storia della cerealicoltura di Montagnana, nel nome di Giorgione. La firma del celebre pittore di Castelfranco, infatti, lasciata agli inizi del XVI secolo sui due affreschi che adornano la controfacciata del duomo cittadino, è diventata anche il nome di un frumento che sta rivoluzionando il mercato dei grani teneri di forza, grazie a potenzialità produttive significative e ad una qualità che caratterizza le Farine Due Passi, prodotte dal Consorzio Agrario del Nordest.
Una bella storia a filiera corta, per identificare un prodotto figlio della Bassa Padovana, ma che in realtà ha radici lontane nel tempo e forse anche poco conosciute. Perché la terra di Montagnana è da circa un secolo una terra deputata alla cerealicoltura, la data certa è fornita dalla nascita della Società Grano Padovano del Frassine nel 1920. Erano gli anni in cui l’Italia si trovava in un grave deficit granario, il saldo in negativo toccava i 30 milioni di quintali.
Nel 1920 l’Italia si trovava in un grave deficit granario, il saldo in negativo toccava i 30 milioni di quintali
Per far fronte al fabbisogno non c’era altra strada che ricorrere all’importazione dall’estero, con tutte le conseguenze negative che ne derivavano. La situazione, inoltre, era aggravata dal fatto che le coltivazioni in Italia utilizzavano spesso terreni poco idonei con rese di molto inferiori anche in confronto a quei Paesi dalle condizioni colturali nettamente peggiori rispetto alle nostre (come l’Irlanda, la Norvegia, la Germania e il Belgio).
Il Paese pagava le conseguenze di metodi obsoleti e tecniche arretrate, lavorazioni e concimazioni insufficienti e, non ultimo, l’uso di sementi inadatte. L’intensificazione della produzione delle sementi veniva vissuta, dunque, come una “imprescindibile necessità”. La scelta di Montagnana si giustificava per un concorso di cause che facevano riferimento alla storia economica del comprensorio, ma anche alle caratteristiche pedoclimatiche e geologiche dell’area. Il territorio Montagnanese, infatti, è formato dagli apporti detritici portati qui dall’area delle Prealpi Venete attraverso una complessa rete fluviale a carattere torrentizio, presentava una composizione analoga a quella dell’altopiano di Rieti (con una giusta proporzione di calcare e un notevole contenuto di anidride solforica) dove si coltivava il famoso frumento “Rieti”, una qualità particolarmente pregiata che oggi non esiteremmo a chiamare “grano antico” e che rappresentò il punto di partenza degli studi di Nazareno Strampelli per lo sviluppo delle cosiddette “sementi elette”.
Il celebre agronomo e genetista agrario, forse il più grande che il nostro paese abbia conosciuto, stava ottenendo proprio in quegli anni i risultati più importanti della sua ricerca rivolta a selezionare tipologie di frumento resistenti alle principali patologie che affliggevano la produzione. Ricerche che portarono a quadruplicare le rese per ettaro e nel 1933 a dichiarare vinta la “Battaglia del grano” in quanto l’Italia aveva raggiunto l’autosufficienza nella produzione del cerale.
Occhiello: Nell’area di Montagnana era diffusa una varietà di grani detta “Cologna” le cui origini risalgono alla metà dell’Ottocento, coltivata per la prima volta a Merlara dal sig. Finzi
Nell’area di Montagnana al tempo era diffusa una varietà detta “Cologna” le cui origini risalgono alla metà dell’Ottocento, coltivata per la prima volta a Merlara dal sig. Finzi, affittuario dei Da Zara, una di quelle ricche famiglie ebraiche che si erano stabilite nel Veneto ed avevano raggiunto una posizione economica e sociale preminente solo dopo la caduta della Repubblica, con la conseguente abrogazione del divieto per i membri della comunità israelitica di acquistare beni immobili.
La qualità andò diffondendosi in tutta la zona di Lonigo, Cologna e Montagnana e naturalmente sorsero dispute tra i paesi per il primato nella produzione del pregiato grano. Fu il Sindacato colognese e poi la Società dei produttori di frumento Colognese di Pressana, Cologna, Guà e Zimella a lanciare il grano sul mercato imponendogli il nome di “Cologna”. Ma le contese finirono presto in quanto le positive ricadute della produzione, il frumento Cologna o del Frassine, e più in specifico delle famiglie derivate e selezionate proprio nella zona di Montagnana, era molto ricercato per la panificazione in Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia, convinsero che la strada giusta da intraprendere era quella di un consorzio che prese il nome di “Società Grano Padovano del Frassine”, formata dai Consorzi Agrari Cooperativi Distrettuali di Cittadella, Camposampiero, Conselve, Piove di Sacco, Este-Monselice e Montagnana, e dal Sindacato Agricolo Cooperativo di Padova.
La storia cerealicola di Montagnana oggi viene portata avanti dalla “Sezione Frassine”, l’associazione dei riproduttori costituita nel 1949 con 26 iscritti
Il primo obiettivo fu la realizzazione di un impianto al passo con le moderne tecnologie di selezione fisiologica e meccanica. Nel 1924 il Consorzio Agrario Cooperativo di Montagnana, per rispondere alle esigenze dei propri Soci, provvide alla produzione di grano da seme in un piccolo stabilimento, allestito nei locali del Castello di San Zeno, presi in affitto dal Comune. Nel 1927 la produzione di Montagnana raddoppiò raggiungendo i 9.357 quintali (rispetto ai 4.822 dell’anno precedente), ma era solo l’inizio in quanto nel 1933 le sementi prodotte a Montagnana venivano distribuite in 34 province italiane ed esportate in Romania, Albania e Grecia. Le varietà principali prendevano il nome di Villa Glori, Mentana e Damiano Chiesa, tutte selezionate da Nazareno Strampelli.
L’attività si protrasse anche nel secondo dopoguerra sotto l’egida del Consorzio Agrario Provinciale di Padova che nel 1950 proponeva agli agricoltori il suo catalogo di sementi elette, controllate in campo e di sicura purezza, votate al miglioramento della produzione identificate dal marchio registrato “Montagnana Sementi”. La storia cerealicola di Montagnana oggi viene portata avanti da una realtà che vide la nascita proprio in quegli anni, ossia la “Sezione Frassine”, l’associazione dei riproduttori, fortemente sostenuta dal Consorzio Agrario per coordinare al meglio le attività colturali, che venne costituita nel 1949 con 26 iscritti. Si tratta degli ultimi 70 anni di questa lunga storia, la “sezione” ha tagliato proprio quest’anno l’importante traguardo, che non ha tuttavia esaurito la sua spinta, perché il lavoro viene portato avanti ancora a pieno regime e con in suoi 45 produttori riproduce, su una superficie di 600 ettari, oltre 40.000 quintali di sementi, compreso la rivelazione Giorgione, destinate ai centri di lavorazione del Consorzio Agrario e distribuite.
Questo articolo è stato realizzato riportando parte dei testi pubblicati in “La Grande Storia del Grano di Montagnana”, a cura del Consorzio Agrario del Nordest per i 70 anni della Sezione Frassine